GUIDA  Burolo/Memorie Storiche

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In Corografia fisica, storica e statistica (1837) così viene descritto il comune:

Burolo è posto ai piedi di quella catena detta la Serra. che divide la provincia d'Ivrea dall'altra di Biella. Per trovare a qualunque costo una spiegazione etimologica del suo nome, si disse da alcuni, che nei vicini colli prosperava in altri tempi l'olivo, e nelle ricche pasture adiacenti, si formava gran copia di burro: da ciò Burolo! E' una piccola terra difesa un tempo da una soprastante rocca tuttora abitata. In faccia alla sua propositura parrocchiale vedesi una comoda casa di campagna del conte Buronzo d'Azigliano: la piazza comunale è intermedia a questi due edifizj.

mentre il Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1834) così riporta:

Burolo (Buriolum), com. nel mand. prov. e dioc. d'Ivrea, div. di Torino. Dipende dal senato di Piem., intend. prefett. insin. ipot. e posta d'Ivrea.

Mancati i marchesi d'Ivrea venne in potere della Chiesa di quella contrada; la quale nel 1227 lo concedette qual mezzano feudo al marchese di Monferrato. Ebbe i suoi particolari signori, che nel 1193 vendettero il loro castello a' Vercellesi, e poi pentiti del contratto non vollero più aderirvi. Vennero citati dai Vercellesi dinanzi al delegato pontificio il vescovo di Pavia nel 1208, e non comparendo essi, furono condannati all'eseguimento di quanto erasi convenuto; ma l'anno dopo, dalla curia di Milano fu riparata la sentenza; ed inoltre questi signori pei molti loro servigi in difesa della Chiesa d'Ivrea ne ottennero varie prerogative. Tennero questo luogo con titolo comitale i Lodi-Ceveris di Marentino. V'ebbero anche signoria i Micheletti-Bichieris.

È uno de' bei villaggi subalpini che sorgono a foggia d'anfiteatro. Il suo abitato comincia all'estrema falda di un'amenissima collina, e prolungasi infino al vertice di essa, ove rimangono alcune vestigie di un antico castello, statovi eretto dai feudatarii all'unico scopo di dominarne il soggetto paese.

Si pretende che quella ridente e ferace collina fosse un tempo assai popolata di olivi, e che sulla sottoposta pianura si stendessero non poche ben coltivate praterie, da potervisi mantenere numerose mandre, i cui prodotti in latticini, e massime in burro eccellente, tornassero a grande vantaggio degli abitanti. Egli è pertanto facile il comprendere come alcuni da burro ed olio derivassero l'etimologia di Burolo.

Una piccola valle, che forma il confine dei territori di Biella e d'Ivrea divide la ridetta collina da quella ricchissima di boschi, denominata la Serra. L'una e l'altra non appariscono che una sola, riguardate eziandio dall'occhio il più acuto, alla distanza di un miglio, e di prospetto.

Da questo villaggio partono quattro vie: una, verso levante, mette a Torrazzo; un'altra, verso mezzodì, conduce a Bolengo, discosto due terzi di miglio; una terza, da ponente, scorge ad Ivrea, due miglia lontano; la quarta, da tramontana, guida a Chiaverano, che gli sta ad un miglio e mezzo. Due di esse accennano a Biella: la strada da Bolengo a Zubiena è la più lunga, ma di agevole passo; l'altra per a Torrazzo è più breve, ma erta e disastrosa.

La parrocchia è sotto l'invocazione dei santi Pietro e Paolo: rimpetto ad essa vedesi un comodo palazzo che serve al villeggiare di una nobil famiglia. Sonovi due pubblici oratorii, uno dedicato alla Vergine Madre, e l'altro a s. Rocco.

I prodotti sono frumento, segale, gran turco, fieno, ed uve in qualche abbondanza, dalle quali si hanno vini assai generosi. Gli abitanti, respirandovi un'aria sanissima, sono per lo più molto robusti, d'indole allegra, e di mente svegliata. L'agricoltura è per essi una dilettosa occupazione.

Popolazione 1047.