22 Agosto 2009 alle 13:50

torre sud del castello Colonna di Eboli

di gianniB (Eboli, Campania. Castelli e Fortificazioni. Categoria C)

Eboli - torre sud del castello Colonna di Eboli


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Eboli è un comune italiano di 37.738 abitanti, della Provincia di Salerno in Campania. Il nome Eboli potrebbe derivare da Eu bòlos (ευ βόλος) buona zolla, o da un mitico fondatore: Ebalo, figlio della ninfa Sebetide e di Telon, re di Cipro, menzionato da Virgilio alla fine del settimo libro dell’Eneide, dove dice: Oebale quem generasse Telon Sebetide Nympha. Si tratta, tuttavia, di ipotesi, non documentate da fonti scritte.
Quando i Greci arrivarono ad Ebhura (pron. Efiura), trovando il nome simile a quello di numerose località pelasgiche della Grecia, la indicarono come Efiùra katà Kampànian (Εφιύρα κατά Καμπάνιαν). Difatti, il nome “Efiùra” (Εφιύρα), è l’antico nome di Corinto, “Efira”.
Il territorio fu frequentato sin dalla preistoria, come testimonia il ritrovamento di una mummia neolitica in località Corno d’oro.
Ricca di reperti archeologici rinvenuti in diversi siti dislocati sulle colline (numerosi sono i ritrovamenti corredi funerari risalenti all’ eneolitico e all’ età del bronzo, ritrovati su Montedoro), in Eboli risulta consolidata nei secoli successivi la presenza della Civiltà villanoviana. A partire dalla fine del V secolo a.C. fiorenti saranno i rapporti commerciali tra le popolazioni etrusche a nord e quelle greche a sud, tanto che Eboli divenne un centro di riferimento importante per le tribù lucane dell’entroterra, come testimoniato dalle numerose necropoli sparse lungo il perimetro del centro storico. Con l’arrivo dei romani e la costruzione della via Popilia (che congiungeva Capua a Reggio Calabria) Eburum divenne un importante e fiorente centro artigianale e commerciale, come dimostrano i resti di un antico quartiere artigianale (datato III-II secolo a.C.) dedito alla produzione di ceramica, ubicato a pochi passi dal santuario dei SS. Cosma e Damiano. Del IV secolo d.C. è la villa romana rinvenuta in località Fontanelle, distante meno di un chilometro dal centro. A testimianza della grande vitalità di questo centro i romani concessero ad Eburum lo status giuridico di Municipium, ossia i suoi cittadini erano a tutti gli effetti cives romani ma mantenevano il diritto a governarsi con leggi proprie, come dimostra la stele eburina (oggi conservata presso il Museo archeologico della media valle del Sele). Il piedistallo di una statua al tempo dedicata al console Tito Flavio Silvano, ritrovata nel basamento dell’antica chiesa di S.Maria ad Intra nel centro storico, riporta in calce un’iscrizione in latino (un latino non perfetto, o forse già frammisto ad elementi di volgare) che definisce “Eburum, municipium romano”.
Con la caduta dell’Impero romano Eboli fu distrutta una prima volta da Alarico nel 410 d.C. e successivamente saccheggiata e devastata dai saraceni nel IX e X secolo. Ma gli insediamenti su Montedoro sopravvissero fino a quando giunsero in queste terre i Longobardi. Nel Medioevo fu identificata con il nome Evoli(nel dialetto locale ancora oggi persiste la forma Jevule, evidente eredità del nome medievale). La città in questo periodo storico diventa un caposaldo del sistema difensivo del Principato di Salerno con il suo imponente Castello, eretto da Roberto il Guiscardo, circondato da mura e dalle sue cinque porte. Numerosi furono gli interventi di recupero di antiche chiese e complessi monumentali attuati dai Normanni, ne è un esempio ancora tangibile la Badia di San Pietro alli Marmi, oggi sede del convento dei frati Cappuccini.
Per l’epoca delle lotte per l’Unità d’Italia, nel centro storico della città una targa ricorda ancora l’ospitalità che una famiglia locale concesse a Giuseppe Garibaldi, (alcuni accenni sparsi raccontano anche che proprio a Eboli trovarono rifugio alcuni membri della spedizione organizzata da Carlo Pisacane, sopravvissuti all’eccidio di Sapri). Dal 1859 al 1927 è stato capoluogo dell’omonimo mandamento appartenente al Circondario di Campagna. Fondamentale fu la bonifica effettuata sotto il fascismo, che sottrasse agli acquitrini e alle paludi vaste aree di territorio coltivabile, e che diede il via al definitivo sviluppo del centro abitato verso la pianura, che ancora allora aveva il suo centro alle pendici della zona collinare, sito dell’antico borgo medievale.
Il terribile “terremoto in Irpinia” del 1980, non risparmiò la città con il crollo di palazzi e il danneggiamento di scuole, la cui ricostruzione è stata completata solo al fine degli anni ‘90, e fece innumerevoli vittime (674 morti di cui 2 ebolitani), uno dei terremoti più forti nella storia d’Italia.
fonte: it.wikipedia.org/wiki/Eboli

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3 commenti a “torre sud del castello Colonna di Eboli”

  1. danilo56 scrive:

    Complimenti per l’inquadratura.

  2. gianniB scrive:

    grazie Danilo…attaccato al muro del palazzo…e poi ti ho beccato pure l’unico piccione in volo che nelle altre non c’è….per questo ho scelto questa foto, anche con il gioco del lampione, ciaooo, gianni

  3. jassmine scrive:

    Complimenti anche da parte mia per l’insolita inquadratura!

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