GUIDA  Enna/Palazzo Chiaramonte

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Palazzo Chiaramonte Atrio del Sole
Chiesa di San Francesco d'Assisi

Edificato da una delle famiglie feudali più potenti della Sicilia, i Chiaramonte, venuta al seguito di Ruggero il Normanno nel XI secolo, il Palazzo Chiaramonte è un complesso monumentale fra i più rappresentativi di Enna, con le sue vicende storiche, con le trasformazioni succedutesi tra il XIV e il XIX secolo. L'edificio costituisce un articolato complesso architettonico e ospita al suo interno la Chiesa di San Francesco dei Conventuali munita di una torre campanaria quadrangolare, retaggio dell'ex palazzo-fortezza della facoltosa e potente famiglia feudale, la Sala Cerere, la Sala Proserpina, la Galleria Civica e la Biblioteca Comunale, oltre ad alcuni uffici comunali, vi si accede attraverso un grande cortile detto Atrio del Sole. In anni passati l'intero palazzo ha ospitato anche il tribunale.

Palazzo Chiaramonte

Dalla seconda metà del XIV secolo, la Sicilia è divisa da lotte interne tra i baroni della fazione latina con a capo la potente famiglia dei Chiaramonte e della fazione catalana generando una situazione di agghiacciante crisi che porta a un depauperamento spirituale ed economico della società siciliana. Nel 1392, Martino, nipote del re d’Aragona, prende in mano la situazione politica dell’Isola e si autoproclama re di Sicilia, fu incoronato insieme a Maria di Sicilia (figlia di Federico IV d'Aragona il Semplice) nella cattedrale di Palermo. Martino, tuttavia dai siciliani era considerato un usurpatore, e i nobili uniti nel Giuramento di Castronovo di Sicilia, gli si opposero, ribellandosi. Enna, inizialmente assicura la sua fedeltà alla Corona, ma subito dopo si ribella contro Re Martino unendosi ai Chiaramonte. La città tutta, per questo suo atteggiamento rivoltoso viene occupata e depredata.

Andrea Chiaramonte nel maggio del 1392 con un gruppo di armati marciò verso Palermo e si chiuse con l'arcivescovo di Monreale, nello Steri, il palazzo fortezza della sua famiglia, ma venne assediato e costretto alla resa. Dopo la sconfitta, la regina Maria di Sicilia, dinanzi alla quale Andrea Chiaramonte era stato condotto per renderle omaggio, finse di perdonarlo, ma due giorni dopo il re Martino con l'inganno lo arresta per cospirazione contro i principi aragonesi e lo condanna a morte insieme all'arcivescovo che lo aveva sostenuto nell'impossibile lotta.

Decapitato a Palermo il 1° giugno dello stesso anno nella Piazza Marina prospiciente il palazzo Chiaramonte-Steri magnifica residenza espressione della potenza della sua famiglia. Le sue proprietà ed i suoi feudi vengono requisiti e attribuiti alla Corona per fellonia (tradimento) divisi successivamente fra Guglielmo Raimondo Moncada e Bernardo Cabrera, con lui scompare la famiglia Chiaramonte.

Anche il Palazzo Chiaramonte, che sorge sull’attuale Piazza Vittorio Emanuele, viene confiscato, annesso al Regio demanio e subito dopo conferito all’Ordine Mendicante dei Frati Conventuali di San Francesco d’Assisi. Nel 1866 tutti i beni della Chiesa vengono devoluti al demanio dello Stato e i fabbricati dei conventi e delle chiese soppresse vengono dati in concessione ai comuni a condizione che vengano utilizzati a fini di pubblica utilità destinandole a scuole, ospedali, uffici e ospizi, Palazzo Chiaramonte diventa infine sede degli Uffici Comunali e della Biblioteca Civica.