GUIDA Aversa/Lapide a Rainulfo Drengot
Normanno, di più che probabili origini vikingo-danesi ma naturalizzato francese, fu il fondatore della contea di Aversa nel 1030, discendente dei signori di Quarrel presso Alençon o, secondo altri, presso Carreaux, sobborgo scomparso di Gournay-en-Bray, nelle vicinanze di Rouen. Lo stesso busto qui riportato, secondo più recenti studi, ritrarrebbe il fratello e successore di Rainulfo, Asclettino (Asketyl) Drengot.
Rainulfo aiutò il duca Sergio IV a riconquistare Napoli in mano a Pandolfo III di Capua. Sergio nominò Rainulfo, appena ripresa Napoli, conte di Aversa; questi cinse la nuova città di fossati e siepi.
Rainulfo ottenne anche la regione Liburia che confinava con il mare, i Lagni, l’agro orientale fino a Pascarola e a Caivano ed i laghi di Patria e Giugliano. Aversa fu contesa da longobardi e bizantini e fu per vari anni luogo di lotte e combattimenti.
A breve distanza dal fiume Clanio, Aversa controllò per lungo tempo le vie di comunicazione fra Capua e Napoli e fra i paesi interni ed il mare. Per tal motivo ad Aversa si concentrarono tutti i gruppi Normanni che, dalla Francia, scesero successivamente in Italia, in particolare gli Altavilla (Hauteville) ai quali sarebbe spettata la conquista del Mezzogiorno e quindi l'edificazione di quel Regno normanno esteso dal nord della Campania al sud dell'intera Sicilia; un Regno che sarebbe stato ereditato dalla dinastia Sveva di Federico II Hohenstaufen ed in seguito riconquistato con alterne fortune da Angioini, Aragonesi e Borbone fino all'Unità d'Italia.
RAYNULPHO principi gentis northmannorum qui se milite ac duce marsorum potitus comitatu graecis hostibus devictis cum campanis principibus longobardis foedere firmato anno circiter millesimo vigesimo secundo primus urbem condidit aversam turribus arce moenibus que extructis eam que aperto auxit asylo et ditione gargani montis armis comparata appulis que in deditionem receptis aversanum instituit comitatum rebus que omnibus et belli et pacis praeclare gestis aversae tandem anno millesimo quadragesimo septimo fato concessit hoc a majoribus positum monumentum sed temporis vi at que injuria disjectum erutum que ex ruderibus vetusti templi majoris in apertum hunc honestiorem que locum poni curavere ordo populus que aversanorum a ae. christianae MDCCLXII |