29 Luglio 2009 alle 09:28

Marsicovetere e la storia dei Caracciolo

di gianniB (Marsicovetere, Basilicata. Panorami. Categoria A)

Marsicovetere - Marsicovetere e la storia dei Caracciolo


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Marsicovetere è un comune di 5.253 abitanti in provincia di Potenza. È composto da tre centri: il centro storico di Marsicovetere (arroccato su una altura, come tutti i paesi circostanti), Villa d’Agri di Marsicovetere e Barricelle di Marsicovetere (che si trovano invece in una zona relativamente pianeggiante). Il centro storico di Marsicovetere, con duemila anni di storia, è uno dei centri più caratteristici della Basilicata. Ha un aspetto in gran parte medioevale, con strade in pietra ed archi, anche se le costruzioni più rilevanti sono posteriori al Quattrocento. Il centro storico ha una grande panoramicità: dai suoi 1036 metri di altitudine si gode di una vista che va dalla media all’alta Val d’Agri, impreziosita dall’esposizione al sole, che non abbandona mai il paese dall’alba al tramonto.
Marsicovetere è il comune più importante della Val d’Agri, con servizi ed imprese in continuo fermento: questa crescita è trainata principalmente dalla frazione di Villa d’Agri, considerata il simbolico capoluogo della Valle. Marsicovetere ha origini molto antiche, confermate dai resti di un’antica civitas che lo storico romano Strabone indicò con il nome di Vertina. Quando nel VII secolo i Romani la distrussero i profughi si spostarono sull’altura dove oggi sorge Marsicovetere, per trovare rifugio. Il nome di Marsicovetere pare che abbia origine da un’altra etnia che si insediò nel territorio: i Marsi. Questi provenivano dalla Marsica, territorio degli Abruzzi, scesero in Lucania e si stabilirono qui dando origine alla città. Nel 1118 vi è attestata la presenza di un castello con un borgo circostante, il cui proprietario era un certo Bartolomeo, che si intitolava inclytus dominus. Nel 1334 giunse a Marsicovetere un francescano dissidente che fuggiva per contrasti con la Chiesa romana e con la politica ecclesiastica della gerarchia francescana: Angelo Clareno. Egli attirò gente a Marsicovetere, nel convento di Santa Maria dell’Aspro, avendo prodotto un’effervescenza religiosa, basata su di una spiritualità che predicava il rinnovamento della vita in attesa dell’apocalisse e, secondo alcune fonti, avendo compiuto diversi miracoli. Clareno si spense il 15 giugno 1337, dopo aver fondato l’ordine dei fraticelli della povera vita, e tutto d’un colpo finì anche questo spontaneismo religioso. Ben altra importanza assunse Marsicovetere nell’età moderna , infatti re Ferdinando I donò, nel 1468, Marsicovetere ad Ettore Caracciolo Pisquizi (patrizio napoletano e fratello di Sergianni Caracciolo, primo ministro al tempo di Giovanna II) con il titolo di Signore. Il primo ad essere insignito del titolo di Principe di Marsicovetere da re Filippo III fu Salvatore Caracciolo il 4 giugno 1646. Secondo una descrizione dei beni feudali, effettuata dall’erario Giovanni Masino, i principi possedevano un palazzo a Marsicovetere, con un giardino (detto il Giardinello) e con una cappella intitolata a San Michele, oltre ad un palazzo in campagna con numerosi vigneti intorno. Inevitabilmente menzionati sono anche boschi, terre e mulini. Grazie alla presenza di una delle famiglie più potenti del regno, Marsicovetere fu protagonista di una grande espansione demografica (toccò la soglia di 4000 abitanti a metà del XVI secolo), urbanistica (con l’edificazione del 1639 della Chiesa di San Pietro, oggi dedicata ai Santi Pietro e Paolo) e culturale (vi fu la nascita di un ceto borghese professionistico e proprietario terriero). I Caracciolo sovvenzionarono a Marsicovetere anche l’educazione per i poveri, come da testamento del principe Nicola (o Niccolò) Caracciolo, nel 1777. Vi fu nella storia feudale di Marsicovetere una breve parentesi dei di Palma nel 1627, ma i Caracciolo lo riacquistarono immediatamente e lo tennero sino al 1777, quando i Principi Nicola (o Niccolò) e Antonio morirono e l’erede Laura Caracciolo lo vendette al marsicoveterese Bernardo Brussone per 34000 ducati. Ma le altre famiglie borghesi, impaurite dall’incombenza dei Brussone, nel 1778 proclamarono Marsicovetere Città Regia, chiedendo al sovrano che riconoscesse Marsicovetere appartenente al Regio Demanio. Il 26 giugno 1782 la Regia Camera assecondò la richiesta, con il benestare di re Ferdinando IV di Borbone. Nel 1861 Marsicovetere fu annessa al Regno d’Italia, nonostante i numerosi conflitti tra briganti, supportati dai Borboni, e Sabaudi. Nel 1857 il paese fu gravemente danneggiato da un violentissimo terremoto che semidistrusse il Convento di Santa Maria di Costantinopoli e distrusse completamente la seconda chiesa di Marsicovetere, secondo alcuni la chiesa di San Vito. Questo avvenimento segnò per Marsicovetere l’inizio della crisi, supportata da una ricostruzione difficile, ed in parte ancora non conclusa (il Convento di Santa Maria di Costantinopoli non è mai stato più ricostruito), oltre che dall’emigrazione verso le Americhe. La crisi durerà sino agli anni ‘50, quando iniziò lo sviluppo della frazione di Pedali. Pedali, che ha cambiato il nome in Villa d’Agri, rappresenta oggi il cuore pulsante della Val d’Agri, tenendo in vita Marsicovetere e la sua storia millenaria.

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5 commenti a “Marsicovetere e la storia dei Caracciolo”

  1. roxanna4ever scrive:

    Grazie per la didascalia così dettagliata, è stato un piacere leggerla per conoscere la storia di questo paesino che tu hai saputo fotografare così bene! ciao

  2. mastrophoto scrive:

    bella composizione con il taglo diagonale del fotogramma

    bravo

  3. photosguardo scrive:

    Bellissima foto, bellissimo paese, ci sono stato questa estate con il mio gruppo di Trombonieri!!!!

  4. gianniB scrive:

    grazie photosguardo, gentilissimo come sempre, gianniB

  5. gianniB scrive:

    grazie anche a mastrophoto e roxanna4ever, ho letto solo ora i vostri commenti che ho gradito tantissimo e che ringrazio di cuore, gianniB

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