GUIDA  Sesto Calende

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Foto Sesto Calende:
2012, 2009, 2008
Barche a Sesto

Sesto Calende è situato in Lombardia, ai confini con il Piemonte, in Provincia di Varese. Tra gli edifici religiosi: Chiesa parrocchiale di San Bernardino (1912); Chiesa di San Donato; Chiesa di Sant'Antonio Abate.

Confina con i comuni di: Castelletto Sopra Ticino, Dormelletto, Angera, Vergiate, Taino, Golasecca, Mercallo, Osmate, Cadrezzate e Comabbio.

Indice

Dove Mangiare

Spiaggetta sul Ticino
Ponte di ferro
  • Osteria Del Pozzo, Via Oneda, 24
  • Ristorante Al Portichetto, Piazza Garibaldi, 15
  • Ristorante Casa Da Picanha, Via Dell'Industria, 1
  • Ristorante Da Andrea, Via Coquo, 35
  • Ristorante Il Tamarindo, Piazza Scipione, 7/8
  • Ristorante La Biscia, Piazza De Cristoforis, 1
  • Ristorante La Terrazza, Via Lentate, 28
  • Ristorante Pizzeria Il Gabbiano, Via Lombardia, 43

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale, Piazza G. Mazzini
  • Biblioteca della Agusta, Via Indipendenza, 2

Complessi Bandistici

  • Banda Musicale G. Colombo

Informazioni Utili

Icona train t.gif Come Arrivare Icona asso t.gif Associazioni

Riferimenti

  • IAT - Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica, Viale Italia, 1. Telefono: 0331-923329

Memorie Storiche

Il libro Antiquario della Diocesi di Milano (1828) così riporta:

Dopo Tajno sulle rive del Verbano giace la piccol parrocchia di LISSANZA, celebre nelle età andate per un forte castello, di cui rimangono ancora al giorno d'oggi gli avanzi. I nostri arcivescovi avevano già la decima di questo territorio, e note sono le vertenze tra l'arcivescovo Cassone ed il Magno Matteo che se l'aveva appropriata nel 1311. Ora vi domina la nobilissima milanese famiglia Visconti d'Aragona.

Due miglia oltre Lissanza vedevasi l'antico castello di SESTO sulla sponda orientale del lago maggiore, che ivi termina per aprire il corso al fiume Ticino, da dove impetuoso scorre sino a Pavia, e poco dopo si getta nel Po. Grande è l'affluenza de' forestieri a Sesto Calende, che mette sul Piemonte, nell'Elvezia e nella Francia. È la scala dei traffici di tutto il Verbano, e però simile a un porto di mare. Si vuole che qui particolar culto si prestasse dai Pagani agli dei Mercurio, Silvano e Panteo.

Le iscrizioni antiche, conservateci dall'Alciati nel suo Antiquario, comprovano tal opinione. Dalle carte del 967 si vede che l'antico castello si chiamava Sextum Mercatum per un celebre mercato che qui si faceva. Siccome poi lo vediamo dopo chiamato Sextum Kalendarum, sembra potersi dire che il giorno del mese in cui tenevasi tal mercato, abbia stabilito la denominazione di Sesto Calende. Checché sia di ciò, non dobbiamo ommettere di dire che il tenersi colà presentemente il mercato ogni mercoledì proviene da concessione dell'imperatore Giuseppe II del 1783, essendo in quell'anno passato da Sesto.

Da una bolla di Alessandro III si rileva l'alto dominio dei nostri arcivescovi sopra di Sesto, e suo distretto, ceduto poi in feudo alla nobile famiglia da Castello, che ne ottenne la conferma nel 1210 da Ottone IV imperatore. Antichissima è la chiesa parrocchiale, discosta dall'abitato, come era l'uso ne' lontani secoli. È propriamente quella parrocchiale nel vicino luogo di Scozzola, detto anche Scogialo, celebre per un antico monastero fondatovi nella metà del secolo nono da Liutardo vescovo di Pavia. Il di lui successore l'anno 874 ottenne dal papa Giovanni VIII la conferma del suo dominio su di questo monastero, ciò che eccitò discordia tra il papa ed Ansperto nostro arcivescovo. Nacque poi clamorosa lite tra l'arcivescovo Filippo e l'abate, stata agitata in Roma per due anni. Il vescovo di Verona, delegato dal papa, attenutosi al possesso, aveva deciso parte in favore dell'arcivescovo e parte in favore dell'abate. Proposta la questione della proprietà, ed attesa la contumacia dell'arcivescovo, fu dato all'abate il possesso anche dell'altra parte dei beni. Allora l'arcivescovo colla forza se gli appropriò, e con ordine dei consoli di Milano scacciò i monaci dal monastero, e spedì a Roma il celebre giurisperito Passaguerra ad informare il pontefice dei ragionevoli motivi di sua risoluzione. I monaci furono poi rimessi nel monastero, riservato però all'arcivescovo il dominio sul Porto, sulla Signoria, sulla Castellanza di Sesto e sul Ticino sino a Castelletto.

Coll'andar del tempo questo monastero divenne una comenda, nel 1535 da Paolo III aggregata all'ospitale maggiore, che oggi pure vi elegge il parroco. Quella chiesa viene anche oggi chiamata la Badia. Nell'altar maggiore si venera il corpo di s. Gangolfo martire, o probabilmente di s. Arnolfo, come si vede nel codice di Gottofredo da Bussero, il quale dice che esso santo fu vescovo di una città di là dai monti, e non martire. Vi esistono vaghi dipinti a fresco, e fra gli altri una copia distinta del Cenacolo di Leonardo. Il parroco, che appellavasi priore, fu di recente insignito del titolo di prevosto e della cappa-magna, ed è vicario in luogo. Quale pur fosse il diritto su di quella parrocchia, che negli ultimi tempi rimanesse all'arcivescovo vescovo di Pavia, con bolla pontificia dell'anno 1820 fu aggregata in perpetuo alla diocesi di Milano. Essendo, come dicemmo, la parrocchiale fuori di Sesto, per comodo maggiore fu eretto nel borgo l' oratorio di s. Bernardino. Eravi anche un convento dei PP. Francescani Riformati, stato soppresso a questi tempi. Ne rimane la chiesa. Qui approda la nave a vapore, detta il Verbano, che tutt'i giorni fa il corso del lago sino a Magadino; conducendo viaggiatori: fu posta l'anno 1827.

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