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Il territorio di Vignanello ed il suo castello sono stati dall’XI secolo fino al XVI secolo al centro di contese per il possesso da parte dei prefetti di Vico, gli Aldobrandini, gli Orsini, i Borgia e i Naldini. La situazione ebbe fine nel 1531 quando papa Clemente VII concesse il feudo a Beatrice Farnese. In seguito al matrimonio tra Ortensia, figlia di Beatrice, e Sforza Marescotti, il feudo passò ai Marescotti e Sforza divenne primo conte di Vignanello. Fu Sforza ad erigere il castello fino al 1538, anno della sua morte. Sforza Vicino, figlio di Ortensia, continuò l’opera del padre che, dopo il matrimonio con Vittoria Ruspoli, diede vita al nuovo casato Marescotti Ruspoli. Il governo di Vignanello passò quindi nei secoli successivi ai vari esponenti della famiglia, fino al 1816 quando rinunciarono al feudo, mantenendo però la proprietà di numerosi beni immobiliari tra i quali, ancora oggi, si annovera il castello di Vignanello.
Notizie riguardanti una prima fortificazione a Vignanello risalgono al IX-X secolo quando monaci benedettini edificarono una rocca a controllo dei territori. Tale primitiva fortificazione, venne quasi completamente rasa al suolo dai viterbesi nel 1228, nel periodo di espansione di quella città sui territori circostanti. Scarse sono le documentazioni relative alla rocca nei secoli seguenti, probabilmente parzialmente abbandonata. Su tali resti operò l’architetto Antonio da Sangallo il Giovane che chiamato da Beatrice Farnese e Sforza Marescotti nel 1531 iniziò l’opera di riedificazione di un nuovo e moderno castello all’estremità del paese, in posizione strategicamente di rilievo. La pianta dell’edificio è quadrata con quattro torrioni poco sporgenti angolari e completamente circondato da un fossato. Mura e torri sono coronate da merlature ghibelline su archetti pensili sorretti da beccatelli. La forma dei torrioni è quella dei bastioni angolari di difesa, con murature alla base a scarpa ma curiosamente con angoli vivi anziché smussati e rotondeggianti. Si andò così a realizzare un esemplare compromesso tra le nuove teorie architettoniche rinascimentali basate sulla difesa attiva delle macchine da fuoco e l’eleganza di una aristocratica dimora. Tale compromesso è visibile anche nel trattamento delle superfici delle murature, che contrariamente alla logica, presentano un elegante piano finestrato, corrispondente al piano nobile. L’ingresso al castello avviene per mezzo di un ponte levatoio che supera il fossato e che immette in un ampio vestibolo centrale. Da questo si passa per mezzo di una comoda scala al piano nobile, le cui sale sono impreziosite dai numerosi ritratti alle pareti, decorazioni ad affresco, iscrizioni in marmo. Degno di nota è il grande salone, che reca un fregio raffigurante le Virtù, dipinto nel 1725 in occasione della visita al castello di papa Benedetto XIII. Sul retro della faciata principale del castello rivolta al paese, si cela uno tra i più gradevoli giardini all’italiana presenti nei castelli del Lazio. Una prima sistemazione a giardino venne realizzata alla fine del XVI secolo, poi completamente trasformato ai primi del Seicento da Ottavia Orsini figlia di Giulia Farnese. Il giardino si presenta oggi su due livelli di terrazze separate dal castello per mezzo di un secondo ponte levatoio a superare il fossato perimetrale del castello. La prima terrazza è la più vasta e presenta una splendida sequenza di 12 parterre impostati su 3 assi e divisi da viali ortogonali con al centro una bella fontana. La seconda terrazza cela, non visibile, il giardino segreto, più piccolo, formato da un unico asse di parterre, contenute dalle murature di contenimento della terrazza superiore.
http://www.castellidelazio.com/castellodivignanello.htm
Vignanello sorge alle falde del versante orientale dei Monti Cimini. I primi insediamenti umani, nel territorio risalgono alla Preistoria. In epoca falisca, l’attuale quartiere del Molesino fu sede di un attivo centro urbano, che aveva la sua necropoli nella vicina valle della Cupa. Il centro storico è posto su un banco di tufo leucitico, a metri 369 sul livello del mare: ha un tessuto edilizio compatto, protetto su tre lati da vallate e sul quarto dal castello. Secondo alcuni, l’antico centro urbano sorse nel 410 d.C., ad opera dei profughi che cercavano di sfuggire alla ferocia dei Visigoti; secondo altri sorse nel 412 e si chiamò Iulianellum, da un certo Giuliano. Il nome primitivo in seguito diventò Ignanello, Vilianello e Vignanello (1574) per trasformazione naturale del toponimo o per gli ubertosi vigneti già allora esistenti. Nell’853 si ha notizia di monaci benedettini, che costruirono un convento-fortezza più volte trasformato. Nel 1169 Federico Barbarossa affidò il villaggio al Comune di Viterbo. Dopo essere passato da un feudatario all’altro, dalla seconda metà del secolo XV alla prima metà del successivo Vignanello fu sotto l’immediato dominio dei Pontefici, governato per essi da vicari nominati a vita e appartenenti alle nobili famiglie Nardini, Orsini e Borgia. Nel 1531 il castrum venne concesso in feudo a Beatrice Farnese, alla quale nel 1536 successero la figlia Ortensia e il genero Sforza Marescotti, che diede l’attuale struttura al castello, valendosi dell’opera del Sangallo. Iniziato un periodo di relativa stabilità politica, il nucleo urbano si sviluppò fuori delle mura: ad ovest, con la costruzione del borgo dei Santi Angeli Custodi e della Porte detta del “Vignola” e, successivamente, ad est, del Borgo di San Sebastiano. All’interno delle mura fu sistemata la piazza antistante il castello, furono costruiti il Palazzo Pretoriale, la Casa del governatore e la Collegiata. Furono questi i primi esempi di intervento razionale su un nuovo nucleo urbano cresciuto alla rinfusa sulla direttiva Castello-Porta della Torre; essi proseguirono fino a tutto l’Ottocento con l’edificazione del Palazzo Comunale e la demolizione delle porte, portando alla saldatura dei borghi al vecchio centro. La famiglia Marescotti, da cui ebbe i natali Santa Giacinta, governò il feudo fino alla prima metà del secolo XVII; ad essa successero i principi Ruspoli, che lo ressero fino al 1816. Dopo l’annessione del Lazio al regno d’Italia comincia che per Vignanello un periodo di lento, ma costante progresso: si costruiscono il cimitero (1873) e i nuovi acquedotti (1897 e 1934), arrivano la luce (1906) e la ferrovia (1912), inoltre il centro abitato comincia ad estendersi al di fuori della seconda cinta muraria. L’8 giugno 1944, l’arrivo delle truppe alleate segnò l’inizio dei tempi nuovi.
http://www.cmcimini.it/vignanello/vignanello.htm
Il paese sorge alle falde dei Cimini, nel versante orientale, subito dopo Vallerano. I primi insediamenti umani nel territorio risalgono alla preistoria. In epoca falisca, l’attuale quartiere del Molesino fu sede di un attivo centro urbano, che aveva la sua necropoli nella vicina valle della Cupa. II centro storico, su un banco di tufo leucitico, ha un tessuto edilizio compatto, protetto su tre lati da vallate e sul quarto dal castello. Secondo alcuni, l’antico centro urbano sorse intorno al V secolo dopo Cristo, ad opera dei profughi che cercavano di sfuggire alla ferocia dei Visigoti.
II nome primitivo (da un certo Giuliano) in seguito diventò Ignanello, Vilianello e Vignanello (1574) per trasformazione naturale del toponimo o per gli ubertosi vigneti già allora esistenti. Nell’853 si ha notizia di monaci benedettini, che costruirono un convento-fortezza più volte trasformato. Nel 1169 Federico Barbarossa affidò il villaggio al Comune di Viterbo. Dopo essere passato da un feudatario all’altro, dalla seconda metà del secolo XV allla prima metà del successivo, Vignanello fu sotto I’immediato dominio dei Pontefici, governato per essi da vicari nominati a vita e appartenenti alle nobili famiglie Nardini, Orsini e Borgia.
Nel 1531 il castrum venne concesso in feudo a Beatrice Famese, alla quale nel 1536 successero la figlia Ortensia e il genero Sforza Marescotti, che diede l’attuale struttura al castello, valendosi dell’opera del Sangallo. Iniziato un periodo di relativa stabilità politica, il nucleo urbano si sviluppò fuori delle mura: ad ovest, con la costruzione del borgo dei Santi Angeli Custodi e della Porta detta del “Vignola” e, successivamente, ad est, del Borgo di San Sebastiano. AII’intemo delle mura fu sistemata la piazza antistante il castello, furono costruiti il palazzo pretoriale, la casa del Governatore e la Collegiata.
Furono questi i primi esempi di intervento razionale su un nuovo nucleo urbano cresciuto alla rinfusa sulla direttiva Castello-Porta della Torre; essi proseguirono fino a tutto I’Ottocento con l’edificazione del palazzo Comunale e la demolizione delle porte, portando alla saldatura dei borghi al vecchio centro. La famiglia Marescotti, da cui ebbe i natali Santa Giacinta, governò il feudo fino alla prima metà del secolo XVII; ad essa successero i principi Ruspoli, che lo ressero fino al 1816. Dopo l’annessione del Lazio al regno d’Italia comincia anche per Vignanello un periodo di lento, ma costante progresso: si costruiscono iI cimitero (1873) e i nuovi acquedotti (1897 e 1934), arrivano la luce (1906) e la ferrovia (1912), inottre il centro abitato comincia ad estendersi al di fuori della seconda cinta muraria. L’8 gingno 1944, I’arrivo delle truppe alleate segna I’inizio dei tempi nuovi.
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3 commenti a “A tu per tu”
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Un fantastico primo piano!
Forse era il titolo puù appropiato.
Grazie…