I comuni descritti da chi li vive giorno per giorno o comunque ha avuto modo di conoscerli in viaggio, per lavoro, per turismo. Un modo per condividere le proprie esperienze e conoscere nuovi luoghi interessanti.
Secondo le fonti antiche più accreditate (Plinio il Vecchio e Strabone) P. gravita sul sito dell’antica colonia di Picentia, fondata dai Romani per deportarvi parte della popolazione ribelle dei Piceni (nelle attuali Marche). Importanti le testimonianze della civiltà villanoviana (pre-etrusca). Da visitare il museo archeologico nazionale dell’agro
picentino ricco di notevoli reperti arcaici.
Paese dalle spiagge bianche,baganta da un mare cristallino e battuta da venti costanti capaci di modellare perfino i graniti e i ginepri,forte delle sue tradizioni offre un’accoglienza fuori dal comune con profumi,sapori e storia millenaria che sconfina nella leggenda e nel mito di civiltà antiche,di straordinario valore ambientale,meta privilegiata turistica,vero e proprio monumento alla natura
Nato nel 1998 come primo esempio di unione tra Colcavagno,Montiglio,Scandeluzza,meta di turisti per le caratteristiche e variopinte meridiane,ha un castello accompagnato da antiche leggende su gallerie e cunicoli, rimaneggiato,ha una storia millenaria,molte sono le chiese romaniche costuite con la tipica Pietra da Cantone(blocchi in argillamarno-silicea)oltre a chiese appartenenti a vari secoli
Paese sviluppato lungo la direttrice di un crinale sopra la valle del Triversa,ha mantenuto un paesaggio agrario di continuità col passato,ma possiede anche interessanti testimonianze d’arte come la chiesa di SS Maria e Michele,costruita nella prima metà del 1700,con bella facciata in mattoni a vista scandita da lesene, con interni in scagliola finemente decorati e una serie di piloni votivi
Un tempo questo splendido paese in posizione privilegiata era coperto da castagni da cui deriva il nome,è anche conosciuto per il suo prestigioso vino Ruchè dai riflessi violetti,piccolo DOC piemontese,dal vitigno a grappolo nero già presente ai tempi antichi,un alone di mistero lo circonda tanto da renderlo affascinante.Esistono ancora le mura del castello,la chiesa S. Martino in mattoni a vista
Al confine col territorio acquese è posto alla sommità di una dolce collina ricca di vigneti di produzione DOC e DOCG,paesaggio naturale adatto al relax,ancora integro il castello di origine medioevale con cinque torri:”Il Torrione” circolare,”Torre dei prigionieri”,”Torre di guardia” quadrata,”Torre del Belvedere”,”Torre di vedetta” a sbalzo,internamente alle mura “Il Palazzo” e la “casa Rustica
Tonco è concosciuta per una sua manifestazione religiosa di origini popolari,la “Giostra del Piu”,rito propriziatorio contadino per cacciare le potenze del male,ma il paese non è solo questo,è anche un pittoresco agglomerato di costruzioni rurali tipiche piemontesi,chiese di antichissime origini stettecentesche con interni imponenti,ricche di marmi pregiati,e con il santuario più piccolo d’Italia
Stazione invernale di sport dal trekking allo sci,ma anche attrattiva culturale con il suo Ecomuseo sulla civiltà della castagna nella frazione di Fontane,e non solo,è anche concosciuta per la cava di marmo pregiato “Verzino di Frabosa” con caratteristiche particolari di versatilità,tanto da essere usato nella Gran Madre,nella Sindone,Castello del Valentino e molti altri palazzi famosi di Torino.
Posta allo sbocco del Tanaro e della Stura,su terrazza creatasi dai movimenti tettonici,e anche le varie epoche che si sono succedute,hanno modificato profondamete il tessuto urbano,ripartito in quartieri,con strade di conformazione medioevale su cui si affacciano edifici barocchi con linee eleganti,la cittadella fortificata a pianta pentagonale,chiese nelle quali sono conservati tesori d’arte.
Tanto è stato scritto su questo bel paese arroccato ai bordi di un vulcano,dalle caratteristiche e pregevoli architetture barocche,che non è mai abbastanza,ma aggiungerei che chi passeggia per le sue strette vie da qualsiasi punto sente il profumo di aria di fior di lago che contribuisce a rendere uniche le pesche che qui coltivano, chiamate “guance di canonico”,dopo una frittura di lattarini.