22 Ottobre 2009 alle 20:26

i trabucchi di Foce Verde

di gianniB (Latina, Lazio. Panorami. Categoria D)

Latina - i trabucchi di Foce Verde


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…il molo di Foce Verde con i trabucchi per la pesca da riva…sullo sfondo il promontorio del Circeo.
Il trabucco (detto anche trabocco o travocco). è un’antica macchina da pesca diffusa nel basso Adriatico, dalla costa frentana fino al Gargano (litorale delle province di Chieti, Campobasso e Foggia) e lungo la costa basso tirrenica.
Secondo alcuni storici pugliesi, il trabucco sarebbe un’invenzione importata nella regione dai Fenici. La più antica data di esistenza (documentata) risale al XVIII secolo, periodo in cui i pescatori del Gargano, allora scarsamente popolato, dovettero ingegnarsi per ideare una tecnica di pesca che non fosse soggetta alle condizioni meteomarine della zona: i trabucchi, infatti, permettono di pescare senza doversi inoltrare per mare.
Il trabucco è un’imponente costruzione realizzata in legno strutturale che consta di una piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi di pino d’Aleppo, dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall’acqua, due (o più) lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un’enorme rete a maglie strette detta trabocchetto.
La diversa morfologia della costa garganica e abruzzese ha determinato la compresenza di due diverse tipologie di trabucco: quella garganica prevede l’ancoraggio ad uno sperone di roccia di una piattaforma estesa longitudinalmente alla linea di costa, dalla quale si dipartono le antenne. La variante abruzzese insiste spesso su litorali meno profondi e si caratterizza pertanto per la presenza di una piattaforma in posizione trasversale rispetto alla costa, alla quale è collegata da un ponticello costituito da pedane di legno.
Il trabucco è tradizionalmente costruito col legno di pino d’Aleppo, il pino tipico del Gargano e comune in tutto il medio Adriatico; questo perché è un materiale pressoché inesauribile, data la diffusione nella zona, modellabile, resistente alla salsedine ed elastico (il trabucco deve resistere alle forti raffiche di Maestrale che battono il basso Adriatico). Alcuni trabucchi sono stati ricostruiti negli ultimi anni, ma hanno però perso da tempo la loro funzione economica che nei secoli scorsi ne faceva principale fonte di sostentamento di intere famiglie di pescatori, acquistando in compenso il ruolo di simboli culturali e di attrattiva turistica.
La tecnica di pesca, peraltro efficacissima, è a vista. Consiste nell’intercettare, con le grandi reti a trama fitta, i flussi di pesci che si spostano lungo gli anfratti della costa. I trabucchi sono posizionati là dove il mare presenta fondali sabbiosi e una profondità adeguata (almeno 5m), ed eretti a ridosso di punte rocciose orientate in genere verso SE o NO, in modo da poter sfruttare favorevolmente le correnti.
La rete (che tecnicamente è una rete a bilancia) viene calata in acqua grazie ad un complesso sistema di argani e, allo stesso modo, prontamente tirata su per recuperare il pescato. Essendo impossibile meccanizzare le operazioni (nessun trabucco sopporterebbe il peso di un argano motorizzato) ad almeno due uomini è affidato il durissimo compito di azionare gli argani preposti alla manovra della gigantesca rete. Sul trabucco operano in norma quattro uomini (che si spartiscono i compiti di avvistamento del pesce e di manovra), detti “trabuccolanti”.
Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Trabucco_(pesca)

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4 commenti a “i trabucchi di Foce Verde”

  1. gianniB scrive:

    è saltata un “r” nel titolo…esatto è : ” i trabucchi di Foce Verde”

  2. kvz scrive:

    che colori stupendi… bellissima foto, complimenti :)

  3. gianniB scrive:

    grazie kvz, giornata di foto colorate e nitide senza foschia, ciaooo, gianniB

  4. gianniB scrive:

    grazie redazione della correzione, gianniB

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