GUIDA  Cremona/Memorie Storiche

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Memorie Storiche

Nel libro Itinerario d'Italia (1815) Giuseppe Vallardi così descrive il comune:

Cremona, Città antica cinta di mura e di fosse con bastioni e con una buona Fortezza, è fabbricata in una deliziosa pianura bagnata dal Po. Ella offre un gradevol aspetto, poiché le sue strade son larghe e diritte, e le case hanno in apparenza qualche bellezza. Un canale scorre attraverso di questa Città, riempie le fosse e comunica con l'Oglio. La sua circonferenza è di 5 miglia in circa, e contiene presso a poco 23 mila abitanti: vi sono dei Palazzi considerabili di un cattivo gusto. La sua gran Torre è una delle più alte d'Italia, e serve d'ornamento alla Piazza del Capitolo; per giugnere alle campane conviene salire 498 gradini. Tra le Chiese sono da vedersi la Cattedrale vasta e assai bella, in cui ammirasi una Crocifissione dipinta dal Pordenone, S. Pietro, S. Domenico, e quella degli Agostiniani. I migliori quadri del Perugino furono trasportati a Parigi dai Francesi in occasione dell'ultima guerra. Nel 1702 il principe Eugenio vi sorprese e fece prigioniero il Maresciallo di Villeroy. Sono stimati i violini ed altri strumenti da musica di questo Paese, che ne fa commercio; vi si fa inoltre un traffico considerabile di lino che è molto stimato, d'olio, di miele e di cera. I Cremonesi sono accorti e industriosi, e il loro Territorio abbonda di biade, vino, frutti, formaggio ec.

Mentre la Guida Storico-Statistica Monumentale dell'Italia e delle Isole (1857) riporta:

Cremona (Alberghi: la Colombina, il Cappello). Città vescovile di 30000 abitanti, posta in fertile e bella pianura a poca distanza dalla sponda sinistra del Po. Fu costruita dai Galli, e due secoli circa prima di Cristo fu colonia romana; lottò contro Annibale, parteggiò per Giunio Bruto dopo la morte di Cesare; la devastarono i seguaci di Ottaviano, e venne pressochè distrutta 69 anni dopo Cristo, perché abbracciò la causa di Vitellio; Vespasiano la ristaurò; sotto i Longobardi, la espugnô Agilulfo, uno de' loro re. Da Carlomagno fino agli Ottoni nulla avvenne in questa città di importante; sappiamo solo che qualche volta fu soggetta al dominio temporale degli arcivescovi di Milano; tal altra a' suoi proprj vescovi, i quali ora erano pei papi, ora per gli imperatori, finché nel XII secolo cominciò a reggersi a repubblica. Ebbero poscia luogo terribili guerre fra Cremonesi, Lodigiani, Bresciani e Milanesi. Seguì il partito di Federico Barbarossa, indi concorse alla Lega Lombarda. Ma risorte le intestine discordie, ricominciaronsi le zuffe colle città circonvicine, e le potenti famiglie cremonesi presero a tiranneggiarla. Nel XIII secolo se ne impossessò Uberto Pallavicini; indi Buoso da Dovera, poi i Visconti di Milano, i Cavalcabò, i Fondulo, di cui Cabrino, ultimo di essi, la cedette a Filippo Maria Visconti, che l'assegnò in dote a sua figlia Bianca. Da quest'epoca seguì le sorti del Ducato di Milano. Sotto il Regno Italico fu capoluogo del dipartimento dell'Alto Po, e nel 1814, riunita al Regno Lombardo-Veneto.

Questa città ha oltre tre miglia di circonferenza, ed è circondata da bastioni, ridotti in qualche parte a luogo di passeggio: il rivolo Cremonella l'attraversa dal nord al sud, e serve di spurgo alla città insieme ad altro canale sotterraneo. Essa possiede belle piazze, spaziose contrade, grandiosi edificj.

La Piazza Maggiore è ornata dalla Cattedrale, dal Battistero, dalla gran torre, detta il Torrazzo, dal Palazzo Civico e da quelleo de' Giureconsulti.

Cremona contiene gran numero di chiese, di cui le più ragguardevoli sono:

  • La Cattedrale,incominciata nel secolo XII e terminata nel XV, colla facciata molto ricca di marmi bianchi e neri. L'interno a croce latina contiene pregevoli dipinti e a freschi, tra quali quelli che fregiano la navata maggiore sono di Boccaccio Boccaccini, che qui ha pure altre sue opere. Vi sono pitture dei Campi, di Ottobello Melone, dei fratelli Bembo, una Crocifissione di Lodovico Pordenone, a freschi di Diotti, ec.
  • Il Battistero, bell'edifizio di stile lombardo che credesi del 900, ha dipinti di B. Boccaccini.
  • S. Domenico, esternamente di stile gotico, è a tre navale e nell'interno rimodernato.
  • SS. Giacomo e Agostino; Madonna sul trono e Santi, di Perugino, già trasportata a Parigi. Egli è il più bel quadro di Cremona.
  • S. Sigismondo, in un sobborgo della città; a freschi dei fratelli Campi, e una gran tavola all'altar maggiore di Giulio Campi, rappresentante S. Sigismondo ed altri Santi, con a lato Francesco I Sforza e Bianca Visconti, lavoro tenuto dagli intelligenti per un capo d'opera: dipinti di Bernardino Gatti, e di Boccaccini. Questa chiesa è una delle più belle della città.
  • S. Agata, SS. Giorgio e Pietro, S. Margherita, S. Luca, chiese tutte che meritano di essere visitate pei buoni dipinti che contengono.
  • Il Torrazzo, che è la torre più alta dell'Italia settentrionale, credesi incominciata nel 754. Venne ultimata nel 1284. Per mezzo di 498 gradini si arriva alla sua sommità, da ove si ha un estesissima veduta sulla pianura della Lombardia.
  • Palazzo Pubblico, di fronte alla Cattedrale, antico edifizio del XIII secolo, rimodernato con disegno di Luigi Voghera. Palazzo de' Giureconsulti, di gotica architettura del 1292. Il Palazzo Vescovile, venne ricostruito da monsignor Omobono Offredi. L'Archivio Notarile, fu edificato nel 1256 dai Ghibellini di Cremona.

Tra i palazzi particolari, alcuni dei quali contengono oggetti d'arte, citeremo: il Persichelli, San Secondo, Raimondi, Trecchi, Schizzi, Pallavicino, Ala Ponzone, che possiede altresì un Museo numismatico.

Le Porte di S. Luca, di Po, il pubblico Macello ed il Cimitero, sono costruzioni moderne dell'architetto Luigi Voghera di Cremona.

Questa città ha un Ginnasio liceale con annesso un Gabinetto di fisica, un Gabinetto di storia naturale ed un Orto botanico, molte Scuole per ambo i sessi, due Seminarj, una pubblica Biblioteca, una Società filodrammatica, un Monte di Pietà, l'Ospitale Maggiore fondato nel 1450, e varj altri Istituti di pubblica beneficenza ed istruzione.

Conta due Teatri, quello della Concordia innalzato con disegni dell'architetto Canonica, l'altro de' Filodrammatici.

Il commercio di Cremona consiste nei prodotti territoriali, in alcune manifatture di tela e di cotone, in mostarda e torroni.

Fu patria di parecchi uomini distinti, fra cui: Alfeno Varo, giureconsulto, il filosofo Gherardo, detto da Cremona, Girolamo Vida, uno de' più eleganti poeti del rinascimento, Gabriele Faerno, fabulista, Guarnieri, Amati e Stradivari, che acquistarono fama europea pe' loro violini. Nella pittura primeggiano: Bonifazio, Bernardino Bembo, Gatti, detto il Sojaro, Boccaccio Boccaccini, i fratelli Campi, l'ultimo de' quali scrisse eziandio una lodevole storia di Cremona; il Malosso, il Melone e tanti altri che formarono la Scuola cremonese, grande per disegno e per colorito.

Nella Corografia dell'Italia, III° volume (1834), così viene descritta la frazione del comune:

PICENENGO, vill. di Lombardia, prov. di Cremona, in ubertoso territorio di cereali, lini, viti e gelsi, poco meno di 2 miglia a maestro da Cremona. Con i casali di Boschetto, Quartiere del Battaglione, Santambrogio, Sambernardo e Sanfelice, forma una popolazione di 1,200 abitanti, i quali costituiscono una sola comunità con quella chiamata dei Duemiglia nel circondario esterno di Cremona.

Nel I° volume (1832) così vengono descritte le frazioni del comune:

Boschetto:

BOSCHETTO, casale di Lombardia, frazione della comunità di Picenengo, prov. e distretto di Cremona, in sito fertile di cereali, di lini e di gelsi.

Cavatigozzi:

CAVATICOZZI, volgarmente TIGOZZI, villaggio di Lombardia, provincia di Cremona, distretto di Pizzighettone. Gli abbassamenti del terreno prodotti dalle corrosioni del Po, e dagli stagni del canale Morbasco, diedero il nome di Cava a questo luogo, a cui la famiglia Ticozzi aggiunse il suo cognome. Sopra un rialto i monaci Cistcrciensi vi aveano fabbricato un loro cenobio; quella chiesa serve oggidì da parrocchiale. Sta un miglio lontano dalla sinistra riva del Po e quattro a ponente da Cremona in sito che abbondano le biade ed i pascoli. Conta circa 600 abitanti, compresi quelli del vicino casale di Passirano.