GUIDA  Pietraferrazzana

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==Storia==
 
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Pietraferrazzana, arroccata su una rupe calcarea, è un medio comune della provincia di Chieti, posto sul versante destro del fiume Sangro. L'origine del nome va rintracciato nella parola "pietra" in riferimento alle conchiglie fossili sui resti delle pietre che circondano la città. Il toponimo mutò nel 1386, trasformandosi in Pietra Ferrazzana, alla fine del'700 ha assunto la denominazione definitiva. Alcuni reperti archeologici testimonia la presenza di un nucleo abitativo già in epoca preromana. Intorno al 700 d. C. i Franchi di Carlo Magno sconfissero i Longobardi e invasero tutte le terre della provincia sottraendole, e seguito di feroci scontri, al ducato di [[Benevento]]. I Signori che si susseguirono al potere giurarono tutti fedeltà al re; questi, in cambio, concedeva loro l'investitura del feudo, l'ereditarietà dei titoli e dei privilegi e l'esercizio dei poteri sull'intera città. Per difendersi dai barbari e dai numerosi scontri e battaglie degli eserciti al soldo dei Signori locali, le popolazioni della provincia decisero di trasferirsi sulle montagne e alture più impervie, costruendo casolari e fortificazioni.  
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Pietraferrazzana, arroccata su una rupe calcarea, è un medio comune della provincia di [[Chieti]], posto sul versante destro del fiume '''Sangro'''. L'origine del nome va rintracciato nella parola "pietra" in riferimento alle conchiglie fossili sui resti delle pietre che circondano la città. Il toponimo mutò nel '''1386''', trasformandosi in Pietra Ferrazzana; alla fine del'700 ha assunto la denominazione definitiva.  
  
Nel XIV secolo la città, così come molte in Europa, venne scossa non solo dalle numerose guerre ma anche dal terribile flagello della peste che arrivò addirittura a dimezzare la popolazione. A metà '500 la città Pietraferrazzana divenne proprietà di Giovanni Genardino Riccio di Lanciano, ma a seguito di un'accusa di tradimento ai regnanti la città venne affidata all'amministrazione dei monaci di Santa Maria, i quali la affidarono a loro volta ad Antonio de Viceva.  
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Alcuni reperti archeologici testimoniano la presenza di un nucleo abitativo già in epoca preromana. Intorno al 700 d. C. i Franchi di '''Carlo Magno''' sconfissero i '''Longobardi''' e invasero tutte le terre della provincia sottraendole, e seguito di feroci scontri, al ducato di [[Benevento]]. I Signori che si susseguirono al potere giurarono tutti fedeltà al re; questi, in cambio, concedeva loro l'investitura del feudo, l'ereditarietà dei titoli e dei privilegi e l'esercizio dei poteri sull'intera città. Per difendersi dai barbari e dai numerosi scontri e battaglie degli eserciti al soldo dei Signori locali, le popolazioni della provincia decisero di trasferirsi sulle montagne e alture più impervie, costruendo casolari e fortificazioni.  
  
Nel primo anno del 1600 le autorità registrarono un netto aumento della popolazione, il che fece stabilire nuove e più onerose tassazioni. Nei anni successivi si susseguirono diverse baronie all'amministrazione della città. Molte di questi si approfittarono della popolazione e riempirono le loro casse con i tributi provenienti dalle tasche degli cittadini. A inizio ottocento, stanchi i pietraferrazzanesi di tutti gli abusi perpetrati dai nobili per anni si unirono costituendo, come in molte altre città in quel periodo, associazioni di carbonari, allo scopo difendere e promuovere diritti per la popolazione, fin troppo spesso negati dalle autorità aristocratiche. Non si registrano assemblee svoltesi a Pietraferrazzana, ma incontri e manifestazioni, alcune delle quali domate nel sangue,  sono avvenute nelle frazioni limitrofe. Sempre in questo secolo, povertà e precarie condizioni igieniche portare al rifocolarsi di altre epidemie che provocarono un ingente numero di vittime.  
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Nel '''XIV secolo''' la città, così come molte in Europa, venne scossa non solo dalle numerose guerre ma anche dal terribile flagello della peste che arrivò addirittura a dimezzare la popolazione. A metà '500 la città Pietraferrazzana divenne proprietà di '''Giovanni Genardino Riccio di Lanciano''', ma a seguito di un'accusa di tradimento ai regnanti la città venne ceduta ai monaci di Santa Maria, i quali la affidarono a loro volta ad '''Antonio de Viceva.'''
  
Nel XX secolo la città perse l'autonomia comunale, ciononostante i pietraferrazzanesi non smisero mai di lottare per riaffermare la propria libertà. Con tenacia e sacrifici, il 20 aprile del 1963, con un decreto del Presidente della Repubblica Antonio Segni, si ricostituì l'indipendenza comunale.  
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Nel primo anno del 1600 le autorità registrarono un netto aumento della popolazione, il che fece stabilire nuove e più onerose tassazioni. Negli anni successivi si susseguirono diverse baronie all'amministrazione della città. Molte di questi si approfittarono della popolazione e riempirono le loro casse con i tributi provenienti dalle tasche degli cittadini.  
  
L'anima di Pietraferrazzana continua ancora oggi ad essere fortemente legata alla terra. Gran parte del benessere della città, lo si deve, infatti, alle coltivazioni sebbene molti giovani hanno deciso di trasferirsi in città pià grandi.  
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A inizio ottocento, stanchi i pietraferrazzanesi di tutti gli abusi perpetrati dai nobili per anni, si unirono costituendo, come in molte altre città in quel periodo, '''associazioni di carbonari''', allo scopo difendere e promuovere diritti per la popolazione, fin troppo spesso negati dalle autorità aristocratiche. Non si registrano assemblee svoltesi a Pietraferrazzana, ma incontri e manifestazioni, alcune delle quali domate nel sangue,  sono avvenute nelle frazioni limitrofe. Sempre in questo secolo, povertà e precarie condizioni igieniche hanno contribuito al ridiffondersi di altre epidemie che provocarono un ingente numero di vittime.
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Nel '''XX secolo''' la città perse l'autonomia comunale, ciononostante i pietraferrazzanesi non smisero mai di lottare per riaffermare la propria libertà. Con tenacia e sacrifici, il '''20 aprile del 1963''', con un decreto del '''Presidente della Repubblica Antonio Segni''', venne ricostituita l'indipendenza comunale.
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L'anima di Pietraferrazzana continua ancora oggi ad essere fortemente legata alla terra. Gran parte del suo benessere, lo si deve, infatti, alle coltivazioni sebbene molti giovani hanno deciso di trasferirsi in città più grandi.  
  
  
 
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Versione delle 17:12, 20 mar 2009

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Pietraferrazzana è situato nell'Abruzzo nella Provincia di Chieti. Il 23 dicembre si festeggia il Patrono, Santa Vittoria. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di Santa Vittoria. Confina con i comuni di: Colledimezzo, Monteferrante e Villa Santa Maria.

Storia

Pietraferrazzana, arroccata su una rupe calcarea, è un medio comune della provincia di Chieti, posto sul versante destro del fiume Sangro. L'origine del nome va rintracciato nella parola "pietra" in riferimento alle conchiglie fossili sui resti delle pietre che circondano la città. Il toponimo mutò nel 1386, trasformandosi in Pietra Ferrazzana; alla fine del'700 ha assunto la denominazione definitiva.

Alcuni reperti archeologici testimoniano la presenza di un nucleo abitativo già in epoca preromana. Intorno al 700 d. C. i Franchi di Carlo Magno sconfissero i Longobardi e invasero tutte le terre della provincia sottraendole, e seguito di feroci scontri, al ducato di Benevento. I Signori che si susseguirono al potere giurarono tutti fedeltà al re; questi, in cambio, concedeva loro l'investitura del feudo, l'ereditarietà dei titoli e dei privilegi e l'esercizio dei poteri sull'intera città. Per difendersi dai barbari e dai numerosi scontri e battaglie degli eserciti al soldo dei Signori locali, le popolazioni della provincia decisero di trasferirsi sulle montagne e alture più impervie, costruendo casolari e fortificazioni.

Nel XIV secolo la città, così come molte in Europa, venne scossa non solo dalle numerose guerre ma anche dal terribile flagello della peste che arrivò addirittura a dimezzare la popolazione. A metà '500 la città Pietraferrazzana divenne proprietà di Giovanni Genardino Riccio di Lanciano, ma a seguito di un'accusa di tradimento ai regnanti la città venne ceduta ai monaci di Santa Maria, i quali la affidarono a loro volta ad Antonio de Viceva.

Nel primo anno del 1600 le autorità registrarono un netto aumento della popolazione, il che fece stabilire nuove e più onerose tassazioni. Negli anni successivi si susseguirono diverse baronie all'amministrazione della città. Molte di questi si approfittarono della popolazione e riempirono le loro casse con i tributi provenienti dalle tasche degli cittadini.

A inizio ottocento, stanchi i pietraferrazzanesi di tutti gli abusi perpetrati dai nobili per anni, si unirono costituendo, come in molte altre città in quel periodo, associazioni di carbonari, allo scopo difendere e promuovere diritti per la popolazione, fin troppo spesso negati dalle autorità aristocratiche. Non si registrano assemblee svoltesi a Pietraferrazzana, ma incontri e manifestazioni, alcune delle quali domate nel sangue, sono avvenute nelle frazioni limitrofe. Sempre in questo secolo, povertà e precarie condizioni igieniche hanno contribuito al ridiffondersi di altre epidemie che provocarono un ingente numero di vittime.

Nel XX secolo la città perse l'autonomia comunale, ciononostante i pietraferrazzanesi non smisero mai di lottare per riaffermare la propria libertà. Con tenacia e sacrifici, il 20 aprile del 1963, con un decreto del Presidente della Repubblica Antonio Segni, venne ricostituita l'indipendenza comunale.

L'anima di Pietraferrazzana continua ancora oggi ad essere fortemente legata alla terra. Gran parte del suo benessere, lo si deve, infatti, alle coltivazioni sebbene molti giovani hanno deciso di trasferirsi in città più grandi.