GUIDA Enna/Chiesa Maria SS del Popolo
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| − | La Chiesa sorge nel quartiere detto del ''Popolo'' in una zona chiamata ''Colombaia'', per via dell'esistenza di una stazione militare di arrivo e partenze per i piccioni viaggiatori che venivano usati come mezzi di comunicazione dall'esercito italiano. La costruzione della chiesa con l'omonimo monastero risale al '''1550''' ad opera delle suore dell' ''Ordine Carmelitano'' che scelsero il sito perchè isolato dal resto della città, dove esisteva gia una cappella dedicata a '''S.Agata''' e una delle torri di avvistamento che facevano parte del sistema difensivo della città. | + | La Chiesa sorge nel quartiere detto del ''Popolo'' in una zona chiamata ''Colombaia'', per via dell'esistenza di una stazione militare di arrivo e partenze per i piccioni viaggiatori che venivano usati come mezzi di comunicazione dall'esercito italiano. La costruzione della chiesa con l'omonimo monastero risale al '''1550''' ad opera delle suore dell' ''Ordine Carmelitano'' provenienti dal Monastero di San Marco che scelsero il sito perchè isolato dal resto della città, dove esisteva gia una cappella dedicata a '''S.Agata''' e una delle torri di avvistamento che facevano parte del sistema difensivo della città che in seguito divenne il campanile del Monastero. Nell'anno '''1693''' la chiesa fu danneggiata dal terremoto, e nel '''1740''' le suore ottennero un offerta in denaro per i lavori di restauro che usarono per ristrutturare il campanile e alcune parti della chiesa danneggiate. Ai primi dell''''800''' trovandosi in difficolta economiche le suore chiesero e ottennero l'aiuto generoso da parte dei popolani abitanti del quartiere sviluppatosi nel corso degli anni intorno al monastero, in ringraziamento le suore decisero di dedicare la chiesa a ''Santa Maria del Popolo'' aprendola al culto dei fedeli. Nel '''1826''' l'edifico subì diversi cambiamenti, i lavori furono affidati al Maestro '''Giovanni Pitta''' su progetto dell'ingegnere '''Gaetano Lo Piano''' di [[Caltanissetta]] l'altare maggiore fu dislocato su posizione totalmente opposta alla sua posizione originale, alle spalle del nuovo altare fu costruita la parete semicircolare dell'abside, e nella posizione della vecchia abside fu aperto l'ingresso principale e inserito un nuovo portale costruito precedentemente per un'altro ingresso del monastero, dallo scultore''' Antonio Catrini da Ficarra''' nel '''1560'''. |
Con l'unificazione del Regno d'Italia e la promulgazione delle leggi di soppressione, gran parte dei beni ecclesiastici furono confiscati dallo Stato italiano nel '''1866'''. Stessa sorte toccò alla chiesa di Santa Maria del Popolo che, nel '''1892''', divenne sede della caserma militare "Panzera". Fu solo alla fine della ''Seconda Guerra Mondiale'' che l'edifico su richiesta del parroco '''Paolo Marasà''' e col permesso del vescovo di [[Piazza Armerina]] potè riaprire le porte al culto. L'edificio a navata unica con una volta a botte arricchita con affreschi che raffigurano alcuni episodi della vita del profeta '''Elia''', realizzati nel 1827 dal pittore ennese '''Saverio Marchese'''. | Con l'unificazione del Regno d'Italia e la promulgazione delle leggi di soppressione, gran parte dei beni ecclesiastici furono confiscati dallo Stato italiano nel '''1866'''. Stessa sorte toccò alla chiesa di Santa Maria del Popolo che, nel '''1892''', divenne sede della caserma militare "Panzera". Fu solo alla fine della ''Seconda Guerra Mondiale'' che l'edifico su richiesta del parroco '''Paolo Marasà''' e col permesso del vescovo di [[Piazza Armerina]] potè riaprire le porte al culto. L'edificio a navata unica con una volta a botte arricchita con affreschi che raffigurano alcuni episodi della vita del profeta '''Elia''', realizzati nel 1827 dal pittore ennese '''Saverio Marchese'''. | ||
Versione delle 17:09, 15 giu 2013
La Chiesa sorge nel quartiere detto del Popolo in una zona chiamata Colombaia, per via dell'esistenza di una stazione militare di arrivo e partenze per i piccioni viaggiatori che venivano usati come mezzi di comunicazione dall'esercito italiano. La costruzione della chiesa con l'omonimo monastero risale al 1550 ad opera delle suore dell' Ordine Carmelitano provenienti dal Monastero di San Marco che scelsero il sito perchè isolato dal resto della città, dove esisteva gia una cappella dedicata a S.Agata e una delle torri di avvistamento che facevano parte del sistema difensivo della città che in seguito divenne il campanile del Monastero. Nell'anno 1693 la chiesa fu danneggiata dal terremoto, e nel 1740 le suore ottennero un offerta in denaro per i lavori di restauro che usarono per ristrutturare il campanile e alcune parti della chiesa danneggiate. Ai primi dell'800 trovandosi in difficolta economiche le suore chiesero e ottennero l'aiuto generoso da parte dei popolani abitanti del quartiere sviluppatosi nel corso degli anni intorno al monastero, in ringraziamento le suore decisero di dedicare la chiesa a Santa Maria del Popolo aprendola al culto dei fedeli. Nel 1826 l'edifico subì diversi cambiamenti, i lavori furono affidati al Maestro Giovanni Pitta su progetto dell'ingegnere Gaetano Lo Piano di Caltanissetta l'altare maggiore fu dislocato su posizione totalmente opposta alla sua posizione originale, alle spalle del nuovo altare fu costruita la parete semicircolare dell'abside, e nella posizione della vecchia abside fu aperto l'ingresso principale e inserito un nuovo portale costruito precedentemente per un'altro ingresso del monastero, dallo scultore Antonio Catrini da Ficarra nel 1560.
Con l'unificazione del Regno d'Italia e la promulgazione delle leggi di soppressione, gran parte dei beni ecclesiastici furono confiscati dallo Stato italiano nel 1866. Stessa sorte toccò alla chiesa di Santa Maria del Popolo che, nel 1892, divenne sede della caserma militare "Panzera". Fu solo alla fine della Seconda Guerra Mondiale che l'edifico su richiesta del parroco Paolo Marasà e col permesso del vescovo di Piazza Armerina potè riaprire le porte al culto. L'edificio a navata unica con una volta a botte arricchita con affreschi che raffigurano alcuni episodi della vita del profeta Elia, realizzati nel 1827 dal pittore ennese Saverio Marchese.






