GUIDA Bella
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| − | Fra gli storici che parlando di Numistrone non vi hanno sostituita la odierna [[Muro]], è alcuno che dalle rovine di quell'antica città vorrebbe far nascere '''Bella''' distante tre miglia da Muro, ma non è a ciò bastevole fondamento qualche sepolcro o moneta che in quei dintorni siasi rinvenuta; e la fontana detta ''de' Saraceni'', ivi tuttora esistente alla distanza di un miglio da ''Bella'', non altro proverà se non che in quei campi si combattè e vi morirono persone distinte ivi poi sotterrate. Il tenimento di Bella fu, per così dire, lacerato dai feudalismo; giacchè nel regno di Guglielmo II fra non meno di ''sedici'' baroni si ripartiva. Nel 1462 il Re Ferdinando vendè a Giacomo Caracciolo la terra di Bella, che quasi un secolo dopo ricaduta al Demanio, fu donata da Carlo V a Ferrante d'Alarçon. Da questo, dopo alcuni passaggi a diversi feudatarii, tornò alla Corona nel 1560 a sollecitazione degli abitanti; i quali non potendo poi reggere ai pesi governativi, ottennero di esser venduti dal Viceré d'Alcalà ad Agostino Rendone; se ne fecero quindi altre vendite, e cosi pervenne ai Caracciolo Principi di [[Torella]]. Sono da notarsi in Bella la chiesa arcipretale, tre Monti Pii intesi ad onere di beneficenza, e lo Spedale per gl'infermi e pei pellegrini. | + | Fra gli storici che parlando di Numistrone non vi hanno sostituita la odierna [[Muro]], è alcuno che dalle rovine di quell'antica città vorrebbe far nascere '''Bella''' distante tre miglia da Muro, ma non è a ciò bastevole fondamento qualche sepolcro o moneta che in quei dintorni siasi rinvenuta; e la fontana detta ''de' Saraceni'', ivi tuttora esistente alla distanza di un miglio da ''Bella'', non altro proverà se non che in quei campi si combattè e vi morirono persone distinte ivi poi sotterrate. Il tenimento di Bella fu, per così dire, lacerato dai feudalismo; giacchè nel regno di Guglielmo II fra non meno di ''sedici'' baroni si ripartiva. Nel 1462 il Re Ferdinando vendè a Giacomo Caracciolo la terra di Bella, che quasi un secolo dopo ricaduta al Demanio, fu donata da Carlo V a Ferrante d'Alarçon. Da questo, dopo alcuni passaggi a diversi feudatarii, tornò alla Corona nel 1560 a sollecitazione degli abitanti; i quali non potendo poi reggere ai pesi governativi, ottennero di esser venduti dal Viceré d'Alcalà ad Agostino Rendone; se ne fecero quindi altre vendite, e cosi pervenne ai Caracciolo Principi di [[Torella Lombardi|Torella]]. Sono da notarsi in Bella la chiesa arcipretale, tre Monti Pii intesi ad onere di beneficenza, e lo Spedale per gl'infermi e pei pellegrini. |
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Versione delle 16:02, 14 mag 2009
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Bella è situato in Basilicata in Provincia di Potenza. Il 19 marzo si festeggia il Patrono, San Giuseppe. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Madre; Chiesa di Santa Maria delle Grazie; Chiesa di San Vincenzo.
Confina con i comuni di: Avigliano, Muro Lucano, Ruoti, San Fele, Balvano, Filiano e Baragiano.
Indice |
Dove Mangiare
- Ristorante Bar Il Grottino, Piazza Plebiscito, 5
Biblioteche
- Biblioteca Comunale, Via Modena
Volontariato, Onlus e Associazioni
- Associazione Volontariato Al di Là delle Nuvole, Via Modena, 38
- Filemone - Com. Promozione per L'Integrazione Tra i Popoli, Vico I Campidoglio
Bibliografia
- Storia di Bella, Mario Martone, Graphislitografica (1997)
- Storia della comunità di Bella, Vol. 1-6, Mario Martone, Finiguerra (1994-2002)
- Bella nella storia-territorio e società, Franco Coviello, edizione a cura della Comunità Montana Marmo-Platano
Memorie Storiche
In Corografia fisica, storica e statistica (1845) così viene descritto il comune:
Fra gli storici che parlando di Numistrone non vi hanno sostituita la odierna Muro, è alcuno che dalle rovine di quell'antica città vorrebbe far nascere Bella distante tre miglia da Muro, ma non è a ciò bastevole fondamento qualche sepolcro o moneta che in quei dintorni siasi rinvenuta; e la fontana detta de' Saraceni, ivi tuttora esistente alla distanza di un miglio da Bella, non altro proverà se non che in quei campi si combattè e vi morirono persone distinte ivi poi sotterrate. Il tenimento di Bella fu, per così dire, lacerato dai feudalismo; giacchè nel regno di Guglielmo II fra non meno di sedici baroni si ripartiva. Nel 1462 il Re Ferdinando vendè a Giacomo Caracciolo la terra di Bella, che quasi un secolo dopo ricaduta al Demanio, fu donata da Carlo V a Ferrante d'Alarçon. Da questo, dopo alcuni passaggi a diversi feudatarii, tornò alla Corona nel 1560 a sollecitazione degli abitanti; i quali non potendo poi reggere ai pesi governativi, ottennero di esser venduti dal Viceré d'Alcalà ad Agostino Rendone; se ne fecero quindi altre vendite, e cosi pervenne ai Caracciolo Principi di Torella. Sono da notarsi in Bella la chiesa arcipretale, tre Monti Pii intesi ad onere di beneficenza, e lo Spedale per gl'infermi e pei pellegrini.






