GUIDA  Sant'Ambrogio di Torino/Sacra di San Michele

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Indice

Sacra di San Michele

Sacra di San Michele
Il portale dello Zodiaco, opera dello scultore Nicolò (XII secolo)
  • L'Abbazia si erge sulla vetta del Monte Pirchiriano, a 962 metri, dominante la Valle di Susa e la strada che porta verso il Colle del Moncenisio. Costruita tra il 983 e il 987, è uno dei più grandi complessi architettonici religiosi di epoca romanica d'Europa, anche se subì nei secoli successivi numerosi ampliamenti,distruzioni, rifacimenti e restauri.Sopra una Cappella dedicata a San Michele per intervento del Conte Alverniate Ugo di Montboissier ( su invito del Pontefice Silvestro III) ,sorse nell’anno 998 il Monastero Benedettino,mentre la costruzione dell’attuale chiesa,iniziata verso l’anno 1000,fu completata verso l’anno 1250.Al suo interno dove tre navate testimoniano il passaggio dall’arte romanica a quella gotica,sono visibili pregevoli affreschi e nel coro vecchio si ergono il trittico ed una pala del Defendente Ferrari .Sotto il pavimento della Chiesa si trovano le originarie tre Cappelle in parte attribuite all’eremita San Giovanni Vincenzo ,che corrispondono alla parte più antica dell’intero complesso.Il passaggio di pellegrini le diede fama tanto da renderla potente,sì da controllare più di un centinaio di chiese non solo italiane.Divenne ben presto centro di spiritualità e crocevia di scambi culturali.Nel XII secolo ebbe il suo massimo splendore e nel XV secolo l'attività monastica fu sospesa dal Papa Gregorio XV .Nel XVII secolo decadde e andò,col tempo,in rovina anche per aver subito dei bombardamenti; appena nell'Ottocento si iniziò a restaurarla (per merito del Re Carlo Alberto ) con l'insediamento dei Padri Rosminiani che, a tutt'oggi, la custodiscono.Qui ,nell’anno 1836,furono traslate le salme di 24 Principi di Casa Savoia sino ad allora custodite nel Cattedrale di San Giovanni Battista in Torino.Oggi è meta di visitatori,essendo divenuta (con L.Reg. n.68/1994) simbolo del Piemonte e dell’antico complesso,corredato da un belvedere da cui si può godere uno splendido panorama,si sono tramandate la Chiesa,il Monastero con la Foresteria,il Chiostro,la Torre della Bell’Alda,i ruderi del Monastero Nuovo ed il Campanile mai terminato.
Sacra di San Michele (di Ermanno Eandi )
La Sacra di San Michele
Baluardo di fede
della susina valle,
splendida corona
del Pirchiriano.
Millenni di storia
in religiosa abbazia,
dimora dei Benedettini
e degli ascetici Rosminiani.
La porta dello zodiaco,
libri preziosi,
scalinate audaci,
sono racchiuse in te,
capolavoro mistico,
eremo sacro
sospeso nell’inifinito.

Panorami e Scorci

Il complesso abbaziale

Particolari architettonici

Chiesa Romanica

Foresteria grande

Sacrario dei Monaci

Varie

Curiosità

Linea Sacra di San Michele
  • L'imponente costruzione, posizionata lontano dal centro cittadino, ben si presta a storie fantastiche, miti o leggende su luoghi misteriosi ed incantati tra le quali:la leggenda che dice che la Cappella sia stata eretta pezzo a pezzo da angeli e da colombe, trasportando il materiale di una chiesetta preesistente sull'opposto Monte Civrari.
  • L'Abbazia è anche raggiungibile a cavallo su un percorso che parte nei pressi della "cava di pietra" (vicino al campo sportivo) raggiunge la Località "Mortera", e prosegue lungo l’antica Via dei Principi (così detta perché ricalca in parte la via seguita delle salme dei Savoia,trasportate alla Sacra dalla Cattedrale di San Giovanni Battista in Torino). Itinerario molto bello dal punto di vista paesaggistico e non presenta difficoltà (richiese circa due ore).
  • Sette santuari, dall’Irlanda fino in Israele, sono uniti da una immaginaria linea retta chiamata Linea Sacra di San Michele (secondo la leggenda il colpo di spada che il Santo inflisse al Diavolo per rimandarlo all’inferno; costituisce un perfetto allineamento con il tramonto del sole, nel giorno del Solstizio di Estate) che per oltre duemila chilometri taglia l’ Europa collegando sette monasteri dedicati all’ Arcangelo Michele . I tre siti più importanti sono: Mont Saint Michel in Francia, la Sacra di San Michele in Valle di Susa e la Basilica/Santuario San Michele Arcangelo di Monte Sant'Angelo , nel Gargano ( vds. Santuario di S. Michele Arcangelo con campanile angioino a pianta ottagonale ed musei), ubicati, fra loro, alla stessa distanza.

Miti e Leggende

  • In un momento storico , non meglio precisato , in cui la valle era percorsa da mercenari e conquistatori dediti ad ogni sorta di razzia e di torbida azione la gente terrorizzata si rifugiava sul Monte Pirchiriano ( dov'è edificata la Sacra di San Michele ) . Durante una di queste incursioni un gruppo considerevole di valligiani speravano di trovare nel monastero la protezione per sottrarsi alla furia dei soldati . Fra di loro c’era anche una giovane bellissima di nome Alda che, proprio per la sua prestanza fisica, era chiamata Bell’Alda . Dopo aver saccheggiato le case a valle i soldati si misero sulle tracce dei fuggiaschi e ben presto salirono al monastero . Qui rubarono tutto il possibile , uccisero i monaci e gli sfollati , non prima però , di aver oltraggiato le donne . Solo Alda riuscì a sottrarsi rifugiandosi in un torrione ( che ancora oggi porta il suo nome e di cui restano solo più i ruderi ). Qui la giovane si mise a pregare intensamente la Madonna e quando i soldati la raggiunsero raccomandò la sua anima alla Vergine e si buttò nel vuoto piuttosto di finire tra le grinfie di quelle furie umane . La sua fede così viva la salvò : la Madonna mandò in suo soccorso due angeli che discesi dal cielo la presero per mano e l’accompagnarono nel volo depositandola dolcemente a terra . Qualcuno dice che la vanità è femmina e per la Bell’Alda mai proverbio fu più azzeccato . Infatti , quando finirono le scorrerie , passata la paura e tornata la serenità , Alda andò in giro a pavoneggiarsi della sua impresa , ma nessuno dei paesani volle crederle . Allora Alda si infuriò per tanta incredulità e sfidò tutti riproponendo il salto nel vuoto . Ma questa volta la sua superbia fu punita e quando , davanti ai paesani sgomenti , si lanciò dal torrione si sfracellò sulle rocce sottostanti . Di lei non rimase nulla tanto che un detto piemontese recita «’l toc pi gross a l’è l’ouria» ovvero «il pezzo più grosso è l’orecchio».