GUIDA  San Donato di Ninea/Cozzo del Pellegrino

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(Come Arrivare)
 
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Il '''Cozzo del Pellegrino''' (1987 metri) è la montagna per eccellenza del comune di San Donato di Ninea. Si trova all'interno del perimetro del '''Parco Nazionale del Pollino''', e più esattamente rappresenta il cuore geografico del massiccio "''dell'Orsomarso''" o appunto "''del Pellegrino''", dato che ne rappresenta la cima più alta.
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[[Immagine:San_Donato_di_Ninea_-_Cozzo_del_Pellegrino.jpg|left|Cozzo del Pellegrino - www.sandonatodininea.net]]
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L'area è scarsamente antropizzata e praticamente sconosciuta al di fuori della regione fino alla fine degli anni '70.
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Ha un'importanza naturalistica immensa, perché presenta tali e tante emergenze botaniche e faunistiche da essere considerata una delle più prestigiose ''aree wilderness'' d'Italia.
<p>Il Cozzo del Pellegrino &egrave; la montagna per eccellenza del comune di San Donato di Ninea (CS), e si trova all&#39;interno del perimetro del Parco Nazionale del Pollino, e pi&ugrave; esattamente nel gruppo montuoso denominato &quot;dell&#39;Orsomarso&quot;, o appunto &quot;del Pellegrino&quot;, visto che esso ne rappresenta la cima pi&ugrave; alta. <br />
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  Il Cozzo del Pellegrino rappresenta il cuore geografico del massiccio omonimo (noto anche come &ldquo;Monti di Orsomarso&rdquo;) e la sua massima elevazione montuosa (la vetta raggiunge 1987 m). Si tratta di una vasta area scarsamente antropizzata, praticamente sconosciuta al di fuori della regione fino alla fine degli anni &rsquo;70: la sua importanza naturalistica, per&ograve;, &egrave; inversamente proporzionale alla scarsa considerazione turistica, poich&eacute; la zona presenta tali e tante emergenze botaniche e faunistiche da essere considerata una delle pi&ugrave; prestigiose &ldquo;aree wilderness&rdquo;d&rsquo;Italia. Scomodo da raggiungere, punteggiato da canyon impressionanti e dirupi scoscesi, spesso privo di sentieri battuti, riesce per&ograve; a regalare all&rsquo;escursionista sensazioni inaspettate: ore di solitudine completa, alberi centenari, pascoli di quota a perdita d&rsquo;occhio, foreste intoccate di faggi entro cui si muovono lupi e gatti selvatici, aquile e istrici e caprioli. </p>
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'''Il Cozzo''' è scomodo da raggiungere, spesso privo di sentieri battuti, punteggiato da canyon impressionanti e dirupi scoscesi. Riesce però a regalare all'escursionista sensazioni inaspettate: ore di solitudine completa, alberi centenari, pascoli di quota a perdita d'occhio, foreste intoccate di faggi entro cui si muove una fauna di '''lupi, gatti selvatici, aquile, istrici e caprioli'''.
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==Come Arrivare==
<p><span style="background-color: #999999"><strong>Come arrivarci: </strong></span>
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Dal '''rifugio di Piano di Lanzo''' si torna indietro per qualche decina di metri lungo la strada da cui si è arrivati, imboccando poi sulla sinistra la strada sterrata che porta, dopo un breve tratto, al '''Piano di Lanzo''' vero e proprio, dove canche la '''statua della Madonna del Pellegrino'''.
[[Immagine:Esempio.jpg|thumb|left|Didascalia]]
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Poco prima dell'ultimo tornante il grande faggio a due fusti campeggia a lato della stradella. E'  il preludio alle imponenti faggete che si vedranno più in alto.
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<p>Arrivati al <strong>rifugio di Piano di Lanzo </strong>si torna indietro per qualche decina di metri lungo la strada da cui si &egrave; arrivati e si imbocca poi a sinistra la sterrata che porta in breve a <strong>piano di Lanzo </strong>veri e propri (siamo proprio a monte del rifugio), dove c&rsquo;&egrave; anche la statua della <strong>Madonna del Pellegrino</strong>. Poco prima dell&rsquo;ultimo tornante, un grande faggio a due fusti campeggia a lato della stradella, preludendo alle imponenti faggete che si vedranno pi&ugrave; in alto. Dai piani si prosegue a sinistra lungo una stradella a fondo naturale che costeggia le pendici del <strong>monte La Calvia </strong>(praticamente un&rsquo;anticima del Cozzo del Pellegrino) e sale verso <strong>la Cresta</strong>, una sella posta proprio tra La Calvia e il Cozzo di valle Scura, attraversando un bel bosco di <strong>ontani </strong>(questo tipo di bosco &egrave; abbastanza raro sul massiccio, ed &egrave; pressoch&eacute; esclusivo di questo versante). </p>
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Si prosegue a sinistra lungo una stradella a fondo naturale che costeggia le pendici del '''monte La Calvia''' (praticamente un'anticima del Cozzo del Pellegrino) e sale verso '''la Cresta''', una sella posta proprio tra '''La Calvia''' e il '''Cozzo di Valle Scura.''' In questo punto si attraversa un bel bosco di '''ontani''' (abbastanza raro sul massiccio e pressoché esclusivo di questo versante).
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Si prosegue sempre in salita, tralasciando i sentieri che si staccano a sinistra scendendo nella Valle Scura. Si giunge così ad una radura sulla destra.
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una volta arrivati occorre piegare a destra e costeggiarla lungo l'orlo più vicino fino ad entrare nel bosco attraverso un sentiero appena accennato, in modo da sbucare proprio sulla sella de '''La Cresta''': una piccola radura completamente circondata dal bosco e posta proprio sullo spartiacque.  
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Dalla sella de '''La Cresta''' si volta a destra inerpicandosi in salita libera lungo la pendice de '''La Calvia''': si cammina prima nel bosco, poi in un canalone e finalmente allo scoperto lungo un declivio pietroso.
<p align="justify">Si prosegue sempre in salita, tralasciando le stradelle che si staccano a sinistra e scendono nella valle Scura. Si raggiunge cos&igrave; una radura sulla destra; una volta arrivati occorre piegare a destra e costeggiarla lungo l&rsquo;orlo pi&ugrave; vicino fino ad entrare nel bosco (c&rsquo;&egrave; un sentiero appena accennato) in modo da sbucare proprio sulla sella de <strong>La Cresta</strong>, costituita da una piccola radura completamente circondata dal bosco e posta proprio sullo spartiacque. Dalla sella de La Cresta si piega a destra inerpicandosi in salita libera lungo la pendice de La Calvia: si cammina prima nel bosco, poi in un canalone (o sul suo bordo destro) e finalmente allo scoperto lungo un erto declivio pietroso. Dalla <strong>vetta del monte La Calvia </strong>si scorge il Cozzo del Pellegrino, che si potr&agrave; raggiungere attraversando un&rsquo;ampia sella tra i due rilievi, occupata da un fitto intrico di giovani <strong>faggi</strong>; oltre i faggi ci si deve incamminare su un aereo crinale (con prudenza: aggirare a destra i punti pi&ugrave; esposti) che porta fino in vetta. Mentre si sale non &egrave; improbabile riuscire a vedere, negli spazi aerei sottostanti, le evoluzioni dell&rsquo;<strong>aquila </strong>e del <strong>falco pellegrino</strong>, che nidificano sulle inaccessibili pareti di roccia.Volendo tornare al rifugio per un&rsquo;altra via, dalla cima del Cozzo si scende liberamente a sinistra nella bella conca di <strong>valle Lupa</strong>, caratterizzata da ampie praterie costellate di doline e inghiottitoi. In primavera la conca si ammanta di straordinarie fioriture di <strong>nontiscordardime</strong>, <strong>viole</strong>, <strong>crochi</strong>, centauree, <strong>orchidee </strong>di varie specie, formando un magnifico tappeto di mille colori nel quale svettano grandi <strong>faggi </strong>isolati. In prossimit&agrave; dello sbocco di valle Lupa (direzione opposta a quella da cui si arriva), parte un sentiero che diventa poco dopo stradella e che scende aggirando il lungo costone del Cozzo del Pellegrino (che si terr&agrave; sempre sulla destra, in alto). Il sentiero oltrepassa il costone in corrispondenza di una piccola sella per poi svoltare a destra, tuffandosi nuovamente verso il basso. Dopo una lunga serie di tornanti e di curve si sbucher&agrave; di nuovo sulla strada montana; imboccandola verso destra si raggiunger&agrave; la localit&agrave; di partenza. </p></td>
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Proseguendo, si potrà raggiungere '''il Cozzo del Pellegrino''' attraversando un'ampia sella tra i due rilievi occupata da un fitto intrico di giovani faggi; oltre i faggi ci si deve incamminare su un aereo crinale che porta fino in vetta. Si consiglia di aggirare a destra i punti più esposti.
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Mentre si sale non è raro poter catturare con i propri occhi le evoluzioni dell''''aquila''' e del '''falco pellegrino''', che nidificano sulle inaccessibili pareti di roccia.
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Volendo tornare al rifugio attraverso un'altro percorso, dalla cima del Cozzo si può scendere liberamente a sinistra nella bella conca di '''Valle Lupa''', caratterizzata da ampie praterie costellate di doline e inghiottitoi.
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In primavera la conca si ammanta di straordinarie fioriture di '''nontiscordardime''', '''viole''', '''crochi''', '''centauree''', '''orchidee''' di varie specie: un magnifico tappeto di mille colori nel quale svettano grandi faggi isolati.
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Presso lo sbocco di '''Valle Lupa''', nella direzione opposta a quella da cui si arriva, parte un sentiero che si allarga poco dopo in una stradella che scende aggirando il lungo costone del '''Cozzo del Pellegrino''' (che si terrà sempre sulla destra, in alto).
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Proseguendo per il sentiero, oltre il costone in corrispondenza di una piccola sella, si svolta a destra, tuffandosi nuovamente verso il basso. Dopo una lunga serie di tornanti e di curve si sbucherà di nuovo sulla strada montana ed imboccandola verso destra si raggiungerà di nuovo la località di partenza.
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[[Categoria:Località]]

Versione attuale delle 22:33, 20 feb 2009

San Donato di Ninea - Cozzo del Pellegrino.jpg

Il Cozzo del Pellegrino (1987 metri) è la montagna per eccellenza del comune di San Donato di Ninea. Si trova all'interno del perimetro del Parco Nazionale del Pollino, e più esattamente rappresenta il cuore geografico del massiccio "dell'Orsomarso" o appunto "del Pellegrino", dato che ne rappresenta la cima più alta.

L'area è scarsamente antropizzata e praticamente sconosciuta al di fuori della regione fino alla fine degli anni '70.

Ha un'importanza naturalistica immensa, perché presenta tali e tante emergenze botaniche e faunistiche da essere considerata una delle più prestigiose aree wilderness d'Italia.

Il Cozzo è scomodo da raggiungere, spesso privo di sentieri battuti, punteggiato da canyon impressionanti e dirupi scoscesi. Riesce però a regalare all'escursionista sensazioni inaspettate: ore di solitudine completa, alberi centenari, pascoli di quota a perdita d'occhio, foreste intoccate di faggi entro cui si muove una fauna di lupi, gatti selvatici, aquile, istrici e caprioli.

San Donato di Ninea - Cozzo del Pellegrino2.jpg

Come Arrivare

Dal rifugio di Piano di Lanzo si torna indietro per qualche decina di metri lungo la strada da cui si è arrivati, imboccando poi sulla sinistra la strada sterrata che porta, dopo un breve tratto, al Piano di Lanzo vero e proprio, dove c'è anche la statua della Madonna del Pellegrino.

Poco prima dell'ultimo tornante il grande faggio a due fusti campeggia a lato della stradella. E' il preludio alle imponenti faggete che si vedranno più in alto.

Si prosegue a sinistra lungo una stradella a fondo naturale che costeggia le pendici del monte La Calvia (praticamente un'anticima del Cozzo del Pellegrino) e sale verso la Cresta, una sella posta proprio tra La Calvia e il Cozzo di Valle Scura. In questo punto si attraversa un bel bosco di ontani (abbastanza raro sul massiccio e pressoché esclusivo di questo versante).

San Donato di Ninea - Cozzo del Pellegrino 3.jpg

Si prosegue sempre in salita, tralasciando i sentieri che si staccano a sinistra scendendo nella Valle Scura. Si giunge così ad una radura sulla destra.

una volta arrivati occorre piegare a destra e costeggiarla lungo l'orlo più vicino fino ad entrare nel bosco attraverso un sentiero appena accennato, in modo da sbucare proprio sulla sella de La Cresta: una piccola radura completamente circondata dal bosco e posta proprio sullo spartiacque.

Dalla sella de La Cresta si volta a destra inerpicandosi in salita libera lungo la pendice de La Calvia: si cammina prima nel bosco, poi in un canalone e finalmente allo scoperto lungo un declivio pietroso.

Proseguendo, si potrà raggiungere il Cozzo del Pellegrino attraversando un'ampia sella tra i due rilievi occupata da un fitto intrico di giovani faggi; oltre i faggi ci si deve incamminare su un aereo crinale che porta fino in vetta. Si consiglia di aggirare a destra i punti più esposti. Mentre si sale non è raro poter catturare con i propri occhi le evoluzioni dell'aquila e del falco pellegrino, che nidificano sulle inaccessibili pareti di roccia.

Volendo tornare al rifugio attraverso un'altro percorso, dalla cima del Cozzo si può scendere liberamente a sinistra nella bella conca di Valle Lupa, caratterizzata da ampie praterie costellate di doline e inghiottitoi.

In primavera la conca si ammanta di straordinarie fioriture di nontiscordardime, viole, crochi, centauree, orchidee di varie specie: un magnifico tappeto di mille colori nel quale svettano grandi faggi isolati.

Presso lo sbocco di Valle Lupa, nella direzione opposta a quella da cui si arriva, parte un sentiero che si allarga poco dopo in una stradella che scende aggirando il lungo costone del Cozzo del Pellegrino (che si terrà sempre sulla destra, in alto).

Proseguendo per il sentiero, oltre il costone in corrispondenza di una piccola sella, si svolta a destra, tuffandosi nuovamente verso il basso. Dopo una lunga serie di tornanti e di curve si sbucherà di nuovo sulla strada montana ed imboccandola verso destra si raggiungerà di nuovo la località di partenza.