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Foto Orbetello:
2012, 2009, 2008
La baia di Talamone

Orbetello è situato in Toscana in Provincia di Grosseto. Il 3 febbraio si festeggia il Patrono, San Biagio.

Confina con i comuni di: Magliano in Toscana, Manciano, Monte Argentario e Capalbio.

Indice

Ritratto della Città

Piazza del Plebiscito

Orbetello nidifica su un istmo di terra tra due lagune. Oltre Piazza del Popolo si può vedere il canale comunicativo delle due lagune, di cui una dichiarata area protetta dal WWF. E' collegata al promontorio dell'Argentario da una diga artificiale costruita nel 1842.

L'area affonda le sue radici storiche nell'età tardo villanoviana, ma già in epoca preromana il nucleo abitativo aveva assunto una particolare vivacità. Nel Medioevo l'Urbu Tellese (da cui "terre dell'Urbe": Orbetello) divenne parte del feudo dell'abate delle Tre Fontane. Nel XIV secolo passò sotto l'amministrazione degli Aldrobandeschi di Sovana, successivamente sotto la famiglia degli Orsini e nel 1414 divenne parte del territorio senese.

Il periodo di massimo splendore della città è compreso tra il 1557 al 1815, quando divenne capitale del minuscolo stato spagnolo detto "Stato dei Presidi" , per via dei suoi avamposti militari e marittimi. Oltre Orbetello, lo Stato dei Presidi comprendeva anche le località dell'Argentario: Porto Ercole, Porto Santo Stefano, Talamone e Porto Azzurro.

La dominazione spagnola è quella che ha lasciato l'impronta maggiore su Orbetello: l'ingresso della città a tre arcate, la Porta del Soccorso (o Medinaceli, dal nome del suo costruttore), è coronata ancora dallo stemma spagnolo.

La porta era inserita in una più ampia cinta muraria (XVI secolo), di cui la parte sopravvissuta alle demolizioni è ancora visibile in parte da Piazza 4 Novembre.

In riferimento al periodo da "capitale" è impossibile non citare la Polveriera Guzman, all'epoca arsenale dello stato ed oggi, dopo un accorto restauro, sede del Museo Archeologico Nazionale di Cosa. Anche il Duomo presenta chiari caratteri dello stile spagnolo, tranne l'altare della cappella San Biagio in stile romanico.

A destra del Duomo si percorre Via Solferino fino a Piazza Garibaldi, dove troneggia Palazzo di Spagna (il Padiglione, residenza dei viceré), il busto di Garibaldi e Torre dell'Orologio. La strada principale è però Corso Italia, che interseca Piazza del Plebiscito con il suo obelisco ai caduti ed il municipio, graduato con gli stemmi seicenteschi del viceré.

Nel 1815 lo Stato dei Presidi si estinse ed Orbetello confluì nel Granducato di Toscana.

Da Vedere

  • Duomo (Cattedrale di Santa Maria Assunta)
  • Chiesa di San Francesco
  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie, in Piazza IV Novembre
  • Molino Spagnolo
  • Acquario della Laguna di Orbetello

Dove Mangiare

  • Ristorante Da Flavia, Piazza IV Novembre, 1
  • Ristorante Gotto e Boccone, Via Aldi, 8
  • Ristorante I Pescatori, Via Leopardi, 14
  • Ristorante Il Cantuccio, Via Mentana, 7
  • Ristorante La Rosa Dei Venti, Via Aurelia, 108

Musei

Biblioteche

Complessi Bandistici

  • Premiato Corpo Bandistico Città Orbetello

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Associazione Agape-Onlus, Albinia Via Maremmana, 74
  • Associazione di Volontariato Senza Frontiere, Via Civinini, 6
  • Centro Culturale Sant'Antonio, Via Dante, 21
  • Confraternita Misericordia Albinia Simone Crociani Onlus, Albinia Via Maremmana, 6
  • Cooperativa Sociale la Fenice, Via Donatori Del Sangue, 12

Informazioni Utili

Icona train t.gif Come Arrivare

Bibliografia

  • Orbetello. Guida illustrata. Natura e storia della città sull'acqua, Cantore Susanna, Ed. Effequ (2001)
  • Orbetello e l'identità della Maremma. '800-'900, Centro Editoriale Toscano (2003)

Lapidi Commemorative

Memorie Storiche

Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo Indicatore topografico della Toscana granducale (1856) così scrive:

ORBETELLO. Capoluogo con Delegazione di 3a Cl. Piccola ma bella città posta all'estrema punta di un'angusta lingua di terra che penetra in mezzo allo Stagno. Il suo circuito è di figura triangolare, e non oltrepassa il miglio e mezzo. L'accesso alla città è difeso da spalti, da un fosso o canale, e da porta munita di ponte levatojo e di antiporti. Contigua ad essa è la Fortezza che resta isolata per un ponte levatojo.

Entro Porta di terra è una piazza detta d'Armi, la più vasta di tutte. Da un lato di essa è lo Spedale, modernamente ingrandito. Anche dentro Porta a mare è una piazza recinta da caserme militari; e di fuori sorgono dallo stagno 8 isolotti l'uno accanto l'altro, nel primo dei quali è una conserva di acque provenienti dal M. Argentario, ciascuno degli altri ha un molino a vento. Nel centro dei fabbricati della città è una piazza detta del Bivacco su cui corrisponde un vasto edifizio detto il Padiglione, destinato a quartiere di uffiziali. Sulla piazza detta della Colonna è la casa del Comune e la Chiesa dei Conventuali ora soppressi. Nella via detta del Tribunale in un lato della città trovasi la Collegiata, tempio edificato nel 1370, con facciata di elegante semplicità. Sulla contigua piazza è la Chiesa ed il Convento delle Clarisse; in mezzo di essa è una colonna di granito del Giglio, erettavi in memoria del Granduca Ferdinando III.

In Corografia dell'Italia (1832) così viene descritta la frazione del comune:

ANSEDONIA, antica città d'Etruria Transciminia, in oggi interamente rovinata, i di cui ruderi stanno sopra un ameno colle, cinque miglia all' oriente da Orbitello e due dal mare. Da alcuni geografi vuolsi che le sopra indicate rovine siano quelle di Cosa, città distrutta dai Goti, poscia ristaurata dal re Desiderio, indi interamente rovinata da Carlomagno. Le quattro picciole isole o scogli che sorgono nel mare Tirreno circa 4 miglia distanti dalla spiaggia verso scirocco, chiamansi le Formiche d' Ansedonia.

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