GUIDA  Gradara/Rocca Malatestiana di Gradara

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Versione del 5 mar 2010 alle 18:27 di Alessio Postiglione (Discussione | contributi)

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La fortezza, nota col nome di Rocca Malatestiana, è stata, in realtà posseduta da molte famiglie nobiliari, non solo dai Malatesta. E' stata uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie fedeli al Papato e le casate marchigiane e romagnole che dominarono in queste zone.

Inoltre è nota per essere considerata il teatro dell'amore e della morte degli amanti Paolo e Francesca, come narrato da Dante nella Divina Commedia.

Indice

Storia

Il castello fu edificato intorno alla seconda metà del XII secolo ad opera dei fratelli Pietro e Ridolfo Grifo ma passò presto nelle mani dei Bandi.

In seguito, subentrarono i Malatesta di Verrucchio, ai quali si deve una grande riorganizzazione della struttura. Nel 1299, di Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, eresse la cerchia muraria a protezione dell’abitato. In seguito, il figlio Pandolfo I, innalzò l’attuale rocca, intorno al precedente edificio, ed un altro torrione poligonale.

Dopo che Sigismondo Pandolfo Malatesta - che parteggiava per l'Impero - fu scomunicato da papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini, e sconfitto dal Duca Federico da Montefeltro, la rocca passò, nel 1464, agli Sforza di Pesaro– che il papa volle ricompensare per la fedeltà alla Chiesa -.

Gli Sforza, nel 1494, promossero nuovi restauri.

Dal 1499 al 1503, la rocca passò ai Borgia per poi ritornare agli Sforza.

Nel 1512, la fortezza passò ai Della Rovere, e da questi ai Medici, fino a quando non subentrarono i Farnese, nel 1550.

Lo Stato Pontificio prese diretto possesso della struttura nel 1641, tramite i legati pontifici.

Dal 1775 al 1790, il marchese Barzi divenne proprietario della dimora. Il marchese restaurò e rafforzò il castello, munendola anche di artiglierie.

In seguito, il castello fu parzialmente abbandonato e si rovinò. Dopo un lungo periodo di degrado, la fortezza fu acquistata, nel 1919, da Umberto Zavettori, architetto friulano, che promosse un restauro in stile eclettico neomediavele della fortezza. La famiglia Zavettori lasciò per legato testamentario il castello allo Stato che, alla fine, lo incamerò.

Descrizione

La rocca ha forma quadrata con torri angolari-poligonali bastionate e un poderoso mastio poligonale sul lato nord. La parte superiore è aperta da un loggiato, percorso da beccatelli e caditoie, lungo sia la cortina che le torri.

Le possenti pareti sono aperte da alcune finestre centinate e qualche bifora.

L’ingresso è aggettante ed inglobato da una bertesca, e dotato di bolzoni e ponte levatoio.

Dal castello si dipana il doppio muro di cinta del borgo-ricetto. La cinta muraria più esterna si estende per quasi 800 metri. Queste cortine sono decorate con meralture miste, ghibelline e a coda di rondine, e con torri chiuse e scoperte.

All’interno, segnaliamo una cappella con una terracotta di Andrea della Robbia, una sala di tortura, gli appartamenti rinascimentali e la camera di Paolo e Francesca.

Curiosità

Si narra che Giovanni, ovvero, Gianciotto Malatesta, una volta tradito, abbia ferocemente assassinato gli amanti Francesca da Polenta e Paolo Malatesta in questo castello.

Riferimenti

Visite

Tutti i giorni: dalle 8.30 alle 18.30 Lunedì: dalle 8.30 alle 13.00 CHIUSO: 25 dicembre e 1 Gennaio

Prezzi di ingresso

Ingresso intero: € 4,00 - Per tutti coloro che hanno un’età compresa tra 25 e i 65 anni - Ingresso ridotto: € 2,00 Per tutti i cittadini dell’UE di età compresa tra i 18 ed i 25 anni (vale anche per i cittadini stranieri a condizione di reciprocità nella riduzione) Per i docenti con incarico a tempo indeterminato delle scuole statali.

Ingresso gratuito: Per i cittadini italiani che non abbiano compiuto il 18esimo anno di età o che abbiano a compiuto il 65esimo (vale anche per i cittadini stranieri a condizione di reciprocità nella gratuità). Per i dipendenti del Ministero dei Beni Culturali, guide interpreti turistici, membri I.C.O.M., docenti e studenti di Architettura, Lettere, Conservazione Beni Culturali, Accademie Belle Arti, ecc.

Telefono

0541 964115

Email

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