20 Febbraio 2009

A spasso per un comune dal sapore antico

di Lucio Rodino (Blog Terranova Sappo Minulio. Racconti di Viaggio)

La torre dell'orologio

La Torre dell'Orologio

Un errore a un incrocio e un gelido pomeriggio invernale si trasforma in una gita alla scoperta di un piccolo borgo della piana di Gioia Tauro.
Terranova Sappo Minulio è un paese abitato da poco più di cinquecento persone. Ad accogliermi, dopo aver superato un paio di tornanti in salita, c’è la Torre dell’Orologio, costruita nei primi anni del novecento.

Mi guardo intorno, il paese ha qualcosa di particolare che mi attira e mi incuriosisce. Decido di non tornare indietro subito, ma di fare un giro veloce prima di ritornare al mio precedente itinerario e ai miei impegni.
L’impressione è che la torre dell’orologio scandisca i tempi della vita dei terranovesi. Su una parete della costruzione vi è un bassorilievo in cui vengono ricordati i soldati caduti durante la prima guerra mondiale.

A Terranova si respira un’aria piacevolmente “antica”. Capita di vedere un uomo parcheggiare un piccolo trattore nel centro del paese. I bambini, anche molto piccoli, giocano senza nessun patema in piazza e per strada. Sembra che la frenesia, le ansie e le paure del ventunesimo secolo abbiano “graziato” questo piccolo centro calabrese.

So bene di illudermi, ma mi piace pensare che i ragazzi non passino le ore “parcheggiati” davanti alla televisione o a giocare con i videogiochi e i cellulari, ma preferiscano incontrarsi per strada, condividere esperienze e momenti di svago, come accadeva in tutti i paesi e nelle strade di quartiere fino a qualche anno fa.
L’atmosfera mi rapisce e la mia “breve” deviazione si trasforma in una vera gita alla scoperta di Terranova Sappo Minulio.

Scendo dalla macchina per fare un giro a piedi. Scopro e ammiro nelle piccole viuzze del borgo gli antichi portali in pietra delle case palaziate (case con pianterreno e primo piano, dotate di più stanze).
E’ appena terminato un funerale, un nutrito corteo si dirige silenziosamente verso il cimitero.
Il portone della Chiesa matrice è ancora aperto, ne approfitto per entrare. L’edificio, dedicato a “Maria Santissima Assunta”, ha tre navate e ospita la “Santa Caterina d’Alessandria”, una scultura di Benedetto da Maiano e alcuni frammenti dell’altare Correale di Terranova, che comprendono una Madonna con il bambino, detta “Madonna della neve”.

All’uscita dalla chiesa bevo un sorso d’acqua da una fontana di pietra che in paese chiamano “U quattru canali”. Sono passate quasi due ore dal mio arrivo, prima di andare via, mi accorgo della presenza di un’altra chiesa: il santuario del Santissimo Crocifisso. La Chiesa ha una sola navata, sull’altare c’è una statua di legno di Gesù crocifisso nero. Intorno alla statua ci sono alcuni pannelli in cui sono narrati i fatti “miracolosi” del Crocifisso. Viene descritto il miracolo di Palmi (20 luglio 1533), quando, durante l’incontro con la Madonna del Soccorso, il Crocifisso avrebbe trasudato sangue dal costato ferito.
Viene raccontato anche il miracoloso ritorno del Crocifisso che sarebbe rientrato “da solo” a Terranova da Palmi, per scongiurare possibili incidenti tra le popolazione dei due centri (dopo il miracolo i palmesi non volevano restituire la statua ai terranovesi). Infine, viene narrato il ritrovamento del crocifisso, totalmente integro, dopo che era stato bruciato dal fuoco appiccato dai saraceni.
I terranovesi sono molto devoti a questo e lo festeggiano ogni anno il due e il tre di maggio.

Il sole è sceso su Terranova, riprendo l’automobile e riaffronto i tornanti che mi avevano accolto al mio arrivo. Circondato dagli alberi di ulivo torno verso casa, contento di aver sbagliato strada e di avere conosciuto un pò meglio Terranova Sappo Minulio, di cui fino ad ora conoscevo soltanto il nome.

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