GUIDA  Leggiuno

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'''Leggiuno''' è situato in [[Lombardia]], ai confini con il [[Piemonte]], in [[Provincia di Varese]]. Il 26 dicembre si festeggia il Patrono, Santo Stefano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa prepositurale di Santo Stefano; Chiesa di San Primo e Feliciano; Chiesa di Santa Maria Stella Maris.
 
'''Leggiuno''' è situato in [[Lombardia]], ai confini con il [[Piemonte]], in [[Provincia di Varese]]. Il 26 dicembre si festeggia il Patrono, Santo Stefano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa prepositurale di Santo Stefano; Chiesa di San Primo e Feliciano; Chiesa di Santa Maria Stella Maris.
  

Versione attuale delle 20:21, 10 ott 2020

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Leggiuno è situato in Lombardia, ai confini con il Piemonte, in Provincia di Varese. Il 26 dicembre si festeggia il Patrono, Santo Stefano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa prepositurale di Santo Stefano; Chiesa di San Primo e Feliciano; Chiesa di Santa Maria Stella Maris.

Confina con i comuni di: Stresa, Belgirate, Besozzo, Sangiano, Laveno-Mombello, Monvalle e Caravate.

Indice

Dove Mangiare

  • Ristorante Antico Lido, Via Lago Maggiore, 31
  • Ristorante Il Bucaniere, Via Verbano, 13
  • Ristorante Olimpo, Via XXIV Maggio, 16
  • Ristorante Per Bacco, Via Cavour, 31
  • Ristorante Santa Caterina, Via Verbano, 18

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale, Piazza G. Marconi

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Parrocchia di S.Stefano - Gestione Asilo Parr. San Carlo, Via Riva, 10

Complessi Bandistici

  • Filarmonica Concordia

Memorie Storiche

Il libro Antiquario della Diocesi di Milano (1828) così riporta:

LEGIUNO. Da una legione romana qui stazionata si vuole derivato il nome a Legiuno, e si dice che Cesare nell'andare contro i Savojardi siasi qui fermato. Vi ha in Legiuno l'antichissima chiesa di s. Primo, dove si vede un'arca di mattoni con un'iscrizione, che addita esser ivi riposto il corpo di s. Primo martire con alcune reliquie di s. Feliciano; che il santo corpo fu donato dal papa Sergio II ad Eremberto, uomo illustre, conte e vassallo di Lottario imperadore, il quale lo fece trasferire da Roma con inni e cantici spirituali; che in quella occasione furono operati dei miracoli; e finalmente che fu deposto in quel sito per ordine di Angilberto II, nostro arcivescovo, nell'anno 23 del suo pontificato, cioè nell'846, il giorno primo di agosto. Il detto conte poi donò a questa chiesa molti beni, e volle che vi fosse un sacerdote, da lui chiamato custode ed ordinario, per risiedervi continuamente. S. Carlo visitando questa chiesa fece l'autentica ricognizione di detto corpo.

La chiesa plebana di Legiuno esisteva fino nel 1288, decorata già da una collegiata, di cui v'è ancora un avanzo in due canonici coadjutori al proposto nel ministero parrocchiale. Fin d'allora conteneva ella nel suo plebanato diciotto chiese.

Nel territorio di Legiuno si vede la chiesa di s. Caterina, detta del Sasso, visitata dai popoli a guisa d'un santuario, della quale ecco in succinto l'origine. Alberto Besozzo, signore ricco ed avaro, corse pericolo sul Verbano di naufragare. Fece voto di abbandonar le cose mondane e ritirarsi in qualche eremo, se Dio l'avesse sottratto dal pericolo. Graziato pertanto dal Ciclo, venne su di questa orrida rupe nel 1319, e vi dimorò dentro uno speco per lo spazio di 37 anni. I popoli di Sunna e di Pallanza a lui ricorsero in occasione di peste, e a di lui persuasione eressero su di questa rupe la chiesetta a s. Caterina, ampliata in occasione della morte del beato penitente, il quale è venerato dai popoli anche lontani. Presso questa chiesa v'era un monastero di Domenicani, ai quali furono sostituiti i monaci di s. Ambrogio. Finalmente vi abitarono i Carmelitani della congregazione della Mantova, soppressi i quali la chiesa venne governata da un sacerdote assistente e coadjutore di Legiuno. Dicesi del Sasso per un enorme macigno che pende sopra la chiesa.