GUIDA  Provincia di Agrigento

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La sua storia è quella della mitica ''Akragas'', la potente colonia fondata dai Greci di [[Gela]] che diede i natali, tra gli altri, al filosofo '''Empedocle''' e che i Romani ribattezzarono ''Agrigentum'' dopo averla conquistata ai Cartaginesi. Oltre all'insuperabile fascino della Valle dei Templi di [[Agrigento]] - massimo esempio di civiltà greca fuori dai confini della Grecia - sono evidenti le tracce, nei monumenti e in parte nell'ordito urbano - dove non è intervenuta l'ondata deformante della cementificazione selvaggia, piaga endemica dell'area -, della successiva dominazione normanna: dalle fortificazioni di [[Caltabellotta]] e [[Burgio]] al Castello di [[Favara]] passando per una serie di piccoli e grandi borghi, in cui è riproposto il classico trittico "chiesa madre-castello-palazzo nobiliare".
 
La sua storia è quella della mitica ''Akragas'', la potente colonia fondata dai Greci di [[Gela]] che diede i natali, tra gli altri, al filosofo '''Empedocle''' e che i Romani ribattezzarono ''Agrigentum'' dopo averla conquistata ai Cartaginesi. Oltre all'insuperabile fascino della Valle dei Templi di [[Agrigento]] - massimo esempio di civiltà greca fuori dai confini della Grecia - sono evidenti le tracce, nei monumenti e in parte nell'ordito urbano - dove non è intervenuta l'ondata deformante della cementificazione selvaggia, piaga endemica dell'area -, della successiva dominazione normanna: dalle fortificazioni di [[Caltabellotta]] e [[Burgio]] al Castello di [[Favara]] passando per una serie di piccoli e grandi borghi, in cui è riproposto il classico trittico "chiesa madre-castello-palazzo nobiliare".
Vestigia ben più datate della colonizzazione ellenistica sono racchiuse sia nella fascia costiera, su tutti la Grotta Zubbia a [[Palma di Montichiaro]], sia nell'entroterra, vedi Contrada Capreria a [[Sant'Angelo Muxaro]].  
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Vestigia ben più datate della colonizzazione ellenistica sono racchiuse sia nella fascia costiera, su tutti la Grotta Zubbia a [[Palma di Montechiaro]], sia nell'entroterra, vedi Contrada Capreria a [[Sant'Angelo Muxaro]].  
  
 
La natura di questi luoghi alterna i colori brulli del paesaggio collinare e sabbioso - reso ancor più arido dalla scarsità di acqua che da sempre penalizza questa parte della regione - a quelli eburnei di Capo Bianco e della scenografica roccia cretacea nota come '''Scala dei Turchi''', sulla costa di [[Realmonte]]. Altrove, nella Riserva Naturale Macalube di [[Aragona]], ha la consistenza salmastra ed esplosiva dei ''"vulcanelli"'', coni di fango originati da emissioni di bolle di gas metano. Fino a raggiungere la sua manifestazione più pura e incontaminata nell'Arcipelago delle Pelagie, che ha in [[Lampedusa e Linosa|Lampedusa]] il suo fulcro e nella '''spiaggia dei conigli''', rifugio sicuro per le tartarughe ''"Caretta caretta"'', il suo sacrario floro-faunistico.  
 
La natura di questi luoghi alterna i colori brulli del paesaggio collinare e sabbioso - reso ancor più arido dalla scarsità di acqua che da sempre penalizza questa parte della regione - a quelli eburnei di Capo Bianco e della scenografica roccia cretacea nota come '''Scala dei Turchi''', sulla costa di [[Realmonte]]. Altrove, nella Riserva Naturale Macalube di [[Aragona]], ha la consistenza salmastra ed esplosiva dei ''"vulcanelli"'', coni di fango originati da emissioni di bolle di gas metano. Fino a raggiungere la sua manifestazione più pura e incontaminata nell'Arcipelago delle Pelagie, che ha in [[Lampedusa e Linosa|Lampedusa]] il suo fulcro e nella '''spiaggia dei conigli''', rifugio sicuro per le tartarughe ''"Caretta caretta"'', il suo sacrario floro-faunistico.  

Versione attuale delle 14:27, 25 lug 2011

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La Provincia di Agrigento è parte della Regione Sicilia e comprende 43 comuni. Confina con le province di Caltanissetta, Palermo e Trapani.

Il capoluogo è Agrigento, qui gli altri comuni della provincia.

Ritratto della Provincia

Il volto africano della Trinacria, impareggiabile testimone dell'impronta ellenica nel Mediterraneo, culla delle lettere. Tre qualità che definiscono l'identità geografica, storica e culturale della Provincia di Agrigento, sita nella propaggine meridionale della Sicilia, di fronte all'Africa Settentrionale cui geologicamente è collegata attraverso l'Arcipelago delle Pelagie. Un territorio prevalentemente collinare che ai litorali aridi e selvaggi della costa - compresa tra Sciacca e Licata - accosta la cornice brulla dei Monti Sicani e delle alte vette dell'Altopiano di Sicilia.

La sua storia è quella della mitica Akragas, la potente colonia fondata dai Greci di Gela che diede i natali, tra gli altri, al filosofo Empedocle e che i Romani ribattezzarono Agrigentum dopo averla conquistata ai Cartaginesi. Oltre all'insuperabile fascino della Valle dei Templi di Agrigento - massimo esempio di civiltà greca fuori dai confini della Grecia - sono evidenti le tracce, nei monumenti e in parte nell'ordito urbano - dove non è intervenuta l'ondata deformante della cementificazione selvaggia, piaga endemica dell'area -, della successiva dominazione normanna: dalle fortificazioni di Caltabellotta e Burgio al Castello di Favara passando per una serie di piccoli e grandi borghi, in cui è riproposto il classico trittico "chiesa madre-castello-palazzo nobiliare". Vestigia ben più datate della colonizzazione ellenistica sono racchiuse sia nella fascia costiera, su tutti la Grotta Zubbia a Palma di Montechiaro, sia nell'entroterra, vedi Contrada Capreria a Sant'Angelo Muxaro.

La natura di questi luoghi alterna i colori brulli del paesaggio collinare e sabbioso - reso ancor più arido dalla scarsità di acqua che da sempre penalizza questa parte della regione - a quelli eburnei di Capo Bianco e della scenografica roccia cretacea nota come Scala dei Turchi, sulla costa di Realmonte. Altrove, nella Riserva Naturale Macalube di Aragona, ha la consistenza salmastra ed esplosiva dei "vulcanelli", coni di fango originati da emissioni di bolle di gas metano. Fino a raggiungere la sua manifestazione più pura e incontaminata nell'Arcipelago delle Pelagie, che ha in Lampedusa il suo fulcro e nella spiaggia dei conigli, rifugio sicuro per le tartarughe "Caretta caretta", il suo sacrario floro-faunistico.

In questa distesa di colline, note fin dall'antichità per i ricchi giacimenti di zolfo oggi si vive prevalentemente di agricoltura, in primis di vitigni e agrumeti. Un passaggio vissuto, in particolare, dal territorio di Canicattì che oggi, insieme a un centro storico tra i più suggestivi dell'agrigentino, può vantare il marchio IGP (indicazione geografica protetta) della sua "Uva da tavola". Una voce fondamentale dell'economia è il turismo che ai siti d'interesse storico-archeologico aggiunge la secolare fama delle Terme di Sciacca, principale porto commerciale della provincia. Ridotta a pochi esempi l'attività industriale, concentrata per lo più nella zona di Porto Empedocle.

Tre nomi, Porto Empedocle, Racalmuto e Caos (periferia di Agrigento), per ricordare quanto deve la letteratura italiana ed europea, di ieri e di oggi, a questa terra: rispettivamente luoghi natii di un maestro del giallo come Andrea Camilleri, di un intellettuale engagè del calibro di Leonardo Sciascia e di un inarrivabile premio nobel che risponde al nome di Luigi Pirandello.

Bibliografia

  • Agrigento e la sua provincia - tante occasioni di relax: folklore, terme, isole, hotels, Cooperativa provinciale albergatori Agrigento (198-?)
  • La rivoluzione siciliana del 1848-'49 in provincia di Agrigento, Vincenzo Cardillo; Editore F. Ciuni (1940)
  • Guida alla natura della provincia di Agrigento, Giovanni Salvo; Arbor (1998)
  • Al tempo dei Chiaramonte: castelli chiaramontani della provincia di Agrigento, Giuseppe Amato, Francesca Piazza, Salvatore Amato; illustrazioni di Mariuccia Linder; Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Sicilia (2002)
  • I porti della provincia di Agrigento: prospettive di sviluppo, Giuseppe Virgilio; Azienda speciale per lo sviluppo dei porti della provincia di Agrigento, della camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (2000)