6 Dicembre 2011

Taglio costi Province nella manovra del Governo Monti

di Massimo Di Bello (Editoriali)

Dopo il progetto dell’estate scorsa di accorpare le province con meno di 300.000 abitanti e la ventilata (ma che non ha ancora visto la luce) riforma costituzionale che dovrebbe del tutto eliminare la provincia come ente intermedio, il Governo Monti nella sua manovra presentata ieri al Parlamento, procede ad un taglio netto della struttura delle province.

Quindi non più eliminazione di singole province, a macchia di leopardo (che in realtà poneva molti dubbi sulle modalità di accorpamento e creava anche le rivendicazioni di province “storiche”) ma una riduzione netta dei costi, andando ad operare sulle loro funzioni e sulla struttura politica dell’ente.

Non più ente eletto con elezioni dirette, ma un organo eletto dai comuni stessi che lo compongono. Eliminazione della giunta provinciale e riduzione drastica dei consiglieri, che diventano solo 10 (oggi ne sono previsti fino ad un massimo di 45).

Ma quanto succederà tutto questo? Solo dopo la decadenza naturale dei consigli attuali? Sembra di no.
Il decreto non indica una data precisa, ma fa presagire la volontà di non aspettare la fine del mandato.

Una data c’è, entro il 30 aprile 2012 verranno stabilite le nuove modalità di elezione e, entro la stessa data, verranno trasferite a Comuni e Regioni buona parte delle funzioni delle Province. Alle Province rimangono solo le funzioni di “indirizzo politico e di coordinamento”.

Il comma 20 poi rimanda ad una legge dello Stato il compito di stabilire “il termine decorso il quale gli organi in carica delle Province decadono”. E’ probabile che ciò possa avvenire sempre nel corso del 2012.

Il risultato dovrebbe essere il risparmio di oltre 500 milioni di euro l’anno.

E’ da sottolineare che ora la manovra deve ottenere il voto delle Camere, per cui sono ancora possibili modifiche al testo. Ci sono già state le proteste dell’UPI (Unione delle Province italiane) e di diversi esponenti politici.

Le misure sulle province sono contenute nell’articolo 23 del decreto, intitolato: “Riduzione dei costi di funzionamento delle Autorità di Governo, del CNEL, delle Autorità indipendenti e delle Province”.

Ecco i commi di interesse:

  • 14. Spettano alla Provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze.
  • 15. Sono organi di governo della Provincia il Consiglio provinciale ed il Presidente della Provincia. Tali organi durano in carica cinque anni.
  • 16. Il Consiglio provinciale è composto da non più di dieci componenti eletti dagli organi elettivi dei Comuni ricadenti nel territorio della Provincia. Le modalità di elezione sono stabilite con legge dello Stato entro il 30 aprile 2012.
  • 17. Il Presidente della Provincia è eletto dal Consiglio provinciale tra i suoi componenti.
  • 18. Fatte salve le funzioni di cui al comma 14, lo Stato e le Regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, provvedono a trasferire ai Comuni, entro il 30 aprile 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle Province, salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle Regioni, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. In caso di mancato trasferimento delle funzioni da parte delle Regioni entro il 30 aprile 2012, si provvede in via sostitutiva, ai sensi dell’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, con legge dello Stato.
  • 19. Lo Stato e le Regioni, secondo le rispettive competenze, provvedono altresì al trasferimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali per l’esercizio delle funzioni trasferite, assicurando nell’ambito delle medesime risorse il necessario supporto di segreteria per l’operatività degli organi della provincia.
  • 20. Con legge dello Stato è stabilito il termine decorso il quale gli organi in carica delle Province decadono.

Riferimento: Testo decreto su La Repubblica

In passato abbiamo chiesto il parere di diversi Presidenti di Provincia sull’ipotesi dell’abolizione dell’ente e sul ruolo delle province.

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7 commenti a “Taglio costi Province nella manovra del Governo Monti”

  1. renzo52 scrive:

    Che ci sia un risparmio lo posso capire, ma credo che ne nascerà un grande pasticcio. In primis per la riduzione dei consiglieri . . . chi deciderà quali saranno a “lasciare” il posto? Lo possono fare in base ai voti ottenuti ma non sarà comunque indolore. Ed i comuni, almeno quelli piccoli, potranno assumersi parte degli oneri che avevano le Province?
    Pur cercando di capire le motivazioni, vedo le stesse di difficile attuazione.

  2. Massimo Di Bello scrive:

    @Renzo: decadranno TUTTI i consiglieri provinciali attuali ed i 10 previsti verranno eletti con le nuove modalità (non con elezioni pubbliche, ma dai comuni, anche se per il meccanismo esatto bisognerà aspettare una successiva legge).

    Per quanto riguarda i compiti è previsto che possano essere gestite dalle Regioni stesse, in base alla tipologia

  3. renzo52 scrive:

    Ancora più preoccupante, i consiglieri saranno eletti non dal popolo ma da chissachi!!!
    Ben vero che non avranno poteri come ad oggi, ma comunque …….

  4. Massimo Di Bello scrive:

    L’ottica è che dovrebbero occuparsi solo del coordinamento dei comuni, diventano in pratica una rappresentanza “federale” dei comuni che lo compongono (e gli organi dei comuni sono eletti comunque democraticamente).
    il vantaggio di un meccanismo di questo tipo, è naturalmente eliminare i costi diretti e indiretti di tale struttura, nella prospettiva di una sua completa eliminazione (cosa però richiede una legge costituzionale).

    Bisogna anche dire che da parte degli elettori, penso che la provincia non ha mai avuto quella centralità come può accadere per comuni e regioni, per cui anche la “qualità” delle elezioni ne ha sempre risentito.

  5. renzo52 scrive:

    Si, forse in generale hai ragione anche se pere quanto riguarda la centralità delle provincie, io vedo la mia (Trento) che essendo in una regione a statuto speciale cambia completamente. Infatti in Trentino A.A. è sicuramente più importante il ruolo della provincia che quello della regione, ma questo credo sia un caso a parte che non vedrà molti cambiamenti.

  6. Massimo Di Bello scrive:

    Sì, penso che la riforma non andrà a toccare le due province a statuto speciale (che sono quasi delle regioni a sé stanti). :-)

  7. Fabat scrive:

    Non ne capisco molto… ma a lume di naso, oltre al risparmio, spero che ciò favorisca una maggiore integrazione e unità di popolo e territori, anche se può sembrare paradossale. Non so se sia una riforma in senso “federalista”, ma se così fosse, è un federalismo che non mi dispiace… :-)

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