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Foto Rorà:
2012, 2009, 2008

Rorà è situato nel Piemonte nella Provincia di Torino. Il 26 luglio si festeggia il Patrono, Sant'Anna. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di Sant'Anna.

Confina con i comuni di: Luserna San Giovanni, Torre Pellice, Villar Pellice e Bagnolo Piemonte.

Storia

Le tracce archivistiche della località, nella forma Rorata, risalgono al 1014. La località ricadeva sotto la giurisdizione dei Luserna che, in seguito, diedero vita ad un ramo locale eponimo noto col nome di Rorengo.

La località, come molte altre vicine, vide crescere esponenzialmente il numero della comunità valdese che divenne presto maggioritaria.

La comunità inizia a subire la violenza della repressione antivaldese già nel 1561 con Emanuele Filiberto, appena dopo l'effimera Pace di cavour; le truppe sabaude, i quell'occasione, diedero alle fiamme Rorà. Con l'Editto di Fontainbleu, quando i Savoia ripresero la loro politica repressiva di cattolicizzazione coatta, si riscatenò la violenza antivaldese sulla comunità, con drammatiche rappresaglie. Con gli editti di proscrizione del Duca Vittorio Amedeo II che imponevano alla popolazione non cattolica o l'abiura o l'esilio forzato in Svizzera, nel 1655, la comunità da prova di grande eroismo resistendo alle truppe sabaude, capeggiati dall'illustre rorenghese Giosuè Giavanello, detto il Leone di Rorà. Janaviel, come è il suo nome in francese, capeggiò la resistenza valdese di Rorà che alla fine capitolò sotto il fuoco sabaudo venendo praticamente rasa al suolo. Giavanello fu preso con la famiglia e condotto a Torino dove la sorte che gli toccava era il patibolo: ma da vero eroe, riuscì a sfuggire la morsa della soldataglia e, con una fuga avventurosa fra le Alpi, riuscì a riparare in Svizzera dove mise su una truppa con la quale ritornare in Piemonte per riprendersi la famiglia: in realtà, dopo gli eccidi delle Pasque Piemontesi, allorquando i Savoia erano sicuri di essere riusciti ad estirpare il culto riformato dal Piemonte, le autorità sabaude decisero inizialmente di perdonare i rivoltosi, Janaviel incluso; a patto che questi abbandonasse definitivamente la val Pellice. La scelta dell'abiura o dell'esilio coatto spinsero il Nostro a prendere la via della macchia e ha iniziare una vita da brigante, continuando a dare filo da torcere alle autorità.