GUIDA  Torre Annunziata/Storia

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Versione del 1 set 2010 alle 14:52 di Massimo Di Bello (Discussione | contributi)

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I primi insediamenti abitativi furono quelli degli Osci, cui seguirono i Greci e i Sanniti, scalciati poi dai Romani nel 90 a.C. Durante l'epoca romana l'economia fiorì e furono costruiti numerosi palazzi, ville e stazioni termali, dando vita anche alla località Oplontis. Tale località è stata a lungo ignorata dai letterati, ma essa era presente nella "Tabula Peutingeriana", una carta in cui erano inserite le strade e i confini dell'intero Impero Romano. Tuttavia la località fu danneggiata nel 62 d.C. in seguito ad un forte terremoto e distrutta definitivamente nel 79 d.C. con l'eruzione del Vesuvio. Da questa data tutto il territorio cittadino restò desolato e fu chiamato Silva Mala, in quanto la boscaglia formatasi nascondeva belve e malviventi. Con l'avvento dei d'Angiò la città divenne territorio demaniale e fu costruita la Torre Annunciata, inizialmente utilizzata per scopi militari, poi adibita a luogo di conservazione per il grano. Attualmente, però, è un rudere abbandonato.

Alla dominazione degli angioini successe quella degli Aragonesi che fecero costruire una nuova torre, in quanto quella precedente non era sufficiente a proteggere gli abitanti. Durante tale regno furono aperti dei canali del fiume Sarno per alimentare i mulini idraulici per la produzione di alimenti. Man mano le condizioni della città, ormai feudo, migliorarono sempre più e le strade che la collegavano agli altri territori limitrofi furono ricostruite. Tuttavia questa situazione di apparente benessere mutò con le imposizioni fiscali del governo spagnolo e con l'eruzione del Vesuvio nel 1631.

La situazione cambiò, finalmente, con il regno di Carlo di Borbone il quale fece costruire la fabbrica d'armi e un quartiere militare. Durante il Decennio francese la città divenne la prediletta di Gioacchino Murat che la ribattezzò Gioacchinopoli. Nel XIX secolo, con le ristrutturazioni al manto stradale, le attività economiche migliorarono, purtroppo però l'epidemia di colera del 1836 mise nuovamente in crisi la città. Nel 1871 furono terminati i lavori per il porto oplontino e dello scalo marittimo delle ferrovie che portarono a un notevole sviluppo economico e commerciale della città con l'importazione di grano e carbone e l'esportazione di pasta.

Con l'inizio del secolo successivo due forti eruzioni del Vesuvio, famosa quella del 1906, seppellirono parte del territorio e la situazione peggiorò con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Quando si costituì il comune di Pompei, nel 1928, Torre Annunziata cedette le frazioni La Civita di Valle e Pontenuovo, ovvero il territorio tra gli scavi archeologici pompeani e il Santuario della Beata Vergine del Rosario. Nel 1946 ottennero l’autonomia anche i comuni di Boscoreale e Boscotrecase, prima annessi alla città.

Con la Seconda Guerra Mondiale numerosi bombardamenti distrussero case e palazzi; nel 1946, il 21 gennaio, esplose un treno pieno di munizioni fermo allo scalo ferroviario disseminando morte e terrore nella città già messa in ginocchio dalla guerra. In documenti antichi rinvenuti nell'archivio della Basilica dell'Ave Gratia Plena si parla di cinquantasei vittime, per le quali si volle anche innalzare una lapide commemorativa. Nell'esplosione furono distrutte tutta la zona portuale, i rione degli operai e dei pescatori, la stazione marittima, i magazzini generali e alcune palazzine del porto.