[Trento] il cordoglio della città per la morte di Chiara Lubich

[Marcello Di Sarno]

La città di Trento piange la scomparsa di Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari. In occasione dei funerali, che si svolgeranno a Roma, il sindaco proclamerà il lutto cittadino, provvedimento che, come prevede l’articolo 7 del Regolamento di polizia mortuaria, viene adottato “per la morte dei cittadini che con le loro opere abbiano in vita meritato la speciale ammirazione e riconoscenza della collettività”.
Nata a Trento in una casa in piazza Santa Maria Maggiore, Chiara Lubich proprio a Trento scoprì la sua vocazione e fondò, sessantacinque anni fa, la prima comunità dei Focolari. Da allora il movimento non si è mai fermato, portando in tutto il mondo quello che Chiara Lubich stessa chiamò “ideale dell’unità”. Con la sua esperienza di vita, con la sua capacità di intrecciare scambi e di rapportarsi con tutte le esperienze religiose, la fondatrice dei Focolari ha incarnato i valori del dialogo e del rispetto, dimostrando con la sua stessa vita che ciò che unisce le persone è più forte di ciò che le separa.
Addolorato, il sindaco Pacher ricorda così la figura di Chiara: “La sua forza, cui certo non è estraneo il fatto di essere donna, era proprio quella di cercare sempre ciò che unisce, di costruire ponti e legami: è proprio su queste basi ha creato il movimento dei Focolari. Grazie a lei, in questi anni noi abbiamo visto incrociarsi in città persone di tutte le fedi, di tutte le convinzioni politiche e culturali, arrivate a Trento proprio perché sapevano che da qui è partita una fiamma capace di illuminare un percorso durato più di sessant’anni e di lasciare dei semi destinati – ne sono sicuro – a germogliare anche in futuro”. Infine, a proposito del rapporto con la città, il sindaco dice: “Chiara ha sempre amato Trento di un amore profondo quanto profonde sono state le esperienze che qui ha vissuto. Grazie anche al dono della sua testimonianza, Trento deve continuare ad essere un luogo vivo di incontri e riaffermare la propria responsabilità e il proprio impegno come parte di un destino più grande”.