GUIDA  Bionaz/Leggende

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Bionaz/Leggende

  • In ogni comunità,nell’ambito delle tradizioni,si tramandano di generazione in generazione le leggende locali.Per quanto attiene il Comune di Bionaz,eccone alcune su:
- Lago Lexert
non avendo il lago immissari ed emissari in superficie,dove oggi si trova il letto del lago,una leggenda narra che un contadino, contravvenendo alle regole che proibivano di svolgere opere manuali nei giorni di festa,stesse lavorando (nel giorno del Santo Patrono) il proprio pezzo di terra.
Ai passanti che lo rimproveravano rispondeva: "Pantaleone, Pantaleonetto, so ben io se è il caso che ci fermiamo io e il mio mulo".
Pronunciate queste parole,uomo e mulo,scomparvero,mentre un lago prese il posto del campo.
- Il passo dell'asino
si narra che San Teodulo (Vescovo nel Cantone Vallese ) nella fase di rientro alla sua dimora e nell’attraversare il Colle di Livournea,dopo aver evangelizzato la popolazione di Bionaz,rischiò di precipitare nel dirupo sottostante a causa di un serpente che spaventò il suo mulo.
Il Santo maledì il serpente dicendo "Mai più tu vivrai in questo luogo!" e,da allora,in quella zona non si sono più viste tracce di vipere.
Nella stessa occasione l'asino lasciò impressa l'impronta del suo zoccolo sulla roccia (nota come "Pas de l' âno") e la forma del suo labbro su una pietra a forma di scodella dove cadeva dell'acqua fresca(nota come "Pot de l'âno").
- La Grotta della Fata
si narra che un tempo,in una cavità naturale (denominata “Borne de la Faye”) oltre il villaggio di Pouillaye,vivesse una fata che si era perdutamente innamorata di un contadino del villaggio,già sposato e con figli.Non sapendo come legarlo a sé,la maliarda lo attirò con la promessa di un ricco dono e gli consegnò un magnifico nastro da donare alla moglie affinchè lo annodasse al collo nei giorni di festa.
Tornando verso casa il giovane, sentendosi stanco, si coricò sotto un larice ed appoggiò ai rami il nastro ricevuto in dono sino a che,destatosi nel cuore della notte,corse a casa e solo l'indomani si ricordò del nastro.
Quando raggiunse il larice si accorse che l'albero era diventato completamente secco, come colpito da un influsso maligno.
Solo allora comprese il disegno malvagio della fata e fuggì inorridito al pensiero della sciagura che avrebbe potuto colpire la sua amata sposa.