GUIDA  Torre Annunziata/Villa di Lucio Crasso Terzo/Le Attività

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Lungo i bracci del peristilio della villa B, sono state rinvenute più di quattrocento anfore vinarie, messe lì capovolte ed impilate ad asciugare per essere riempite. Vicino ad esse un fornellino, sul quale poggiava una pentola in cui veniva sciolta la resina conifera utilizzata per rivestire gli interni delle anfore.

Questo fa pensare che l'attività prevalente fosse il commercio del vino, attivissimo al momento dell'eruzione. Nella Villa, luogo di smercio e non di produzione, perché non sono stati trovati macchinari per la lavorazione, si conservava e si distribuiva vino anche nella vicina Pompei. Era abitudine mescolare il vino con il miele e perfino con acqua di mare e aromatizzarlo con resina, olii profumati, pece. Veniva anche annacquato perché essendo molte le libagioni, se ne potesse bere in maggiori quantità. Un vino molto decantato era quello pompeiano VITIS HOLCONIA.

Su alcune anfore sono state rilevate indicazioni di qualità di vini; vino di LESBO, di produzione locale e di pregiata fattura, proveniente dai vigneti vesuviani. Su altre anfore la scritta ANICETUS, nome noto nel commercio vinario di Pompei, rappresentava la garanzia del prodotto; su altre JUNIOR per indicare che conteneva vino novello.