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Foto Gragnano:
2012, 2009, 2008

Gragnano è situato nella Campania nella Provincia di Napoli. Il 20 gennaio si festeggia il Patrono, San Sebastiano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di Santa Maria dell'Assunta; Chiesa di Sant'Agostino; Chiesa di San Giovanni Battista (nel rione Rosario), in precedenza intitolata a San Sebastiano.

Confina con i comuni di: Castellammare di Stabia, Lettere, Sant'Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Agerola, Casola di Napoli, Pimonte, Ravello e Scala.

Indice

Storia

Gragnano è posta ai piedi dei monti Lattari, a 180 metri sul livello del mare.

La maggior parte delle sue testimonianze risalgono al V secolo d.C. e denotano come la città sia ricca di riferimenti dell'epoca romana, ville rustiche sparpagliate sulle colline su cui si coltivavano vite, grano e ulivo.

L'origine del toponimo è associata al praedium che la gens Grania, romana, aveva lasciato in un'epigrafe scolpita su una tomba trovata nel 1931.

Di origine osca, Gragnano comincia ad urbanizzarsi nell'89 a.C. grazie ai cittadini di Stabia fuggiti dalla loro città distrutta da Silla. Un ulteriore urbanizzazione si ebbe nel 79 d.C., sempre grazie agli stabiesi, in seguito all'eruzione del Vesuvio.

Nel 533 la città fu teatro della battaglia tra i Greci e i Goti terminata con la vittoria dei primi. E' durante quest'anno che fu costruito il Castello, luogo di difesa e centro della vita amministrativa e religiosa.

Nel 554 la città di Benevento fu occupata dai Longobardi e, di rimando, anche il territorio degli stabiesi e dei gragnaniesi divenne dominio dei Longobardi e fu soggetto ad una serie di razzie. E' di questo periodo la Valle dei Mulini, un'area fiancheggiata da 25 mulini ad acqua che si estende fino alla città di Amalfi.

Dal X secolo al 1438 Gragnano era pienamente integrata nella Repubblica Amalfitana. Nel XII secolo, invece, fu sotto il controllo normanno, per poi essere venduto ai Filangieri, restando di loro proprietà fino al 1246.

Dal 1260 al 1266 passò nelle mani di Giovanni da Procida e acquisì il titolo di Universitas, caratterizzandosi come territorio a sé stante, amministrato e controllato dal sindaco scelto appositamente per rappresentare la città.

Purtroppo il periodo d'autonomia fu breve, in quanto Gragnano fu ceduto in feudo fino al 1386, per poi diventare Demanio regio e essere dominio dei Sanseverino nel 1398.

Dal XIV al XVII secolo diverse furono le famiglie nobili che ebbero l'onore di avere in feudo la città: gli Orsini, i Colonna, i Miroballo, i Vargas, i d'Avalos, i Carafa.

Fu solo nel XVII secolo che la città si liberò definitivamente del feudalesimo e partecipò alla rivolta di Masaniello del 1647 dalla quale ne uscì sconfitta. Durante questo periodo si abbatterono sulla città anche la peste e i terremoti che comportarono una decadenza economica.

Nel 1734 salì al trono Carlo di Borbone, ma gli abitanti della città restarono indifferenti a questo avvenimento. La città fu fedele alla Repubblica Partenopea nel 1799, ma nel 1805 un forte terremoto provocò gravi problematiche all'aspetto urbanistico della città.

Miti e leggende

La leggenda vuole che, come per la città di Benevento, anche Gragnano abbia avuto a che fare con la stregoneria. Ricchi di mistero sono i boschi della città, in cui ancora oggi echeggiano le voci delle streghe che qui si riunivano per compiere i loro riti.

L'albero di noci è l'emblema di questi cerimoniali esoterici e si racconta che tra i rami dell'albero, in una notte al chiaro di luna, si scorsero tre fanciulle intente in qualche celebrazione.

Le voci del popolo riportano, addirittura, che intorno a quest'albero si svolgessero riunioni orgiastiche a base di carne di bambini.

A parlarci di ciò è Antonio Greco che ha esposto le sue teorie nella Dissertatio super superstizione Atrequa magica, pubblicata nel 1732 nella città di Napoli.

Attività Economiche

Durante l'Ottocento le attività di spicco di Gragnano erano la lavorazione della seta e dei tessuti.

Man mano, questo tipo di economia è andata via via estinguendosi e la città si è incentrata su un'economia monoculturale. Fino agli inizi del Novecento si sviluppò un'economia basata sulla molitura del grano, grazie alla vicinanza del fiume Vernotico.

E' proprio grazie alla sorgente di questo corso d'acqua che la città ha potuto specializzarsi nell'utilizzo di mulini che danno il nome all'omonima valle ancora ricca di fascino, ma che oggi stanno perdendo il loro ruolo predominante.

Ad oggi la specialità gragnanese è il "vino" che ha origini molto antiche: la sua produzione risale all'epoca romana e sin dall'Ottocento sentir parlare del vino di Gragnano significa parlare del vino napoletano.

Altri elementi di rilievo dell'economia di Gragnano sono la produzione di olio e del grano.

Il termine stesso Praedium Granium rimanda al concetto di grano e la leggenda racconta che i gragnanesi siano stati i primi produttori di pasta, rubando il mestiere ai cinesi. Le condizioni climatiche e in particolar modo il tasso di umidità che aleggia sulla città hanno reso vantaggioso questo aspetto economico. Il primo pastificio fu edificato nel 1780, mentre ad oggi ne sono 9, ad indicare che questa attività è ancora fruttuosa per gli abitanti.

Da Vedere

Ritrovate nel Settecento e di epoca romana sono le ville rustiche dell'Agro di Gragnano. Di queste, 5, in particolare, sono meritevoli di essere menzionate.

La prima
Scoperta nel 1779 veniva utilizzata per la produzione di olio. Su alcuni mattoni è presente il sigillo di L.Vassilli.
La seconda
Scoperta a Sassola, presenta un portico tetrastilo con quattro aperture che in epoca romana erano l'abitazione del pater familias. Nella zona posteriore c'è la pars rustica e sotto il peristilio ci sono le celle. L'ultima parte è quella fructuaria dedicata alla lavorazione del vino. In essa era presente un dipinto del dio Bacco ora conservato nel Museo nazionale di Napoli.
La terza
Scoperta nel 1781 nella località "dei Medici", si caratterizza per la presenza di due ingressi, uno anteriore e uno posteriore. Ha al suo interno una taberna vinaria utilizzata, nel passato, per la produzione di vino.
La quarta
Rinvenuta tra il 1779 e il 1780, nella contrada della "Casa di Miro", presenta colonne intonacate da cui si apre la stanza del procurator villae e quella del villicus.
La quinta
Scoperta nello stesso periodo della precedente, è meglio conosciuta come la Casa del filosofo per la presenza al suo interno di un busto di un filosofo con l'indice alzato.

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale, Via Vittorio Veneto 2

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Associazione Misericordia, Via S. Croce 8
  • Associazione Musicale Diapason Band Onlus, Via Giuseppe Raffaelli 71
  • Associazione Sportiva Dilettantistica San Paolo, Via Don Luigi Russo 25
  • Crescere Insieme Piccola Cooperativa Sociale A Rl, Via Ponte Carmiano,91
  • O.A.S.I. Operaz.Ass.E Sost. Infanzia Onlus, Via Castellammare11
  • Pianeti Diversi Società Coop Sociale, Via Castellammare 50

Informazioni Utili

Icona dinner t.gif Dove Mangiare Icona church t.gif Edifici Religiosi

Bibliografia

  • Gragnano tra fede e tradizioni, Carlo Del Gaudio, Ed. Eidos Longobardi (1998)