GUIDA  Palermo/Cattedrale

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**Notevole Cattedra, ricomposta con elementi di spoglio, e candelabro, entrambi del '''XII''' secolo
 
**Notevole Cattedra, ricomposta con elementi di spoglio, e candelabro, entrambi del '''XII''' secolo
 
**Il catino absidale è coperto da affreschi
 
**Il catino absidale è coperto da affreschi
 
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Versione delle 18:10, 18 ott 2020

Indice

Storia

Cattedrale
Piano della Cattedrale
La balaustra del 1753 in pietra di Billiemi - In primo piano la statua San Sergio di Carlo D' Aprile del 1656
Cattedrale - Navata Centrale
Cattedrale - Altare Maggiore
Affresco Catino Absidale Riconsegna del Duomo al Vescovo Nicodemo
Navata Centrale Controfacciata e statue della Tribuna
Cattedrale - Altare Transetto Sinistro
Cappella di Santa Rosalia
Acquasantiera nel Duomo

La Cattedrale è dedicata alla Vergine Maria Santissima Assunta in cielo ed ospita preziose reliquie dei santi patroni cittadini ed, in particolare, i resti di Santa Rosalia.

Fu eretta, nel 1184, dall'arcivescovo Gualtiero Offamilio sul luogo di una precedente basilica che era stata convertita in moschea dagli arabi.

La chiesa subì intense opere di risistemazione nei secoli, la più intensa delle quali fu intrapresa da Ferdinando Fuga che mutò l'impianto basilicale ed aggiunse le navate minori, i bracci del transetto e la cupola. I lavori furono commissionati nel 1767 dall'arcivescovo Filangieri e si protrarrono dal 1781 al 1801; il Fuga fu affiancato dall'architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia al quale si deve un'interpretazione maggiormente invasiva rispetto all'originale progetto dell'architetto fiorentino.

In quell'occasione fu sciaguratamente distrutta una meravigliosa tribuna, opera di Antonello Gagini, fra i massimi scultori del Cinquecento, siciliano figlio di Domenico che era stato allievo del Brunelleschi. Alcuni fregi e bassorilievi gagineschi sopravvissuti ornano l'interno della chiesa.

Descrizione

Esterno

La facciata principale è abbastanza defilata ed è addossata alla torre campanaria; normalmente si identifica l'ingresso principale col grande portico del lato meridionale.

La facciata propriamente detta è chiusa fra due belle torri. Il motivo ornamentale principale, ricorrente su ogni lato della fabbrica, è rappresentato da sequenze di monofore ed esafore iscritte in un'ogiva, circondata da colonninne normanne alveolate; ricche cornici ritmano le superfici, mentre gli angoli sono caratterizzati o da nervature cilindriche scanalate o a costoloni, interrotte da ricche cornici, o da nervature inglobanti altre colonnine.

Le torri terminano con un frontone chiuso fra due pinnacoli, prolungamento delle nervature presenti sui piedritti. Gli stemmi sulle ghiere sul prospetto sono quelli del senato e della casa d'Aragona. Notevoli sono i decori composti da ogive cieche con ampia strombatura decorata con intradossi a zig-zag.

Dalle torri due arconi si collegano alla torre campanaria; rifatta in stile, essa è opera ottocentesca di Emanuele Palazzotto.

Il Portico

La loggia posta sul lato meridionale funge da ingresso principale. Si tratta di un capolavoro di stile gotico catalano fiorito, opera di Antonio Gamabara, eretto nel 1429. E' aperta da tre ampie ogive con gli intradossi scanalati, con l'arco mediano leggermente più grande. La loggia è chiusa da due torri mozze decorate con lo stesso pattern di ogive cieche presente sulle altri torri. I pennacchi degli archi della loggia sono nudi, mentre fra gli stessi si innalzano delicate ed eleganti lesene che terminano con uno pseudocapitello. Fanno capolino dei doccioni gotici.

Tutta la superficie della trabeazione e del frontone è cesellata con meravigliosi ricami; volute, ricami, quatrefoil. Dentro il portico, si notino i pregiati battenti lignei di Francesco Miranda (1432).

I fianchi sono decorati con arcate cieche. Notevole la merlatura che corre lungo tutto il tetto. Spiccano le cupoline della cappelle della navata minore; imponente è la cupola tardosettecentesca. E' decorata con luci architravate coronate da timpani triangolari, strette fra coppie di lesene corinzie. La calotta è coronata da una bella lanterna.

Le Absidi

Le tre absidi terminali sono fasciate da un sontuoso motivo di archeggiature intrecciate e da tarsie di eccezionale resa scenografica. Le cornici terminali sono cesellate con archetti, triglifi o sono coperte dalle tarsie. Le merlature coronano tutta la fabbrica.

Interno

La chiesa è stata pesantemente rimaneggiata alla fine del Settecento con uno stile protoneoclassico. Lungo i pilastri corinzi sono delle statue di santi, poste sopra delle mensole, provenienti dalla tribuna gaginesca.

  • Le prime cappelle a destra custodiscono le famose tombe imperiali: si tratta dei sarcofagi di Federico II, di Costanza d'Aragona, Enrico VI, Ruggero II e l'Imperatrice Costanza. Vi sono inoltre, la tomba di Guglielmo, duca d'Atene, e l'urna di Pietro II d'Aragona. Notevole il porfido rosso e i decori cosmateschi utilizzati per le colonnine delle tribune che custodiscono i sarcofagi.
  • IV pilastro, a destra; notevole acquasantiera di Giuseppe Spadafora e Antonio Ferraro (1553)

Transetto destro. Meravigliose statue cinquecentesche di Antonello Gagini

  • A destra del presbiterio: Cappella di Santa Rosalia. Fastosa urna barocca opera di Francesco Rivelo, Giancola Viviano e Matteo Lo Castro. La cappella è decorata con fregi e paraste provenienti dalla tribuna gaginesca.
  • A sinistra del presbiterio: Cappella del Santissimo. Custodisce un bel ciborio di Cosimo Fanzago (1663)
  • Transetto sinistro: altre preziose statue del Gagini
    • Strepitoso Crocefisso ligneo del 300, forse di scuola tedesca
  • VIII cappella, a sinistra; preziosa Madonna col Bambino di Francesco Laurana (1469)
  • IV pilastro, a sinistra; acquasantiera attribuita a Domenico Gagini
  • II cappella, a sinistra; Statua dell'Assunta e vari bassorilievi dei Gagini
Presbiterio
  • Sull'altare sono le meravigliose statue del Redentore e degli Apostoli, opera di Antonello Gagini
    • Pregiato coro ligneo di stile gotico-catalano (1466)
    • Notevole Cattedra, ricomposta con elementi di spoglio, e candelabro, entrambi del XII secolo
    • Il catino absidale è coperto da affreschi