Domenica mattina, come sono solito fare ogni volta che mi è possibile, godevo di una passeggiata in macchina con l’anziano genitore e, distrattamente attento alla circolazione, discutevo con lui, variando la conversazione dai massimi sistemi alle banalità più assolute: appagati, ognuno, della presenza dell’altro, in una resipiscenza familiare, che dati gli impegni e la sua tarda età, diventa sempre più rada.
La mattinata era bella, non fredda, e la campagna circostante, data l’ora ancora giovane, mostrava intatta la brina notturna; dai campi a distesa, sempre più riscaldati dal sole, si levava una leggera nebbiolina in dissoluzione e un’aria quasi primaverile sembrava indicare una domenica rilassante e rilassata. Davanti a me, in lontananza, la strada minacciava una curva a destra la cui uscita non era visibile per cui, da patentato esperto, ho istintivamente scalato di marcia e rallentato: non che stessi correndo, ma gli automatismi di chi guida da decenni sono questi e quindi ho affrontato la curva lentamente, ma senza prestarci più dell’attenzione automatica di un pilota impegnato a parlare con il compagno di viaggio.
Cento metri oltre la curva, semi nascosta tra gli alberi della banchina, stazionava una macchina dei vigili urbani davanti al cui cofano una sorta di infernale aggeggio era puntato in direzione della curva mentre due eleganti tutori dell’ordine, in alta uniforme domenicale, quasi sparvieri in caccia, gli facevano da cariatidi di sostegno e ornamento. L’istinto ha subito allertato tutti i miei sensi e qualcosa mi ha fatto presagire che la nostra passeggiata stava per guastarsi in qualche modo : l’alt! che la paletta alzata di uno dei due intimava, mi ha, quasi all’unisono con l’istinto, confermato la sensazione.
“ Patente e libretto “ mi ha detto il milite con quel modo di fare simile ad un sogghigno malevolo e mal nascosto “ Lei è in contravvenzione !“
Sono sceso dall’auto, devo confessarlo, palesemente infastidito, ero certo di non aver commesso infrazioni e quando mi sono sentito dire che avevo sorpassato il limite dei 50 km orari di ben nove (dicasi nove) chilometri, oltre a sentirmi [snip], mi sono anche sentito preso in giro ed ho iniziato una sorta di civilissima, anche se nei toni un po’ ironica, discussione su come tale intransigenza mi sembrasse fuori luogo in una mattinata di domenica, in una strada semideserta di campagna, in un paese dove ciascuno fa ciò che meglio gli aggrada fottendosene di infrangere regole e normative ben più serie ed importanti.
La mia filippica ha evidentemente irritato lo sceriffo del momento il quale, con fare amicale e paternalisticamente punitivo, ha preso ad ispezionare l’auto in tutti i suoi particolari: le frecce, le gomme, il bagagliaio, e dopo un quarto d’ora di inutile ricerca si è portato di nuovo alla sua “pantera” di ordinanza e, parlando più al suo collega che a me:
“ la sua patente è scaduta da 40 giorni e non ha fatto la revisione dell’auto ed io le sequestro la patente …” ha concluso poi girandosi verso di me, quindi “ … e le blocco la macchina! “ ha esclamato come chiosa e sorta di rivalsa da potente; così, mentre l’uno dettava e l’altro scriveva, riga dopo riga e verbale dopo verbale, la fine dell’incontro ha visto le mie finanze decurtate di ben 400 euro, la nostra domenica rovinata, le casse del comune più ricche, ed i vigili soddisfatti di aver assolto al loro compito di tutori dell’ordine e di estemporanei arbitri e giudici nel decidere chi sanzionare e chi no e quanto sanzionare, novelli esattori di tasse mascherate.
Ognuno di noi è, nell’arco della sua vita, per gran parte del tempo impegnato. C’è lo studio, c’è il lavoro, c’è la ricerca di un lavoro, c’è il desiderio sacrosanto di godere di quel poco di tempo libero rimasto per soddisfare i propri interessi le proprie passioni, i propri affetti.
Capita, perciò, che tra le tante cose da fare, qualcuna di queste, venga dimenticata: magari perché è incentrata su di una spesa che si giudica inconsciamente inutilmente vessatoria, o perché i soldi necessari sono serviti o serviranno per qualcosa di più urgente o forse perché, quei soldi semplicemente non ci sono o solo per pura e casuale dimenticanza. E’ vero che la legge non ammette ignoranza e non riconosce come scusante una dimenticanza spesso, per altro, portata a giustificazione da furbi professionali, ma ciò detto è altrettanto vero che uno dei principi della giustizia è quello secondo cui “ in dubio absolve” cioè prevale su ogni altra considerazione, ed in mancanza di prove contrarie, la presunzione di innocenza, ragione per cui la parola di un cittadino, ancorché non recidivo, dovrebbe pur valere qualcosa; il fatto è che in questo nostro paese le condizioni generali sono oramai tali per cui tali considerazioni sono soggette al libero arbitrio di ognuno che ha, in quale che sia il modo, in mano una picccola o grande leva di potere.
Succede così che il vigile decida arbitrariamente chi sanzionare e chi fraternamente ammonire; succede così che una visita medica alla Saub sia fattibile in tempi più o meno brevi in funzione delle amicizie che si hanno o della disponibilità economica che si possiede; che si possano, più o meno impunemente, sovvertire regolamenti, precedenze, obblighi; che ci si possa sentire autorizzati a crearsi un proprio dio (stato) a cui credere in funzione del fatto che il dio (stato) a cui dovremmo credere è diventato menefreghista, grassatore, inadempiente, infingardo, egoista, strafottente, incomprensibile e totalmente indifferente ai problemi dei suoi figli (cittadini) ed i suoi preti (ministri o funzionari che siano) hanno come scopo primo ed ultimo quello di servirsi del dio (stato) e della carica che occupano, spessissimo indegnamente, al solo scopo di arricchire sé stessi, la propria cerca parentale ed amicale, i propri interessi.
A proposito, non sarà che ciò che Report in una non lontana trasmissione ha documentato accadere in alcuni comuni di questo paese, è prassi consolidata ed attuata dappertutto?
Non sapete a cosa mi riferisco?
Semplicemente al fatto che in alcune zone ai vigili viene riconosciuta una percentuale sulle multe che APPIOPPANO A COLORO DI CUI NON GLIENE FREGA NIENTE … .


