File:Sassari - Lapide commemorativa del maggior pittore sardo del 900 - Casa natale del Pittore Giuseppe Biasi - Piazza Fiume - Sassari.jpg: differenze tra le versioni

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({{CopyrightAutore|Agnes}} Categoria:Lapidario SassariCategoria:Lapidario Sardegna Primo pittore moderno in una Sardegna che all’inizio del Novecento lottava per liberarsi da una lunga storia di soggezione coloniale o semicoloniale, Giuseppe Bia)
 
 
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Primo pittore moderno in una Sardegna che all’inizio del Novecento lottava per liberarsi da una lunga storia di soggezione coloniale o semicoloniale, Giuseppe Biasi (Sassari 1885-Andorno Micca 1945) ha dedicato i tre quarti della sua opera a rappresentare la propria terra. Questo non fa però di lui uno dei tanti pittori regionalisti di cui abbonda l’arte italiana a cavallo di secolo.
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Giuseppe Biasi (Sassari 1885-Andorno Micca 1945) è un pittore sardo profondamente legato alla sua terra. Il suo contributo più importante consiste, infatti, nell'aver costruito un'immagine "diversa" della Sardegna, che ha messo in luce gli aspetti positivi connessi alla vita pastorale e alle sue tradizioni.
 
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Dotato di una personalità eccentrica, poliedrica e spesso contraddittoria, ha sviluppato una intensa collaborazione con la scrittrice nuorese Grazia Deledda ed è ricordato come il più importante pittore sardo del novecento.
Biasi non è uno sfruttatore del folklore a buon mercato, ma l’inventore di una tradizione: se una scrittrice come Grazia Deledda aveva raccontato la Sardegna, Biasi per la prima volta ne ha costruito l’immagine. Quella che era agli occhi dell’Italia un’isola arretrata e miserabile, infestata dalla malaria e dai banditi, popolata da una razza delinquente, diventa un Eden primitivo, immune dai guasti della civiltà e del progresso. Attraverso un vero e proprio rovesciamento di valori, Biasi trova nella cultura popolare le radici di un’identità sarda che gli intellettuali della sua generazione si sforzavano affannosamente di definire.
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Populista e aristocratico, avvezzo alla mondanità più elegante e però perfettamente a suo agio tra i pastori, nella solitudine degli stazzi; nutrito di aggiornata cultura internazionale ma incrollabilmente fiero delle proprie radici; ironico, disincantato, e insieme profondamente intriso di romanticismo; fortemente individualista, ma pronto ad assumere con coraggio il peso di situazioni collettive; scettico e disilluso, ma ugualmente impegnato a cercare nell'arte "la buona volontà dell'illusione"; persuaso di non poter "abbracciare alcun partito né arruolarsi in alcun esercito", insofferente del clima della dittatura fascista, eppure capace di schierarsi - quando niente lo richiedeva, e per motivi esclusivamente ideali - con il fascismo nella sua ora estrema, quella della Repubblica Sociale: questo è Biasi, pittore e uomo.
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Irrazionalismo, pessimismo, nichilismo, pensiero antiborghese, ma anche antidemocratico – elementi su cui si fonda la sua cultura – ne fanno un singolare fascio di contraddizioni e una personalità eccentrica e originale nel quadro dell’arte italiana del primo Novecento.
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Informazioni tratte da: http://www.ilisso.com/biasi/stanza01.htm
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Per altri approfondimenti e visualizzazione delle sue opere consultare la pagina http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_39_20060406175805.pdf
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Giuseppe Biasi (Sassari 1885-Andorno Micca 1945) è un pittore sardo profondamente legato alla sua terra. Il suo contributo più importante consiste, infatti, nell'aver costruito un'immagine "diversa" della Sardegna, che ha messo in luce gli aspetti positivi connessi alla vita pastorale e alle sue tradizioni. Dotato di una personalità eccentrica, poliedrica e spesso contraddittoria, ha sviluppato una intensa collaborazione con la scrittrice nuorese Grazia Deledda ed è ricordato come il più importante pittore sardo del novecento.

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attuale21:43, 16 dic 2008Miniatura della versione delle 21:43, 16 dic 20082 872 × 1 957 (1,06 MB)Agnes (Discussione | contributi){{CopyrightAutore|Agnes}} Categoria:Lapidario SassariCategoria:Lapidario Sardegna Primo pittore moderno in una Sardegna che all’inizio del Novecento lottava per liberarsi da una lunga storia di soggezione coloniale o semicoloniale, Giuseppe Bia

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