GUIDA  Gragnano

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Nel '''1734''' salì al trono ''Carlo di Borbone'', ma gli abitanti della città restarono indifferenti a questo avvenimento. La città fu fedele alla ''Repubblica Partenopea'' nel '''1799''', ma nel '''1805''' un forte terremoto provocò gravi problematiche all'aspetto urbanistico della città.
 
Nel '''1734''' salì al trono ''Carlo di Borbone'', ma gli abitanti della città restarono indifferenti a questo avvenimento. La città fu fedele alla ''Repubblica Partenopea'' nel '''1799''', ma nel '''1805''' un forte terremoto provocò gravi problematiche all'aspetto urbanistico della città.
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==Attività Economiche==
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Durante l''''Ottocento''' le attività di spicco di Gragnano erano la lavorazione della '''seta''' e dei '''tessuti'''.
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Man mano, questo tipo di economia è andata via via estinguendosi e la città si è incentrata su un'economia '''monoculturale'''. Fino agli inizi del '''Novecento''' si sviluppò un'economia basata sulla '''molitura del grano''', grazie alla vicinanza del '''fiume Vernotico'''.
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Fu proprio grazie alla sorgente di questo corso d'acqua che la città ha potuto specializzarsi nell'utilizzo di '''mulini''' che danno il nome all'omonima valle, ma che oggi stanno perdendo il loro ruolo predominante.
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Ad oggi la specialità gragnanese è il '''"vino"''' che ha origini molto antiche: la sua produzione risale all'epoca romana e sin dall''''Ottocento''' sentir parlare del vino di Gragnano significa parlare del vino napoletano.
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Altri elementi di rilievo dell'economia di Gragnano sono la produzione di '''olio''' e dei '''cereali'''.
  
 
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Versione delle 11:21, 24 nov 2008

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Gragnano è situato nella Campania nella Provincia di Napoli. Il 20 gennaio si festeggia il Patrono, San Sebastiano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di Santa Maria dell'Assunta; Chiesa di Sant'Agostino; Chiesa di San Giovanni Battista (nel rione Rosario), in precedenza intitolata a San Sebastiano.

Confina con i comuni di: Castellammare di Stabia, Lettere, Sant'Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Agerola, Casola di Napoli, Pimonte, Ravello e Scala.

Indice

Storia

Gragnano è posta ai piedi dei monti Lattari, a 180 metri sul livello del mare.

La maggior parte delle sue testimonianze risalgono al V secolo d.C. e denotano come la città sia ricca di riferimenti dell'epoca romana, ville rustiche sparpagliate sulle colline su cui si coltivavano vite, grano e ulivo.

L'origine del toponimo è associata al praedium che la gens Grania, romana, aveva lasciato in un'epigrafe scolpita su una tomba trovata nel 1931.

Di origine osca, Gragnano comincia ad urbanizzarsi nell'89 a.C. grazie ai cittadini di Stabia fuggiti dalla loro città distrutta da Silla. Un ulteriore urbanizzazione si ebbe nel 79 d.C., sempre grazie agli stabiesi, in seguito all'eruzione del Vesuvio.

Nel 533 la città fu teatro della battaglia tra i Greci e i Goti terminata con la vittoria dei primi. E' durante quest'anno che fu costruito il Castello, luogo di difesa e centro della vita amministrativa e religiosa.

Nel 554 la città di Benevento fu occupata dai Longobardi e, di rimando, anche il territorio degli stabiesi e dei gragnaniesi divenne dominio dei Longobardi e fu soggetto ad una serie di razzie. E' di questo periodo la Valle dei Mulini, un'area fiancheggiata da 25 mulini ad acqua che si estende fino alla città di Amalfi.

Dal X secolo al 1438 Gragnano era pienamente integrata nella Repubblica Amalfitana. Nel XII secolo, invece, fu sotto il controllo normanno, per poi essere venduto ai Filangieri, restando di loro proprietà fino al 1246.

Dal 1260 al 1266 passò nelle mani di Giovanni da Procida e acquisì il titolo di Universitas, caratterizzandosi come territorio a sé stante, amministrato e controllato dal sindaco scelto appositamente per rappresentare la città.

Purtroppo il periodo d'autonomia fu breve, in quanto Gragnano fu ceduto in feudo fino al 1386, per poi diventare Demanio regio e essere dominio dei Sanseverino nel 1398.

Dal XIV al XVII secolo diverse furono le famiglie nobili che ebbero l'onore di avere in feudo la città: gli Orsini, i Colonna, i Miroballo, i Vargas, i d'Avalos, i Carafa.

Fu solo nel XVII secolo che la città si liberò definitivamente del feudalesimo e partecipò alla rivolta di Masaniello del 1647 dalla quale ne uscì sconfitta. Durante questo periodo si abbatterono sulla città anche la peste e i terremoti che comportarono una decadenza economica.

Nel 1734 salì al trono Carlo di Borbone, ma gli abitanti della città restarono indifferenti a questo avvenimento. La città fu fedele alla Repubblica Partenopea nel 1799, ma nel 1805 un forte terremoto provocò gravi problematiche all'aspetto urbanistico della città.

Attività Economiche

Durante l'Ottocento le attività di spicco di Gragnano erano la lavorazione della seta e dei tessuti.

Man mano, questo tipo di economia è andata via via estinguendosi e la città si è incentrata su un'economia monoculturale. Fino agli inizi del Novecento si sviluppò un'economia basata sulla molitura del grano, grazie alla vicinanza del fiume Vernotico.

Fu proprio grazie alla sorgente di questo corso d'acqua che la città ha potuto specializzarsi nell'utilizzo di mulini che danno il nome all'omonima valle, ma che oggi stanno perdendo il loro ruolo predominante.

Ad oggi la specialità gragnanese è il "vino" che ha origini molto antiche: la sua produzione risale all'epoca romana e sin dall'Ottocento sentir parlare del vino di Gragnano significa parlare del vino napoletano.

Altri elementi di rilievo dell'economia di Gragnano sono la produzione di olio e dei cereali.

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale, Via Vittorio Veneto 2

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Associazione Misericordia, Via S. Croce 8
  • Associazione Musicale Diapason Band Onlus, Via Giuseppe Raffaelli 71
  • Associazione Sportiva Dilettantistica San Paolo, Via Don Luigi Russo 25
  • Crescere Insieme Piccola Cooperativa Sociale A Rl, Via Ponte Carmiano,91
  • O.A.S.I. Operaz.Ass.E Sost. Infanzia Onlus, Via Castellammare11
  • Pianeti Diversi Società Coop Sociale, Via Castellammare 50

Informazioni Utili

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Bibliografia

  • Gragnano tra fede e tradizioni, Carlo Del Gaudio, Ed. Eidos Longobardi (1998)