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La profondità di campo

MessaggioInviato: mar 18 nov 2008 19:49
da giampiero.caminiti
Vorrei parlarvi un pò della profondità di campo.

E' la distanza davanti e dietro al soggetto principale che appare nitida (a fuoco). Per ogni impostazione dell'obiettivo, c'è un'unica distanza a cui gli oggetti appaiono perfettamente a fuoco; la nitidezza diminuisce gradualmente in avanti (verso il fotografo) e indietro (in direzione opposta). Il campo nitido è quell'intervallo di distanze davanti e dietro al soggetto in cui la sfocatura è impercettibile o comunque tollerabile; la PdC si dice essere maggiore se questo intervallo è ampio e minore se è ridotto. Per motivi legati all'angolo di incidenza dei raggi luminosi, il campo nitido è sempre più esteso dietro al soggetto a fuoco che davanti; più precisamente, la distanza perfettamente a fuoco si trova grosso modo a un terzo del campo nitido, verso il fotografo. Un punto al di fuori del campo nitido (sfocato) produce sulla pellicola o sul sensore un circolo di confusione, il cui diametro cresce man mano che ci si allontana dal campo nitido stesso.

Ci sono molti fattori che incidono sulla profondità di campo in uno scatto. I più importanti sono la lunghezza focale, la distanza del soggetto, e l'impostazione del diaframma della fotocamera.

Lunghezza focale
Si usa dire che obiettivi con lunghezza focale maggiore (come i teleobiettivi) hanno una PdC minore, e viceversa. In effetti, questa affermazione richiede una precisazione, in quanto il rapporto fra PdC e focale consegue più dall'uso tipico che si fa delle focali di diversa lunghezza (focali lunghe per riprendere oggetti distanti, corte per soggetti vicini) che non da proprietà fisiche delle lenti. Questo concetto può essere chiarito con un esempio. Si consideri un fotografo che usa una focale a 400 mm per riprendere un uccello a 10m di distanza. Con un'apertura di diaframma di f/2,8, la PdC risulta essere di 6,45 cm. Se lo stesso fotografo cambiasse obiettivo passando a un 50 mm, la PdC passerebbe a 4,48 m. Tuttavia, se il fotografo volesse ricomporre l'immagine in modo che l'uccello occupi lo stesso spazio di prima nel fotogramma, dovrebbe avvicinarsi al soggetto fino a una distanza di 1,25 m. A questo punto, la PdC tornerebbe a essere esattamente come prima, ovvero 6,45 cm.
Vi segnalo questo utilissimo link per il calcolo della PdC
http://www.dofmaster.com/dofjs.html

Distanza dal soggetto
A parità di tutto il resto, la messa a fuoco di un soggetto lontano risulta in una maggiore PdC rispetto a quella di un soggetto vicino. In particolare, per ogni impostazione della fotocamera esiste una distanza iperfocale, e la PdC è tanto maggiore quanto più il soggetto, allontanandosi, si avvicina a tale distanza. Quando il punto a fuoco coincide con l'iperfocale, si raggiunge la massima PdC possibile, che si estende in lontananza fino all'infinito e, verso il fotografo, fino a metà dell'iperfocale (molte fotocamere hanno una impostazione vari-program per l'iperfocale, che massimizza la PdC). Se il punto di fuoco oltrepassa l'iperfocale, la PdC diminuisce, poiché, pur continuando essa a estendersi in lontananza all'infinito, la distanza del più vicino oggetto a fuoco dalla macchina aumenta.


Apertura del diaframma
Con un diaframma chiuso (f/32), la profondità di campo è estesa (lo sfondo e il soggetto sono nitidi) Con un diaframma aperto (f/5), la profondità di campo è ridotta (il soggetto è nitido, ma lo sfondo è sfuocato). Maggiori aperture del diaframma corrispondono a minori PdC, e viceversa. Nella maggior parte dei casi, gli obiettivi danno i migliori risultati ad aperture intermedie.

Ciao e alla prossima!

MessaggioInviato: mer 19 nov 2008 19:54
da clickANDgo
Ottima ed esauriente la spiegazione di giampiero.caminiti
Perciò chiunque voglia far risaltare la fontana o la chiesa, isolandola dallo sfondo, è meglio che usi diaframmi aperti con poca profondità di campo,
viceversa se il soggetto della foto ha bisogno anche dell'ambiente circostante per valorizzare ed esserne valorizzato, io consiglierei un diaframma chiuso per aver appunto piu' profondità di campo.
E' importante ricordarsi che se l'illuminazione è poca e voglio usare diaframmi chiusi non posso esimermi dal portare il cavalletto (anche se pesa ed è ingombrante :-) ) così evito le foto mosse.
Ciao Mauro

MessaggioInviato: mer 03 dic 2008 00:48
da cipride
Grazie per la spiegazione, utile. :-)

MessaggioInviato: mer 03 dic 2008 08:37
da SuperAdi
Ciao, grazie per il tuo post, l'ho annotato e messo fra i mie appunti importanti da tenere sempre a portata di mano.


Un saluto

profondità di campo

MessaggioInviato: mar 06 gen 2009 19:09
da marco santoro
ho letto il commento. tecnicamente nulla da dire, esposto con chiarezza. Mi permetto solo di fare questa osservazione sull'argomento:
è da tenere presente che con diaframmi molto chiusi, tipici della macrofotografia( ovvero con diaframmi f/16 o più chiusi) per avere il massimo di profondità di campo possibile dall'ottica utilizata, tuttavia questo comporta un degrado dell'immagine stessa, per la diffrazione della luce nl suo percorso per arrivare sul suo supporto di registrazione, pellicola o snsore che sia. fate una prova per verificare, e poi visualizzate un dettaglio a pieno schermo.
di solito il miglior compromesso qualità/immagine lo si ottiene a diaframmi intermedi, ove quasi tutte le ottiche in commercio hanno la punta massima di resa.
I picchi massimi di miglior qualità di solito sono compresi tra f/5,6 e f/11 con un picco a f/8.
poi, la scelta di PdC è delegata al gusto personale.

MessaggioInviato: mar 06 gen 2009 22:35
da alexpacha
...sicuramente molti di voi gia lo conosceranno, ma voglio condividere con voi questo interessante link sulla diffrazione...
http://www.cambridgeincolour.com/tutori ... graphy.htm