27 Agosto 2009

Il castello di Sassai

di Monia Melis (Blog Silius. Alla Scoperta della nostra Italia)

Secondo una leggenda e i racconti del paese (Is contus in sardo), la proprietaria del castello di Sassai era una contessa che tesseva con il suo telaio d’oro. Si dice che quando il castello fu assaltato dai nemici la donna morì sotto il crollo delle mura e da allora, pare, che ogni notte tra i ruderi del castello si sentano ancora risuonare i suoi lamenti.

Il forno per il pane del castello

Il forno per il pane del castello

Al di là delle storie popolari il castello medievale di Sassai è un tassello importante della storia sarda. Si trova nel Gerrei, una zona poco abitata del sud-est della Sardegna e rientra nel territorio di Silius, un piccolo paese minerario. La storia più recente del territorio è infatti legata alla miniera di fluorite, una delle più grandi d’Europa che purtroppo da qualche anno è in crisi.

Il castello era noto come Orgugliosu, per la sua posizione dominante e solo successivamente fu chiamato Sassai. Era stato costruito dai pisani del XIII secolo e aveva principalmente la funzione di presidio di controllo, dalla sommità dell’altipiano si possono infatti vedere le poche strade di collegamento tra i paesi come Silius e Ballao e un buon tratto del Flumendosa, uno dei corsi d’acqua più importanti dell’isola.

Per anni il castello di Sassai è stato abbandonato e ricoperto dalla vegetazione, ora grazie al restauro è visitabile e raggiungibile tramite una strada asfaltata sia da Silius sia da Ballao. Percorrendo poi una piccola salita a gradoni si arriva alla vecchia fortezza, da cui si vede un suggestivo alternarsi di colline e vallate.
Del castello originale sono rimaste in piedi le imponenti mura di pietra, spesse un metro, e un torrione alto circa sei metri. Nelle mura esterne che si affacciano sui dirupi sono ancora visibili le feritoie per gli arcieri. Gli scavi archeologici hanno poi riportato alla luce una cisterna per l’acqua e un forno per il pane. Inoltre ci sono altre stanze sotterranee che sono state probabilmente prigioni (ipotesi che nasce dal ritrovamento lungo le pareti, di alcuni anelli di ferro).

Quest’area e il castello dimenticati per tanto tempo, sono stati protagonisti di una delle battaglie più cruente della storia isolana tra aragonesi e sardi a cui si deve proprio la rovina del castello.

Scorcio del castello di Sassai

Scorcio del castello di Sassai

Nel 1353 il castello di Sassai, in mano agli aragonesi, fu assediato dalla truppe sarde del Giudice Mariano d’Arborea che vinsero. Dopo l’occupazione del presidio, qualche anno più tardi i partigiani d’Arborea, in gran parte cagliaritani, distrussero il castello di Sassai che perse importanza. Tanto che si pensa sia stato abbandonato, in quanto non figura nel trattato di pace di tre anni dopo in cui sono elencati i castelli e le fortezze esistenti.

A Silius non c’è però solo il castello. Anche qui come in tutta la Sardegna ci sono tracce dell’antica civiltà nuragica, sono molti però i nuraghe del paese che purtroppo sono andati in rovina, tra cui Pala Nuraxi e Sa domu de s’Orcu.

Per fare un pic-nic ci sono varie alternative. La prima è il parco comunale Is Alineddos (in sardo probabilmente Ontani), in cui si trova una sorgente perenne e un’area attrezzata anche per i bimbi. C’è poi la gola più selvaggia di Riu Padenti dove i torrenti e i fiumi hanno modellato il paesaggio e creato piscine naturali incorniciate dalla macchia mediterranea e dalle quercete.

Una curiosità per chi riesce a passare da queste parti: la seconda domenica di giugno vi è l’originale gara de “Is Carrucceddus” (i carretti) inserita da una decina d’anni nel Campionato italiano “Kart’s gommati”.
Tra le ripide e strette discese di Silius gli abitanti scendono a tutta velocità a bordo dei loro go-kart artigianali, costruiti in casa spesso con materiale da recupero.

E infine una sosta a Silius è da fare anche per i suoi dolci! Soprattutto il gattò, una sorta di croccante di mandorle e caramello, con cui le abili artigiane del paese costruiscono autentiche opere d’arte. Tra i soggetti preferiti i paesaggi, i nuraghe e i fiori che si preparano in occasione delle feste e in particolare per i matrimoni.

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