GUIDA  Giacomo Preti

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Tavola del Giacomaccio

Boccioleto è terra d'origine del leggendario Giacomo Preti detto “Giacomaccio”, l’intrepido avventuriero del 1500, ancora attuale nell'immaginazione popolare, che con Giordano di Fobello e Vinzio di Valduggia pensò alla distruzione di Varallo, capitale Valsesiana. La Valsesia , in quel periodo era territorio del ducato di Milano, passato e ripassato dagli Sforza ai re di Francia dopo la battaglia di Marignano del 1515, che si svolse a pochi km. dal comune di Melegnano.

In seguito di tali eventi, ai sudditi del ducato fu inflitta una forte tassa di guerra, in contraddizione con le esenzioni fiscali dei Privilegi, che spazientì i valsesiani più poveri e indifesi dell’alta valle, ai quali spesso venivano meno i generi di prima necessità, per la distanza dai mercati, il continuo stato di guerra e gli obblighi per le popolazioni di accogliere e rifornire i soldati permanenti o di passaggio.

Giacomo Preti reduce da alcune campagne militari, nell’ottobre del 1518, incitò gli abitanti di Boccioleto e alta valle a seguirlo in una rivolta popolare e scendere in armi contro Varallo, accusando le autorità di tirannia nei confronti della popolazione.

Presso la porta laterale della chiesa parrocchiale esiste ancora la tavola di pietra dalla quale proclamò la sua campagna contro Varallo: sopra di essa è scolpita la sigla 1518-JPP, ( Jacobus Preti predicavit ).

Convinse il popolo di tutto il territorio e forte di 2000 uomini marciò su Varallo.

Curioso e divertente la leggenda di come i varallesi fecero fronte all’emergenza con una “mossa strategica” : durante la notte appesero delle fiaccole alle corna di un gregge di capre e tra spari e urla elusero il Giacomaccio di trovarsi contro un’enorme esercito. La battaglia si concluse con una ritirata, ma il Giacomaccio divenne in seguito deputato del consiglio della Valsesia e aumentò i vantaggi dei paesi dell’alta valle.