GUIDA  Valprato Soana

Da Wiki.
Pagine Utili sul Comune
Scheda su Valprato Soana
Mappa Interattiva
Siti valpratesi
Amministrazione Comunale
Statistiche su Valprato Soana
Inserisci Bollino Wiki
Concorso Fotografico
Concorsofoto.jpg
Foto Valprato Soana:
2012, 2009, 2008

Valprato Soana è situato nel Piemonte, ai confini con la Valle d'Aosta, nella Provincia di Torino. La penultima domenica di luglio si festeggia il Patrono, San Silverio. Tra gli edifici religiosi: Parrocchiale di San Silverio; Santuario di San Besso; Chiesa di San Giacomo (in località Pianetto).

Confina con i comuni di: Vico Canavese, Traversella, Ronco Canavese, Cogne e Champorcher.

Il comune fa parte del territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Indice


Storia

Prime attestazioni archivistiche su queste zone risalgono all'epoca arduinica, quando i trend insediativi altomedievali raggiungono l'apice e si strutturano i borghi. Da possedimento proprio di re Arduino, Valprato transita ai conti di Valperga; un diploma di Enrico V risalente al 1110 ci informa che Guido III e suo fratello Ottone vengono investiti di varie terre nel canavese.

I Valperga, fra XII e XIII secolo perseguono una politica autonoma e spregiudicata che li porterà ad avere sempre più potere nelle valli ma sarà alla base di un grosso conflitto fra la nobiltà canavese. La regione, infatti, era fratturata fra Guelfi e Ghibellini, sostenitori dei Savoia o dei marchesi del Monferrato, che erano le potenze regionali più influenti. In un secondo momento interverranno nelle trame anche i Visconti di Milano che cullavano un sogno egemonico in tutto il Nord Italia.

Dal Duecento in poi i Valperga, ghibellini, sostengono gli aleramici e, nonostante formalmente giurassero fedeltà ad Amedeo V di Savoia, solo dal 1356 incominciano a perseguire una politica filosabauda. Il cambiamento politico tornò a loro vantaggio: nel XV secolo Valprato, infatti, è sconvolta dalla rivolta dei Tuchini. Si tratta di una jacquerie, di una ribellione del popolo contro i soprusi della nobiltà, che trovò l'appoggio esterno dei monferrini in ottica antisabauda. Ed è ovvio che ogni tipo di rivolta pauperista, alla quale facevano seguito episodi di terrore come uccisioni di nobili e distruzione delle loro proprietà, poteva rivelarsi fatale per ogni signoria. Il passaggio in campo sabaudo permise ai Valperga di vedersi riconfermare il titolo comitale dai Savoia che chiusero la pagina dei Tuchini con una sorta di amnistia ed una restaurazione dello status quo ante.

Dopo le discese francesi che scombussolarono in seguito le valli, ci fu un picco demografico ed economico grazie allo sviluppo della nobile tradizione dei magnin, dei calderai, che diventarono famosi anche in Francia e Svizzera. Alla perdita d'importanza di questa tradizione fa fisiologicamente seguito una crisi di spopolamento.

Valprato Soana fu sede di vari nuclei combattenti di partigiani in occasione della Resistenza e, per questo, subi' devastazioni in occasione della ritirata tedesca del 1944.

Curiosità

San Besso e i culti litici

In Valprato Soana è il Santuario di San Besso che sorge a 2047 metri, in prossimità dello sperone dal quale fu precipitato il santo martire. Besso faceva parte della famosa Legione Tebea, così chiamata perchè composta da tebei ed altri popoli provenienti dal Mediterraneo Orientale che, per la vicinanza con la Terra Santa, furono fra i primi a convertirsi al cristianesimo. Va detto, però, che l'ipotesi che Roma istituisse un'intera legione composta da cristiani sembra storicamente inattendibile. Al di là della storia o della leggenda, pare che questa legione fosse spostata dall'Imperatore Massimiliano sulle Alpi nel 286 per combattere i Galli. Essendo alcune popolazioni celtiche già convertitesi al cristianesimo, i tebei rifiutarono di combattere i correligionari e si ammutinarono, comandati da San Maurizio. Il santuario sorge nel sito dove Besso fu preso e martirizzato.

Al di là della veridicità storica di questo mito, vale la pena ricordare che sicuramente Besso, insieme a questi altri santi-martiri, hanno fatto molto per la cristianizzazione del Piemonte. La leggenda è stata positivamente utilizzata dai Savoia che attraverso la fondazione dell'Ordine Mauriziano hanno avocato a sè questo mito che è fondativo per l'identità piemontese che è, così, sovrapposta all'identità e alla storia della causa sabauda.

Un Antropologo a Valprato

San Besso, inoltre, ha attirato l'attenzione di un grande antropologo: Robert Hertz. Egli fu allievo di Émile Durkheim e Marcel Mauss e scrisse un importantissimo saggio sul primato della mano destra. In quel libro spiegava perchè in molte lingue l'aggettivo destro indica diritto, giustizia e positività e si contrappone al sinistro che, per l'appunto, comporta significati sinistri.

Hertz sostiene su Besso una idea diversa, legata ad una tradizione orale per la quale il Santo non aveva nulla a che fare con i tebei ed era un semplice pastore devoto: l'interesse del grande studioso, in realtà, è stata attratta dalla processione di San Besso. L'antropologo sostiene in San Besso. Studio di un culto alpestre, del 1912, che ci troviamo di fronte alla cristianizzazione di un culto litico pagano, e per la precisione, celtico. Nell'ambito della festa, infatti, vengono venerate le pietre ritenute taumaturgiche, e questi stessi poteri magici erano alla base delle nascita del potere politico nel medioevo. March Bloch, infatti, in seguito sosterrà nel famoso I Re taumaturgi che gli Stati nazionali sono nati nel medioevo attraverso l'idea dell'origine divina del potere che è stata resa possibile attraverso la monopolizzazione, da parte del potere politico, di queste credenze: i re medioevali, infatti, erano ritenuti capace di guarire gli scrofolosi con le mani, proprio come i santi.