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Mamoiada è situato nella Sardegna nella Provincia di Nuoro. Il 17 gennaio si festeggia il Patrono, SantAntonio Abate. Da Vedere: Domus de Janas Istevene; Stele di Boeli, detta anche sa Perda Pintà. Confina con i comuni di: Sarule, Gavoi, Fonni, Ollolai, Orani, Orgosolo e Nuoro. MAMOIADA Il Paese -L’abitato di Mamoiada si trova nel cuore della Barbagia di Ollolai, è raggiungibile da Cagliari, Sassari, Oristano e Olbia percorrendo la statale 131 e 131 d.c.n. in direzione Nuoro (capoluogo di provincia). Da qui è sufficiente immettersi sulla nuova S.S. 389 (s.s.v. strada scorrimento veloce - direz. Lanusei e Tortolì) e dopo circa 15 km si arriva al piccolo centro. Mamoiada è un ridente paese di collina, nella Sardegna centrale, di 2.700 abitanti circa, l’altitudine del territorio comunale è compresa fra i 390 m e i 1.048 m sul livello del mare mentre l’abitato è sito ad un’altezza media di 650 metri. Il territorio, di appena 4900 ettari è ricco di sorgenti naturali, corsi d’acqua, terreni a pascolo e a colture; pascoli ricchi di bestiame e numerosi vigneti che sostengono le attività più fiorenti: la produzione di ottimi vini e formaggi. La lingua - Mamoiada appartiene a una delle più caratteristiche zone linguistiche della Sardegna, la Barbagia di Ollolai, nella quale le parlate sono contraddistinte da speciali fenomeni fonetici e lessicali. Ricorrono nel mamoiadino le caratteristiche del dialetto barbaricino annotate dal grande studioso della lingua sarda Max Leopold Wagner, come il colpo di glottide spessissimo in sostituzione della “k” e della “c”. Patrimonio architettonico e archeologico. Dal punto di vista architettonico l’emblema di Mamoiada è l’imponente chiesa di Nostra Signora di Loreto, sita al centro del paese, una costruzione pisana di probabile periodo medioevale, ha la base a forma circolare, mentre la cupola termina ad esagono. “Su hantaru vezzu” (la vecchia fonte) è la sorgente d’acqua dalla quale prende il nome lo stesso rione, si dice sia di epoca romana. A 5 km dal paese sorge il santuario dei SS. Cosma e Damiano, meta di molti pellegrini, devoti e turisti. La chiesa ha una struttura molto antica ed è sita al centro di una cerchia di una cinquantina di casette per i novenanti dette in mamoiadino humbessìas e dei loggiati (lozzas). Il santuario è ritenuto da alcuni studiosi il più antico della Barbagia, risalirebbe al VII secolo d.C.; l’architettura ricalca moduli Bizantini. All’interno dell’edificio di culto si nota una nicchia in trachite rosa del ’600 ed alcuni affreschi di stile bizantino, alle pareti 14 ceramiche smaltate, di buona fattura, raffigurante le stazioni della “Via Crucis” realizzate in Spagna, nella fabbrica di Alcora, a Castellon de la Plana, nella seconda metà del ‘700, dall’artista Jacinto Causada. Le stesse sono state ammirate da tutto il mondo nel 1998 in occasione della Via Crucis del Venerdì Santo, officiata dal Papa Giovanni Paolo II, al Colosseo. Il paese possiede vaste zone di interesse archeologico, lo stanziamento umano in questa zona risale al neolitico e pre-neolitico poiché i segni di antichissime civiltà sono abbondantemente presenti nel territorio con una varietà di tracce archeologiche e antropologiche significative (dalla pietra votiva, al nuraghe, alle domos de janas, ai dolmens, alle tombe di giganti, fino ai menhir si contano una cinquantina di siti) ed una toponomastica affascinante. Numerose le “Domus de Janas”, piccole tombe del periodo neolitico-prenuragico, scavate nel granito. Particolarmente interessanti sono Sas Honcheddas in località “Istevene”, un gruppo di “tombe” scavate nel contrafforte montuoso granitico. La piccola necropoli è nota per la presenza, in una delle tombe, di elementi simbolici (una protome taurina, delle incisioni e alcune coppelle e fossette), fatto piuttosto raro nelle domus de janas del Nuorese. Ma la scoperta più sensazionale è quella di un grande “Menhir” di granito detto “Sa Perda Pintà” (nota come Stele di Boeli, m. 2.67x2,10x0,57). Caratteristica di questo reperto (e di altre due lastre più piccole ritrovate in diversi siti) è la presenza di una serie di coppelle e di incisioni concentriche che li rendono unici in Sardegna e di importanza europea per l’esclusiva iconografia, simile ad analoghe pietre trovate nell’area dei Celti: Scozia, Irlanda, Galles e Bretagna. Feste –Sagre –Riti: - Sant’Antonio abate (16-17 gennaio); - Carnevale con i Mamuthones e Issohadores (domenica, lunedì e martedì di carnevale); - Riti della settimana Santa “Iscravamentu e S’Incontru” (venerdì Santo e domen. di Pasqua); - Festa di N.S. di Loreto Attesu (I a domen. di Giugno); - Festa di N.S. del Carmelo (I a domen. di Agosto) - Sagra dei SS. Cosma e Damiano (25-26-27 settembre) - Tappas in Mamujada, artigianato, prodotti tipici, vini esposti in tutto il paese (Novembre, data variabile). MAMUTHONES e ISSOHADORES Il misterioso carnevale mamoiadino - dalle origini ancestrali - è fra le più antiche manifestazioni folcloristiche popolari della Sardegna. I suoi protagonisti, i Mamuthones e gli Issohadores, sono diventati da tempo il simbolo riconosciuto del paese. I Mamuthones, curvi sotto il peso dei campanacci, e con il volto coperto da una maschera lignea nera, si muovono lentamente in modo cadenzato su due file parallele, dando un colpo di spalla per scrollare tutta la sonagliera, con un clangore particolarissimo. Gli Issohadores li affiancano con passi e balzi più agili, e gettano il laccio (nel dialetto mamoiadino soha) d’improvviso e afferrano come un prigioniero chi hanno scelto nella folla, per poi rilasciarlo subito dopo. Queste maschere fanno la loro prima apparizione il 17 gennaio di ogni anno in occasione della festa di Sant'Antonio Abate. La festa è detta di Sant'Antoni e su o'u ("Sant'Antonio del Fuoco"), perché, come in tanti paesi sardi e di altre regioni del Mediterraneo, vengono accesi numerosi falò intorno ai quali si svolgono le misteriose danze dei Mamuthones. Il rito pare avere un significato apotropaico o propiziatorio. Il rumoroso ballo dei sonagli servirebbe ad allontanare il male e favorire annate agrarie abbondanti. Si ritrovano analoghi costumi in altri villaggi di vari paesi europei. Maggiori delucidazioni, significato, tesi, ipotesi e studi particolari ed approfonditi nel sito culturale di Mamoiada http://www.mamoiada.org MUSEO delle Maschere Mediterranee Assieme alle maschere di tanti paesi europei, i Mamuthones si possono ammirare al Museo delle Maschere Mediterranee, recentemente ampliato. Il Museo contende al Museo Internazionale del Carnevale e della Maschera della città belga di Binche la maggiore completezza di testimonanze e reperti sul carnevale del bacino mediterraneo. La struttura organizza frequenti scambi a livello internazionale con musei, istituti culturali e associazioni che operano in questo ambito. Ogni appuntamento, spiegazioni complete sulle feste e le sagre nonché la descrizione le ipotesi e studi sull’origine dei Mamuthone e Issohadores sul portale culturale http://www.mamoiada.org
Biblioteche
- Biblioteca Comunale, Piazza Europa 15
Volontariato, Onlus e Associazioni
- Pubblica Assistenza Mamoiada, Via Marsala Sn






