GUIDA Brusson/Castelli e Fortificazioni/Castello di Graines
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: - Una leggenda narra che, una notte, una misteriosa voce apparve in sogno ad un pastore che gli indicò il punto esatto dove scavare per trovare un tesoro, ammonendolo però di allontanarsi prima che all'alba il gallo cantasse per la terza volta. La notte successiva il pastore seguì le indicazioni e scoprì una botola oltre la quale trovò il tesoro. Abbagliato dallo sfavillio dell'oro e delle gemme che a mucchi riempivano la grotta, indugiò a contemplare quelle favolose ricchezze, affondandovi cupidamente le mani. Il gallo cantò: una, due, tre volte. La botola si chiuse senza far rumore: e l'uomo restò prigioniero nella caverna incantata, nè alcuno seppe più nulla di lui. Da allora nessuno mai è riuscito a portarlo alla luce, anche se molti ci hanno provato. | : - Una leggenda narra che, una notte, una misteriosa voce apparve in sogno ad un pastore che gli indicò il punto esatto dove scavare per trovare un tesoro, ammonendolo però di allontanarsi prima che all'alba il gallo cantasse per la terza volta. La notte successiva il pastore seguì le indicazioni e scoprì una botola oltre la quale trovò il tesoro. Abbagliato dallo sfavillio dell'oro e delle gemme che a mucchi riempivano la grotta, indugiò a contemplare quelle favolose ricchezze, affondandovi cupidamente le mani. Il gallo cantò: una, due, tre volte. La botola si chiuse senza far rumore: e l'uomo restò prigioniero nella caverna incantata, nè alcuno seppe più nulla di lui. Da allora nessuno mai è riuscito a portarlo alla luce, anche se molti ci hanno provato. | ||
| + | : - Si tramanda che il maniero abbia avuto signori dispotici e castellane dal delicato pallore. Affinchè il riverbero del sole sulla neve e sui ghiacciai della '''Becca Torché''' non abbronzasse la bianca carnagione delle dame di Graines, la gente del contado era obbligata dal feudatario a coprire di terra i pendii innevati della montagna. | ||
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Versione delle 12:28, 9 ago 2018
Castelli e fortificazioni a Brusson/Castello di Graines
- Ubicato ad oriente della Frazione Arcesaz su un promontorio roccioso ed a strapiombo sulla vallata sottostante (sulla destra orografica della valle dell' Evançon ), rappresenta una tipica struttura difensiva di tipo primitivo. La sua posizione strategica sfruttava il vantaggio delle grandi altezze che permettevano di comunicare visivamente, tramite specchi o bandiere, con il fondovalle. il maniero ed alcune terre circostanti furono infeudati nell’anno 1263 a Gotofredo I di Challant , nipote del Visconte Bosone di Aosta e fedele servitore dei Conti di Savoia che lo amministrarono fino al tardo 1700, riconoscendosi vassalli dell' Abbazia di Saint-Maurice d'Agaune . Il complesso si presenta con una forma irregolare che si adatta al territorio su cui è situato ed i suoi principali elementi costitutivi sono: una ampia cinta muraria con merlatura guelfa (di circa 80 metri per 50) che originariamente lo circondava per intero; un’alta torre merlata a pianta quadrangolare (alla quale fu annessa un edificio rettangolare a scopo residenziale), la Cappella romanica, dedicata a "San Martino", e costituita da un'unica navata, lunga circa otto metri, ed un abside semicircolare; una cisterna per l’acqua, con volta a botte. Dell’antica Cappella romanica, orientata verso levante, sono ancora visibili i muri perimetrali che delimitano l‘unica navata, con abside semicircolare e campanile a vela. L'ingresso è sormontato da un arco a tutto sesto e da una sovrastante apertura tonda sulla cui sommità è situato un campaniletto. L’edificio era illuminato internamente da cinque finestre, tre nell'abside e due sul lato sud.
- Curiosità:
- - Nel castello è stata ambientata una parte del romanzo "Il mercante di lana", di Valeria Montaldi .
- - Una leggenda narra che, una notte, una misteriosa voce apparve in sogno ad un pastore che gli indicò il punto esatto dove scavare per trovare un tesoro, ammonendolo però di allontanarsi prima che all'alba il gallo cantasse per la terza volta. La notte successiva il pastore seguì le indicazioni e scoprì una botola oltre la quale trovò il tesoro. Abbagliato dallo sfavillio dell'oro e delle gemme che a mucchi riempivano la grotta, indugiò a contemplare quelle favolose ricchezze, affondandovi cupidamente le mani. Il gallo cantò: una, due, tre volte. La botola si chiuse senza far rumore: e l'uomo restò prigioniero nella caverna incantata, nè alcuno seppe più nulla di lui. Da allora nessuno mai è riuscito a portarlo alla luce, anche se molti ci hanno provato.
- - Si tramanda che il maniero abbia avuto signori dispotici e castellane dal delicato pallore. Affinchè il riverbero del sole sulla neve e sui ghiacciai della Becca Torché non abbronzasse la bianca carnagione delle dame di Graines, la gente del contado era obbligata dal feudatario a coprire di terra i pendii innevati della montagna.






