Avvicinare la cittadinanza al proprio patrimonio naturale, favorendo i processi di educazione alla sostenibilità nel viaggio dell’acqua, per favorire la conoscenza e le potenzialità della risorsa idrica di cui è così ricca la Basilicata. Se ne è discusso oggi a San Fele in un seminario dal titolo “Paesaggi d’acqua. San Fele, cascate e antichi mulini sul Torrente Bradano”, organizzato congiuntamente dai Dipartimenti regionali all’Ambiente e alle Politiche Agricole della Regione Basilicata con la collaborazione del Comune e della Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio della Basilicata in occasione delle Giornate europee del Patrimonio.
Un appuntamento quello di oggi, che rientra nella quarta edizione del programma “E..state nei Parchi #percorsid’acqua” del Dipartimento Ambiente sostenuto attraverso Epos e che ha visto la sinergia del Dipartimento Politiche Agricole attraverso il programma “La Basilicata da Expo ai Territori”. I lavori della giornata sono stati aperti dal sindaco di San Fele Donato Sperduto, che ha ringraziato per l’impegno, la Regione, la Soprintendenza e quanti lavorano nella conservazione e valorizzazione del territorio . “Una giornata importante – ha detto – perché dobbiamo tramandare alle nuove generazioni la valorizzazione e la tutela dei nostri beni, in primis delle cascate, ma anche dei muli, dei nostri santuari”. Le tracce della grande industria dei mulini nell’800’, e la volontà di recuperarne la storia, al centro del dibattito di fronte a una platea di studenti e di cittadini. Se oggi le cascate di San Fele sono fruibili ai turisti il merito è dell’associazione locale presieduta da Michele Sperduto “U uattenniere”. Salutando l’iniziativa il presidente dell’associazione ha ripercorso le tappe di quel che rappresentano oggi le cascate per la comunità di San Fele, ricordando l’impegno profuso da tutta la cittadinanza. Il nome dell’associazione è la trasposizione dialettale di “gualchiera” la macchina utilizzata in antichi opifici costruiti a ridosso delle cascate. L’edificio della Gualchiera di San Fele, seppure allo stato di rudere, è stato riconosciuto come “bene culturale” di interesse storico, ambientale ed etnoantropologico. L’obiettivo è reperire risorse per farne un’attrazione turistica.
Giovanni Oliva direttore generale del Dipartimento Politiche Agricole e Forestali, ha sottolineato il lavoro portato avanti con “ Expo ai territori”, che mira a far si che l’evento milanese non sia fine a se stesso bensì che ci sia un ritorno per la Basilicata. “Un progetto che ha rivoluzionato anche la mappatura degli itinerari turistici dell’intera regione – ha sottolineato Oliva - oltre che cartellonistica con standard europei. Queste le motivazioni che hanno spinto il dipartimento Politiche Agricole a fare squadra con quello dell’Ambiente sulla tematica dell’acqua, di cui è così ricca la Basilicata.
Oliva ha ricordato anche le diverse misure previste con la prossima programmazione del Psr che ben si inseriscono con le ambizioni di restauro degli antichi mulini. La misura 323 permetterà ai Comuni di presentare progetti di restauro dei luoghi con una certa rilevanza per l'agricoltura, attraverso la quale sarà possibile ottenere fino a 250mila euro a fondo perduto.
A portare i saluti del capo di Gabinetto del Mibact Giampaolo D’Andrea, assente per impegni isitituzionali, Leonardo Nardella da qualche giorno insediatosi nella Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Basilicata. A seguire gli interventi di Francesco Canestrini della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Basilicata , di Mauruzio Lazzari del Cnr e di Agnese Ricignano architetto di San Fele.
A chiudere i lavori, portando i saluti dell’assessore all’Ambiente Aldo Berlinguer, il dirigente dell’Ufficio Parchi, Biodiversità e tutela della Natura Francesco Ricciardi., il quale sottolineando il lavoro che si sta facendo per la costituzione del Parco regionale del Vulture. “Oltre alla costituzione del Parco che potrà mettere in moto l’economia,- ha evidenziato - bisognerà lavorare come in questo caso per messa in sicurezza delle cascate, e per mettere in campo nuove iniziative artigianali, perché oggi il turista vuole conoscere il territorio. Apprezzando il lavoro fatto dall’associazione per rendere fruibili le cascate, consentendone l’accesso anche anche ai disabili, ha evidenziato le occasioni offerte con la nuova programmazione comunitaria. “Sarà importante la fase di programmazione, ha concluso, affinché San Fele possa cogliere l’opportunità del restauro del mulino. Per la Basilicata, regione dai piccoli numeri è una sfida sull’attrattività, ma potremo farcela, inserendo tutte le attrazioni in specifici itinerari come è già accaduto per il Volo dell’Angelo”
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