GUIDA  Natale

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La tradizione del Natale occupa un ruolo centrale tra i caratteri identitari della cultura italiana. Di qui è nata l'idea di creare una sezione che metta in evidenza le manifestazioni di maggior rilievo, in particolare quelle in cui risaltano i tratti specifici del singolo comune. Le diverse modalità di celebrare il Natale si raggruppano per lo più in tre grandi categorie: presepe vivente, falò e mercatini artigianali.


  • Bacio del Bambino - Lama dei Peligni (Chieti, Abruzzo): un pellegrinaggio nel cuore del Parco Nazionale della Majella che i fedeli lamesi fanno da tre secoli, il giorno dell' Epifania, per baciare la statua di Gesù Bambino, portato, secondo la tradizione, da un frate francescano dalla Terra Santa.
  • Squilla - Lanciano (Chieti, Abruzzo): è il nome della campanella della torre civica, simbolo di pace e fratellanza, al cui rintocco, il 23 dicembre, iniziano a suonare tutte le altre campane del paese, mentre i lancianesi rincasano per baciare i loro familiari e scambiarsi doni.

Falò

  • Nereto (Teramo, Abruzzo): una catasta di legno tenuta accesa per tutta la settimana di Natale, un rito legato all'antica tradizione dei fuochi solstiziali d'inverno, diffusissima nella regione.
  • Nemoli (Potenza, Basilicata): enormi tronchi che bruciano ininterrottamente da Natale all'Epifania al suono delle zampogne e delle ciarmedd (= ciaramelle) dei suonatori che si aggirano per i vicoli del centro storico.
  • Castelsilano (Crotone, Calabria): riecheggia in tutti i rioni il crepitio delle focare, i caratteristici falò accesi la notte di Natale per scaldare il Bambin Gesù.
  • Festa del Maio - Baiano (Napoli, Campania): squadre di fedeli del Santuario di Santo Stefano, gareggiano nella ricerca del castagno più grande (dal latino magis/ maius = il più grande) da issare e dare alle fiamme, il 26 dicembre, sul piazzale antistante la chiesa.


Presepi Viventi

  • Arcinazzo Romano (Roma, Lazio): l'etica e le forme della civiltà contadina di fine ottocento, quando la città si chiamava ancora Ponza, s'intrecciano con il tema della Natività, in un mix di tradizione pagana e senso cristiano.
  • Corchiano (Viterbo, Lazio): lega il suo particolare fascino alla location della vallata costellata di grotte etrusche, in cui riecheggia la voce fuoricampo che descrive le varie scene.
  • Greccio (Rieti, Lazio): qui, nel 1223, nella zona di Monte Lacerone, per opera di San Francesco nacque il primo presepe della storia. Un evento rievocato con una lunga fiaccolata in costume che si conclude nel luogo dove il santo si ritirò in eremitaggio e dove sorge una cappellina in suo ricordo.
  • Comunanza (Ascoli Piceno, Marche): nell'intero borgo si ricreano i luoghi e i ritmi di vita della Betlemme di duemila anni fa, coinvolgendo circa 400 personaggi in costume d'epoca.
  • Falerone (Ascoli Piceno, Marche): le rovine della colonia romana di Falerio Picenus fanno da sfondo alla ricostruzione storica, assai fedele nella cura dei dialoghi e dei costumi.
  • Frontone (Pesaro-Urbino, Marche): insieme ai luoghi della Natività, spazio ai suoni e ai colori delle antiche botteghe in un'atmosfera di luce rarefatta creata con torce e bracieri.
  • Poggio San Marcello (Ancona, Marche): natura e storia s'intrecciano in questa rappresentazione accompagnata dal fragore della cascata che si getta nel ruscello e il cui ricavato del biglietto è destinato in beneficenza.