GUIDA  Ripalimosani/Chiesa Madre "Santa Maria Vergine Assunta"

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Storia e Descrizione

Il Coro
Interno:navata centrale
Organo del 1778

E' impossibile risalire, con certezza, alla data effettiva della costruzione, ma già nel 1463 i registri parrocchiali attestano l'esistenza del campanile.

Chiesa Madre "Santa Maria Vergine Assunta"

La facciata risale al 1500 mentre il lato a nord-est è ciò che rimane di una ancor più antica chiesa duecentesca. Il cinquecentesco portale principale, a cui si accede con quattro scalini, è di legno di castagno, adornato di formelle in bassorilievo.

Sulle facciate laterali, sia della chiesa che del campanile, sono state inserite sculture di epoche diverse (riutilizzo di elementi di altre costruzioni locali).

L'interno è diviso in tre navate ed è abbellito da ben 9 altari; il più antico dei quali è il secondo da destra, cosiddetto altare dell'Epifania (una volta altare maggiore).

L'Assunta
Natività

Di notevole fattura sono il coro e il pulpito. Di fronte al coro, sull'ingresso principale, campeggia un organo del 1778.

Altre opere di rilievo: un quadro di Scipione Cecere (pittore del 1600) raffigurante "L'adorazione dei Magi"' posto sopra l'altare dell'Epifania e una statua del 1700 raffigurante San Michele, patrono del paese, eseguita da Nicola Fumo (scultore salernitano del 1600 molto noto in Spagna).



La copia della Sacra Sindone

Un'altra importante opera conservata nella chiesa è la copia della Sacra Sindone conservata a Torino. Questa copia costituisce un documento storico di grande valore ed estrema rarità: innanzitutto perché rappresenta una delle poche copie al mondo a grandezza naturale; inoltre perché è una delle prime (la terza in ordine cronologico) che furono mai realizzate, circa quattro secoli fa.

La copia della Sacra Sindone, esposta sopra il coro
La copia della Sacra Sindone

Le notizie giunte sino a noi sono la conclusione delle ricerche effettuate da Monsignor Giovanni Lanza, cappellano della Real Casa Savoia, richieste dall'Arciprete di Ripalimosani Don Nicola Minadeo nel 1898.

La copia custodita a Ripalimosani fu commissionata ad un pittore intorno al 1594 dal Duca Carlo Emanuele I di Savoia, per farne dono al suocero Filippo II Re di Spagna.

Al pittore che realizzo la copia gli fu ordinato di lavorare in ginocchio e a capo scoperto, trovandosi al cospetto della sacra reliquia. Alla fine la copia fu fatta combaciare con l'originale assumendo così la qualifica di reliquia per contatto degna di pubblica venerazione.

Fu incaricato della consegna l'allora Arcivescovo di Bari Monsignor Giulio Cesare Riccardo, oriundo napoletano e nunzio apostolico di Papa Clemente VIII presso la corte dei Savoia. Il Monsignore consegnò personalmente il dono. Da quel momento tra il Re di Spagna e Monsignor Riccardo nacque una fortissima amicizia, al punto che nel 1598, in procinto di morire, il Sovrano fece dono all'amico Monsignor Riccardo del sacro dipinto.

Alla morte del Monsignore il dipinto, per successione, passo al gemello Alessandro Riccardo (anch'egli vescovo) e da questi al nipote Girolamo Riccardi, Marchese di Ripalimosani.

Estintasi la famiglia Riccardo, la titolarità del feudo di Ripa (e con esso anche la copia della Sindone) passo prima alla famiglia Castrocucco (1699) e poi nel 1770 a quella dei Mornile.

Nel 1806, soppressa la feudalità, l'ultimo Marchese di Ripalimosani Nicola Mornile dono il dipinto ai canonici della Chiesa Collegiata di Ripalimosani. Era l'8 settembre 1807.

Nel 1899, per opera del arciprete Don Nicola Minadeo, il grande quadro fu posto sopra il coro dove ancora oggi è possibile ammirarlo. Il giorno 7 maggio dello stesso anno fu esposto alla venerazione di tutti i fedeli.