GUIDA Piozzo
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| − | Piozzo si estende nella media valle del Tanaro sull'alto del terrazzamento pianeggiante che prospetta la riva sinistra del fiume. Per Piozzo passò la strada che seguendo il corso del fiume metteva in comunicazione la Pianura Padana con la costa ligure e la Provenza. | + | Piozzo si estende nella media valle del [[Tanaro]] sull'alto del terrazzamento pianeggiante che prospetta la riva sinistra del fiume. Per Piozzo passò la strada che seguendo il corso del fiume metteva in comunicazione la Pianura Padana con la costa ligure e la Provenza. |
| − | Il nome viene fatto risalire al gentilizio "Plotius". A tale paese ed alla sua gente venne probabilmente assegnato il sito su cui sorse il primo insediamento attestato in documenti medioevali quale "Plaucium" (1041) | + | Il nome viene fatto risalire al gentilizio "Plotius". A tale paese ed alla sua gente venne probabilmente assegnato il sito su cui sorse il primo insediamento attestato in documenti medioevali quale "Plaucium" (1041) e "Plocius"(1172), diventerà negli atti successivi e negli Statuti (1425) Plotij e Plocy-Plocij, per passare nella lingua locale a "Pios" e in lingua italiana a Piozzo. Numerosi sono i reperti archeologici che testimoniano la presenza umana in questa epoca (I° secolo a.C.). I nuclei originari di Piozzo furono tre: San Michele o castelletto, Santa Maria e l'arca del Santo Sepolcro. Al seguito delle invasioni saracene del X secolo, le località di fondovalle vennero abbandonate per luoghi più naturalmente protetti, come lo sperone su cui sorge il castello, che già è menzionato in atti del XI secolo. La chiesa del Santo Sepolcro (X secolo), antica parrocchiale, rimase isolata, mentre una nuova parrocchiale veniva costruita in Villa Plocij. Appartenente al comitato Bredulo, passò già nel X secolo sotto il controllo del vescovo di Asti. I signori locali, i Piozzo, erano vassalli del vescovo e tali rimasero sino al 1387, quando la signoria passò a Manfredo di Saluzzo. |
Nel 1388, con la costruzione della nuova diocesi di Mondovì, Piozzo cessò di far parte della diocesi di Mondovì. Al 1425 risale la più antica stesura a noi nota degli Statuti, che con le loro norme dettavano linee certe per il vivere civile, sottraendolo all'unico volere del signore. Tali Statuti verranno rivisti nel 1561 ed approvati dal duca Emanuele Filiberto, essendo nel frattempo buona parte del Piemonte del sud passata sotto il controllo di casa Savoia. I Saluzzo-Cardé detennero la signoria sino al 1493, quando vendettero il feudo a Govone; il feudo ritornò poi ai Saluzzo e passò successivamente di mano ad un loro vassallo, Goffredo Amedeo Vacca, nel 1638. Nel 1686 i Vacca ottennero il titolo di conti di Piozzo e nel 1749, l'ultima loro discendente portò in dote la contea al monregalese Prospero Antonio Faussone di Germagnano; i Germagnalo la elessero a loro sede sino alla fine del XIX secolo. | Nel 1388, con la costruzione della nuova diocesi di Mondovì, Piozzo cessò di far parte della diocesi di Mondovì. Al 1425 risale la più antica stesura a noi nota degli Statuti, che con le loro norme dettavano linee certe per il vivere civile, sottraendolo all'unico volere del signore. Tali Statuti verranno rivisti nel 1561 ed approvati dal duca Emanuele Filiberto, essendo nel frattempo buona parte del Piemonte del sud passata sotto il controllo di casa Savoia. I Saluzzo-Cardé detennero la signoria sino al 1493, quando vendettero il feudo a Govone; il feudo ritornò poi ai Saluzzo e passò successivamente di mano ad un loro vassallo, Goffredo Amedeo Vacca, nel 1638. Nel 1686 i Vacca ottennero il titolo di conti di Piozzo e nel 1749, l'ultima loro discendente portò in dote la contea al monregalese Prospero Antonio Faussone di Germagnano; i Germagnalo la elessero a loro sede sino alla fine del XIX secolo. | ||
Nel corso del secondo conflitto mondiale Piozzo ha conosciuto la pagina forse più drammatica della sua storia; il 5 luglio 1944 le truppe tedesche occuparono Farigliano e Piozzo, li saccheggiarono e li incendiarono per rappresaglia contro le forze partigiane che si stavano organizzando in Costamagna e nelle Langhe. Vittime civili, distruzioni di case, incendio del castello, del municipio, e dell'archivio storico comunale furono la conseguenza di solo poche ore di barbarie. La piazza principale del paese è dedicata a questa nefasta data, perché il trascorrere del tempo non ne cancelli la memoria. | Nel corso del secondo conflitto mondiale Piozzo ha conosciuto la pagina forse più drammatica della sua storia; il 5 luglio 1944 le truppe tedesche occuparono Farigliano e Piozzo, li saccheggiarono e li incendiarono per rappresaglia contro le forze partigiane che si stavano organizzando in Costamagna e nelle Langhe. Vittime civili, distruzioni di case, incendio del castello, del municipio, e dell'archivio storico comunale furono la conseguenza di solo poche ore di barbarie. La piazza principale del paese è dedicata a questa nefasta data, perché il trascorrere del tempo non ne cancelli la memoria. | ||
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Nel 1388, con la costruzione della nuova diocesi di Mondovì, Piozzo cessò di far parte della diocesi di Mondovì. Al 1425 risale la più antica stesura a noi nota degli Statuti, che con le loro norme dettavano linee certe per il vivere civile, sottraendolo all'unico volere del signore. Tali Statuti verranno rivisti nel 1561 ed approvati dal duca Emanuele Filiberto, essendo nel frattempo buona parte del Piemonte del sud passata sotto il controllo di casa Savoia. I Saluzzo-Cardé detennero la signoria sino al 1493, quando vendettero il feudo a Govone; il feudo ritornò poi ai Saluzzo e passò successivamente di mano ad un loro vassallo, Goffredo Amedeo Vacca, nel 1638. Nel 1686 i Vacca ottennero il titolo di conti di Piozzo e nel 1749, l'ultima loro discendente portò in dote la contea al monregalese Prospero Antonio Faussone di Germagnano; i Germagnalo la elessero a loro sede sino alla fine del XIX secolo. | Nel 1388, con la costruzione della nuova diocesi di Mondovì, Piozzo cessò di far parte della diocesi di Mondovì. Al 1425 risale la più antica stesura a noi nota degli Statuti, che con le loro norme dettavano linee certe per il vivere civile, sottraendolo all'unico volere del signore. Tali Statuti verranno rivisti nel 1561 ed approvati dal duca Emanuele Filiberto, essendo nel frattempo buona parte del Piemonte del sud passata sotto il controllo di casa Savoia. I Saluzzo-Cardé detennero la signoria sino al 1493, quando vendettero il feudo a Govone; il feudo ritornò poi ai Saluzzo e passò successivamente di mano ad un loro vassallo, Goffredo Amedeo Vacca, nel 1638. Nel 1686 i Vacca ottennero il titolo di conti di Piozzo e nel 1749, l'ultima loro discendente portò in dote la contea al monregalese Prospero Antonio Faussone di Germagnano; i Germagnalo la elessero a loro sede sino alla fine del XIX secolo. | ||
Nel corso del secondo conflitto mondiale Piozzo ha conosciuto la pagina forse più drammatica della sua storia; il 5 luglio 1944 le truppe tedesche occuparono Farigliano e Piozzo, li saccheggiarono e li incendiarono per rappresaglia contro le forze partigiane che si stavano organizzando in Costamagna e nelle Langhe. Vittime civili, distruzioni di case, incendio del castello, del municipio, e dell'archivio storico comunale furono la conseguenza di solo poche ore di barbarie. La piazza principale del paese è dedicata a questa nefasta data, perché il trascorrere del tempo non ne cancelli la memoria. | Nel corso del secondo conflitto mondiale Piozzo ha conosciuto la pagina forse più drammatica della sua storia; il 5 luglio 1944 le truppe tedesche occuparono Farigliano e Piozzo, li saccheggiarono e li incendiarono per rappresaglia contro le forze partigiane che si stavano organizzando in Costamagna e nelle Langhe. Vittime civili, distruzioni di case, incendio del castello, del municipio, e dell'archivio storico comunale furono la conseguenza di solo poche ore di barbarie. La piazza principale del paese è dedicata a questa nefasta data, perché il trascorrere del tempo non ne cancelli la memoria. | ||
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Versione delle 20:44, 1 ott 2007
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Piozzo è situato nel Piemonte nella Provincia di Cuneo. Il 26 dicembre si festeggia il Patrono, Santo Stefano. Tra gli edifici religiosi: Parrocchiale di Santo Stefano; Chiesa della Confraternita dei Battuti neri o della Misericordia; Chiesa di Santa Maria fuori le mura, detta del Santo Sepolcro.
Confina con i comuni di: Carrù, Lequio Tanaro, Farigliano e Bene Vagienna.
Storia
Piozzo si estende nella media valle del Tanaro sull'alto del terrazzamento pianeggiante che prospetta la riva sinistra del fiume. Per Piozzo passò la strada che seguendo il corso del fiume metteva in comunicazione la Pianura Padana con la costa ligure e la Provenza. Il nome viene fatto risalire al gentilizio "Plotius". A tale paese ed alla sua gente venne probabilmente assegnato il sito su cui sorse il primo insediamento attestato in documenti medioevali quale "Plaucium" (1041) e "Plocius"(1172), diventerà negli atti successivi e negli Statuti (1425) Plotij e Plocy-Plocij, per passare nella lingua locale a "Pios" e in lingua italiana a Piozzo. Numerosi sono i reperti archeologici che testimoniano la presenza umana in questa epoca (I° secolo a.C.). I nuclei originari di Piozzo furono tre: San Michele o castelletto, Santa Maria e l'arca del Santo Sepolcro. Al seguito delle invasioni saracene del X secolo, le località di fondovalle vennero abbandonate per luoghi più naturalmente protetti, come lo sperone su cui sorge il castello, che già è menzionato in atti del XI secolo. La chiesa del Santo Sepolcro (X secolo), antica parrocchiale, rimase isolata, mentre una nuova parrocchiale veniva costruita in Villa Plocij. Appartenente al comitato Bredulo, passò già nel X secolo sotto il controllo del vescovo di Asti. I signori locali, i Piozzo, erano vassalli del vescovo e tali rimasero sino al 1387, quando la signoria passò a Manfredo di Saluzzo. Nel 1388, con la costruzione della nuova diocesi di Mondovì, Piozzo cessò di far parte della diocesi di Mondovì. Al 1425 risale la più antica stesura a noi nota degli Statuti, che con le loro norme dettavano linee certe per il vivere civile, sottraendolo all'unico volere del signore. Tali Statuti verranno rivisti nel 1561 ed approvati dal duca Emanuele Filiberto, essendo nel frattempo buona parte del Piemonte del sud passata sotto il controllo di casa Savoia. I Saluzzo-Cardé detennero la signoria sino al 1493, quando vendettero il feudo a Govone; il feudo ritornò poi ai Saluzzo e passò successivamente di mano ad un loro vassallo, Goffredo Amedeo Vacca, nel 1638. Nel 1686 i Vacca ottennero il titolo di conti di Piozzo e nel 1749, l'ultima loro discendente portò in dote la contea al monregalese Prospero Antonio Faussone di Germagnano; i Germagnalo la elessero a loro sede sino alla fine del XIX secolo. Nel corso del secondo conflitto mondiale Piozzo ha conosciuto la pagina forse più drammatica della sua storia; il 5 luglio 1944 le truppe tedesche occuparono Farigliano e Piozzo, li saccheggiarono e li incendiarono per rappresaglia contro le forze partigiane che si stavano organizzando in Costamagna e nelle Langhe. Vittime civili, distruzioni di case, incendio del castello, del municipio, e dell'archivio storico comunale furono la conseguenza di solo poche ore di barbarie. La piazza principale del paese è dedicata a questa nefasta data, perché il trascorrere del tempo non ne cancelli la memoria.
Piozzo si estende nella media valle del Tanaro sull'alto del terrazzamento pianeggiante che prospetta la riva sinistra del fiume. Per Piozzo passò la strada che seguendo il corso del fiume metteva in comunicazione la Pianura Padana con la costa ligure e la Provenza.
Il nome viene fatto risalire al gentilizio "Plotius". A tale paese ed alla sua gente venne probabilmente assegnato il sito su cui sorse il primo insediamento attestato in documenti medioevali quale "Plaucium" (1041) e "Plocius"(1172), diventerà negli atti successivi e negli Statuti (1425) Plotij e Plocy-Plocij, per passare nella lingua locale a "Pios" e in lingua italiana a Piozzo. Numerosi sono i reperti archeologici che testimoniano la presenza umana in questa epoca (I° secolo a.C.). I nuclei originari di Piozzo furono tre: San Michele o castelletto, Santa Maria e l'arca del Santo Sepolcro. Al seguito delle invasioni saracene del X secolo, le località di fondovalle vennero abbandonate per luoghi più naturalmente protetti, come lo sperone su cui sorge il castello, che già è menzionato in atti del XI secolo. La chiesa del Santo Sepolcro (X secolo), antica parrocchiale, rimase isolata, mentre una nuova parrocchiale veniva costruita in Villa Plocij. Appartenente al comitato Bredulo, passò già nel X secolo sotto il controllo del vescovo di Asti. I signori locali, i Piozzo, erano vassalli del vescovo e tali rimasero sino al 1387, quando la signoria passò a Manfredo di Saluzzo.
Nel 1388, con la costruzione della nuova diocesi di Mondovì, Piozzo cessò di far parte della diocesi di Mondovì. Al 1425 risale la più antica stesura a noi nota degli Statuti, che con le loro norme dettavano linee certe per il vivere civile, sottraendolo all'unico volere del signore. Tali Statuti verranno rivisti nel 1561 ed approvati dal duca Emanuele Filiberto, essendo nel frattempo buona parte del Piemonte del sud passata sotto il controllo di casa Savoia. I Saluzzo-Cardé detennero la signoria sino al 1493, quando vendettero il feudo a Govone; il feudo ritornò poi ai Saluzzo e passò successivamente di mano ad un loro vassallo, Goffredo Amedeo Vacca, nel 1638. Nel 1686 i Vacca ottennero il titolo di conti di Piozzo e nel 1749, l'ultima loro discendente portò in dote la contea al monregalese Prospero Antonio Faussone di Germagnano; i Germagnalo la elessero a loro sede sino alla fine del XIX secolo.
Nel corso del secondo conflitto mondiale Piozzo ha conosciuto la pagina forse più drammatica della sua storia; il 5 luglio 1944 le truppe tedesche occuparono Farigliano e Piozzo, li saccheggiarono e li incendiarono per rappresaglia contro le forze partigiane che si stavano organizzando in Costamagna e nelle Langhe. Vittime civili, distruzioni di case, incendio del castello, del municipio, e dell'archivio storico comunale furono la conseguenza di solo poche ore di barbarie. La piazza principale del paese è dedicata a questa nefasta data, perché il trascorrere del tempo non ne cancelli la memoria.
Biblioteche
- Biblioteca Civica, Via Carboneri






