GUIDA Gargnano/Chiesetta di San Giacomo
Indice |
Descrizione
E' minuscola. Appena finita Via della Rimembranza, seguendo il viale ciottolato che conduce alla Chiesetta, la si vede in lontananza, di fronte; e si rimane un attimo incantato a guardarla. Di certo è l'edificio più antico di Gargnano: in una lettera dell'Oldorici del 1846 è considerata addirittura più antica di quella di Sant'Andrea a Toscolano.
Per vari secoli la Chiesetta fu meta della processione della Prima Rogazione; San Carlo Borromeo dopo la sua visita ordinò di recarsi in processione anche la terza domenica del mese. Negli ultimi secoli la custodia della chiesa passò dalla Confraternita del Santo Sacramento alla Parrocchia. Essa, in seguito impoverita, vi mise un custode che viveva delle elemosine dei fedeli.
Durante la Prima Guerra Mondiale divenne deposito di munizioni; ristrutturata una prima volta intorno agli anni '60, nel 2010 grazie al Rotary Club di Densenzano-Salò e all'amministrazione comunale di Gargnano si è deciso un secondo intervento di restauro, che avrà termine secondo i programmi nel dicembre dello stesso anno.
La chiesa, durante questa fase, verrà aperta al culto soltanto il giorno del titolare: il 25 luglio.
Esterno
Costruita secondo il pensiero cristiano in direzione est-ovest, si presenta con la facciata a doppio spiovente in pietra viva a quadri lavorati e anche ben squadrati con disposizione orizzontale. La facciata aveva anticamente una piccola porta con arco a tutto sesto, sostituita dall'attuale a fine del '500. In alto è disegnata una croce greca disposta con gli stessi quadri di pietra; più in basso verso i lati della facciata, due piccole finestre quadrate fatte aprire su ordine di San Carlo Borromeo durante la sua visita. Sull'angolo di sinistra, nel XVIII secolo, viene alzato un piccolo campanile a vela.
Degna di particolare attenzione è la parte laterale esterna sud-est, rivolta verso il lago, costruita con pietra bianca ben battuta. Sulla parete si aprono due finestrelle ogivali a distanza simmetrica. La parte degna di nota è senz'altro per gli affreschi.
Gli affreschi
In uno degli affreschi principali, abbastanza ben conservato, si trovano (secondo gli studiosi) al centro Sant'Antonio Abate, San Paolo e un Evangelista. Fino al 1580 questi affreschi servirono da pala a un altare, in seguito tolto su ordine di San Carlo Borromeo.
Accanto a questo, ma di minor importanza per fattura, un altro dipinto rappresenta (secondo alcuni studiosi) Sant'Antonio da Padova, per altri San Jacopo. I dipinti sono stati datati intorno al metà del '300.
Un terzo affresco è il San Cristoforo col Bambino sulle spalle, di proporzioni naturali. Ciò si spiega che un tempo era molto diffusa la devozione a questo santo, che veniva dipinto sulle pareti esterne delle chiese a forme enormi per essere visto anche da lontano. Nel Medioevo, infatti, era credenza che chi avesse guardato l'immagine del santo in quella giornata non sarebbe morto improvvisamente. La stessa immagine (forse dello stesso artista) è dipinta sulla sponda veronese del lago in località Castelletto, quasi difronte alla Chiesetta di San Giacomo. Un'altro dipinto simile si trova nella Chiesa di Santa Maria del Benaco a Toscolano.
Un ultimo affresco all'estremità della parete e quasi ad angolo è in pessimo stato di conservazione e quindi non è possibile affermare cosa rappresenti.
Interno
Per mezzo di cinque gradini si scende all'interno della chiesa, il cui pavimento si trova a circa un metro e mezzo al di sotto del livello del sagrato. San Carlo Borromeo ordinò parecchie modifiche: fece aprire le 2 finestre sulla facciata per dar luce all'interno, in quanto quelle ogivali sulla parete laterale non bastavano; ordinò inoltre che il tetto fosse coperto da travi ben unite fra loro.
L'abside si può dire che è di stile bizantino e si appoggia davanti sull'arco trionfale un po' più giù rispetto alla navata.
L'unico altare di cotto che sempre per volere di San Carlo Borromeo fu ridimensionato è dedicato a San Giacomo Maggiore. Sulla nicchia sopra l'altare era posta, fino a qualche anno fa, la statua lignea di San Giacomo, alta circa un metro e mezzo e datata 1501 (ora custodita in un luogo sicuro a Gargnano per paura che venga rubata...). Sopra la nicchia, dove era posta la statua, era posto un quadro ovale dipinto su tela che rappresentava l'Annunciazione, sormontato da due angeli che sostengono una corona. I lati della nicchia che formano la pala dell'altare presentano due statue in stucco raffiguranti San Domenico di Gusmann e San Bernardino da Siena. Sul pavimento difronte all'altare si trova una pietra sepolcrale datata 1725, intitolata all'eremita Domenico Colino da Gargnano.
Da un'apertura ad arco a destra dell'altare si accede a un locale attiguo, che forse fungeva da sacrestia e serviva anche da abitazione agli eremiti; ad uno di questi è dedicata una iscrizione sepolcrale murata, nel mezzo del pavimento. Sulla parete nord-est di questo locale, nel 1920, furono scoperti degli affreschi trecenteschi. Il dipinto più importante, al centro della parete, rappresenta una Crocifissione dalle forme non certamente perfette.
A sinistra del dipinto della Crocifissione è rappresentato un santo pellegrino (secondo gli studiosi si tratterebbe di San Giacomo).