Risultato voto a scrutinio: 6.58 (Scrutinio: 4486°; Totale: 19774°)
Turni (n.Voti/n.Sfide): 1° = 3/12 (25%); 2° = 4/14 (29%); 3° = no; 4° = no;
Il castello di Seppie sorge su uno sperone tufaceo proteso nella valle dei Calanchi, a tre chilometri ad est di Lubriano.
Il nome ” Seppie ” deriverebbe dal longobardo Saepis, termine usato per indicare una barriera muraria, oppure una recinzione.
L’ origine del castello, risale al V - VI sec. D. C .
Conclusesi le varie vicende della guerra greco - gotica, venne ampliato in età longobarda, ma la grande ristrutturazione di Seppie avvenne nel 1074, per opera degli antenati dei Monadelschi.
Il castello rimase per tutto il Medioevo in mano ai Monaldeschi della Cervara che qui trovarono spesso rifugio, nei periodi in cui venivano cacciati da Orvieto a causa delle lotte intestine a questa città, per la presa del potere.
Un documento orvietano del 1391 cita il Castello di Seppie “…tuncfuit bandita obsidio ad Seppiam. Et illi de Seppio tenebant ibi malandrinos, qui cpiebant cives comitatenses, et extrahebant dentes,incidebant auricola et faciebant eos redimere.”
Seppie, era dunque diventato un covo della prepotenza monaldesca, che da qui spesso tentava di riappropriarsi del potere nel comune orvietano. Nella metà del XV sec, i monaldeschi vendettero il castello a Monsignor Angelo Geraldini di Amelia. Il nipote di costui, Antonio, nella biografia dello zio, descrive il castello di Seppie: “Eit quoque castellum Seppi, in aprico clivo prope Balneumregium et Lubrianum sito, quod principium dominii fuerat et sede nobilibus de Cerbaria Monaldensibus cognomitatis. Magna profecto eiusdem castelli fortuna, quod semper in celebre nobilium dominum iure esse debeat.”
In seguito passò alle suore del Monastero di San Bernardino di Orvieto, che avevano in custodia la chiesa pievana del castello dedicata ai SS Valeriano e Cecilia.
Nel XVII sec. il castello ritornò ai Monaldeschi dell’Aquila, per poi passare ai Bourbon del Monte e dunque ai Boncompagni-Ludovisi. Subì’ ingenti danni con il terremoto del 1695, in seguito al quale il castello venne adattato ad abitazione per i contadini. Attualmente restaurato, è di proprietà privata essendo stato adibito a miniappartamenti per vacanze.
Per una maggiore informazione leggasi, l’interessante opera di Michelangelo Cagiano de Azevedo, che alla fine degli anni ‘70 svolse alcuni studi su Seppie, che di seguito elenco.
M. Cagiano de Azevedo: METODOLOGIA DI INDAGINEIN UNA STRUTTURA MILITARE DELL’ALTO LAZIO, in “Roma e l’età Carolingia”, Roma 1976, p 253 e seguenti.
M. Cagiano de Azevedo: CONTINUITA’ DI VITA IN UNA STRUTTURA MILITARE DELL’ALTO LAZIO: SEPPIE, quaderno N° 232 dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1977
- Mappa
- Dati Exif
- Utilizzo Foto
- Segnala su:
5 commenti a “Sole invernale sul castello di Seppie”
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.
Chiedo cortesemente alla gentilissima redazione di cambiare la descrizione della foto con questa che riporto di seguito…Grazie della disponibilità
Il castello di Seppie sorge su uno sperone tufaceo proteso nella valle dei Calanchi, a tre chilometri ad est di Lubriano.
Il nome ” Seppie ” deriverebbe dal longobardo Saepis, termine usato per indicare una barriera muraria, oppure una recinzione.
L’ origine del castello, risale al V - VI sec. D. C .
Conclusesi le varie vicende della guerra greco - gotica, venne ampliato in età longobarda, ma la grande ristrutturazione di Seppie avvenne nel 1074, per opera degli antenati dei Monadelschi.
Il castello rimase per tutto il Medioevo in mano ai Monaldeschi della Cervara che qui trovarono spesso rifugio, nei periodi in cui venivano cacciati da Orvieto a causa delle lotte intestine a questa città, per la presa del potere.
Un documento orvietano del 1391 cita il Castello di Seppie “…tuncfuit bandita obsidio ad Seppiam. Et illi de Seppio tenebant ibi malandrinos, qui cpiebant cives comitatenses, et extrahebant dentes,incidebant auricola et faciebant eos redimere.”
Seppie, era dunque diventato un covo della prepotenza monaldesca, che da qui spesso tentava di riappropriarsi del potere nel comune orvietano. Nella metà del XV sec, i monaldeschi vendettero il castello a Monsignor Angelo Geraldini di Amelia. Il nipote di costui, Antonio, nella biografia dello zio, descrive il castello di Seppie: “Eit quoque castellum Seppi, in aprico clivo prope Balneumregium et Lubrianum sito, quod principium dominii fuerat et sede nobilibus de Cerbaria Monaldensibus cognomitatis. Magna profecto eiusdem castelli fortuna, quod semper in celebre nobilium dominum iure esse debeat.”
In seguito passò alle suore del Monastero di San Bernardino di Orvieto, che avevano in custodia la chiesa pievana del castello dedicata ai SS Valeriano e Cecilia.
Nel XVII sec. il castello ritornò ai Monaldeschi dell’Aquila, per poi passare ai Bourbon del Monte e dunque ai Boncompagni-Ludovisi. Subì’ ingenti danni con il terremoto del 1695, in seguito al quale il castello venne adattato ad abitazione per i contadini. Attualmente restaurato, è di proprietà privata essendo stato adibito a miniappartamenti per vacanze.
Per una maggiore informazione leggasi, l’interessante opera di Michelangelo Cagiano de Azevedo, che alla fine degli anni ‘70 svolse alcuni studi su Seppie, che di seguito elenco.
M. Cagiano de Azevedo: METODOLOGIA DI INDAGINEIN UNA STRUTTURA MILITARE DELL’ALTO LAZIO, in “Roma e l’età Carolingia”, Roma 1976, p 253 e seguenti.
M. Cagiano de Azevedo: CONTINUITA’ DI VITA IN UNA STRUTTURA MILITARE DELL’ALTO LAZIO: SEPPIE, quaderno N° 232 dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1977
fatto
Grazie mille gentilissima Marina
bellissima, bravo
Grazie di nuovo