13 Gennaio 2009

Il borgo medievale davanti all’Asinara

di Monia Melis (Blog Castelsardo. Alla Scoperta della nostra Italia)

Al nord della Sardegna, nel tratto di costa orientale che guarda verso la Corsica, su un piccolo promontorio roccioso c’è uno dei borghi più pittoreschi di tutta l’isola: Castelsardo.
Questo antico paese ha conservato intatta la sua struttura: le fortificazione, il castello e il reticolo di vie. È uno dei più suggestivi borghi medioevali, tanto da essere inserito nella rete internazionale de “I borghi più belli d’Italia”.

Scorcio del centro storico

Scorcio del centro storico

Il centro storico del paese è costruito tutto sulla rocca a picco sul mare e circondato da mura possenti e da diciassette torri. Sulla sommità c’è il castello, ben conservato, dei Doria che risale al 1102.
Si deve proprio ai genovesi e in particolare alla famiglia dei Doria l’insediamento nell’area, che corrisponde alla vecchia Castel Genovese.

Il borgo ha subito molte dominazioni e cambiato nome a seconda di chi controllava questa roccaforte, strategica per la supervisione delle rotte marittime tra l’isola, la Spagna e Pisa.
Genova ha governato il paese fino al 1448, quando dopo un assedio durato più di dieci anni, i loro acerrimi nemici, gli Aragonesi, conquistarono Castel Genovese e lo ribattezzarono Castel Aragonese.

Brancaleone Doria fu l’ultimo signore genovese della città il quale si sposò, nel 1376, con Eleonora d’Arborea, la Giudicessa del regno di Arborea, nota per il codice di leggi famoso come la “Carta de Logu”.
L’ultimo nome al borgo verrà dato da Carlo Emanuele III, ormai nel Settecento, quando la città con il trattato di Londra andrà in mano ai Savoia.

Il fulcro di Castelsardo è il castello in cima alla collina, da cui si può godere di una vista che lascia senza fiato: lo sguardo, infatti, può vagare dall’isola dell‘Asinara fino alla Corsica e verso l’interno fino al Limbara e alla Gallura.

Inizialmente il castello aveva un solo ingresso, in un secondo tempo fu aggiunta la porta verso il mare ottenuta scavando nelle mura. All’interno dell’edificio è ora ospitato il Museo dell’Intreccio del Mediterraneo, con numerosi pezzi d’artigianato locale.
Merita una visita nel paese vecchio anche la Chiesa di Santa Maria, che conserva il crocefisso trecentesco, noto come il Cristo Nero.

Passeggiando lungo le strette vie che circondano il castello, è facile vedere le donne che intrecciano il giunco e la palma nana, per costruire i tipici cesti della zona.

Il paese si è espanso verso la pendici del colle dove ora c’è anche un piccolo porto turistico e una spiaggia. Castelsardo vive soprattutto di pesca e turismo: le presenze sono soprattutto estive e mai eccessive, i villeggianti possono quindi soggiornare in relativa tranquillità, lontani dai luoghi più conosciuti e sovraffollati dell’isola.

Tra gli eventi che hanno come cornice il borgo medievale ci sono i suggestivi riti della Settimana Santa, le cui origini sono antichissime. Essi si ripetono uguali, infatti, dal 1500 e tre sono le giornate più importanti: il lunedì dopo la domenica di Pasqua (Lunissanti), il giovedì (La Prucissioni) e il venerdì (Lu Lcravamentu, ossia la deposizione del Cristo).

Gli uomini della Confraternita di Santa Croce che organizzano le celebrazioni sono divisi in due gruppi: gli Apostuli e Li Cantori, che accompagnano le celebrazioni con canti pregregoriani, studiati da musicologi per la loro originalità.

Dall’alba del primo giorno si susseguono le processioni dei membri della confraternita incappucciati e vestiti di bianco. Ogni gruppo porta un oggetto simbolico: il coro del Miserere porta un teschio di un anonimo; il coro de lu Jesus un crocifisso. Il rientro alla basilica viene accompagnato da un canto funebre (Attitu). La notte le celebrazioni continuano alla luce delle sole fiaccole.

Un borgo davvero suggestivo da visitare e non solo durante la settimana santa.

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