GUIDA  Portici/Villa d'Elboeuf

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Villa d'Elboeuf e il Vesuvio

Villa fatta erigere nel 1711 dal principe d'Elboeuf, Emanuele Maurizio di Lorena.

Diego Rapolla nel libro Memorie Storiche di Portici (1891) così racconta l'origine della villa (pag. 79-81):

Il duca Emmanuele d'Elbeuf innamorossi perdutamente della figliuola del duca di Salsa, nobile, savia ed avvenente dolzella, e dopo poco la tolse in moglie, formando l'idea di edificare un palagio che a tanto elevato connubio corrispondesse.

I dintorni di Napoli son tanto e poi tanto vaghi che il doversi decidere a sceglierne uno tra essi per dimora come più ridente ed ameno non è la più facile cosa del mondo. Ciascun luogo ha la sua particolare attrattiva, la sua bellezza speciale. Elbeuf volse intorno lo sguardo e dopo aver ammirato le isolette ed i promontori, le colline ed i campi, fermossi a considerare quel monte che forma la maraviglia di Europa.

Divenne estatico. Da esso collo sguardo passò al golfo che ne lambisce giocondamente il pittoresco piedistallo, e col correre coll'occhio dal monte Vesuvio al mare venne esaminando la lussureggiante e maestosa selva che dai fianchi del vulcano estendeasi sino alla marina, intramezzata da ville e palagi e giardini e casali tranquilli e deliziosi.

Restò fisso a contemplare Portici. Credette rinvenire (e con ragione) tutto quello che egli ricercava. Vedeva in questo luogo riunito come per incanto un mare tranquillissimo, un monte sorprendente, e poi bosco, giardini, quiete, aere purissimo e cielo d'Italia! Che potea desiderar di più? [...]

Il duca d'Elbeuf stabilì quindi di costruire in Portici un sontuoso castello.

Più avanti il Rapolla fa anche una descrizione della Villa (pag. 89-90)

Il Palagio del duca d'Elbeuf si estendeva tanto sulla spiaggia del mare, che i flutti venivano a lambire un lato dell'immensa scalinata che immetteva negli appartamenti.

Oggidì osservasi ancora quella magnifica e grandiosa opera d'arte tutta cinta da colonnette arabesche, da piperigno a screzii, e da marmi preziosi, la maggior parte raccolti da scavamenti fatti nelle prossime località, i quali si resero celebri per quello che da essi derivò per fortuito incidente.

Avea in quel tempo quella residenza l'aspetto di un maniero degno d'albergare un tanto elevato personaggio.

Le stanze erano alte e sfogate, i loggiati stupendamente magnifici, i vani amplissimi e le porte somiglianti a quelle dei castelli baronali.

Le supellettili erano fastosissime e la copia dei marmi, delle statue, dei bronzi e delle armature era così profusa che non esistea in tutto il contorno in sulla spiaggia del Tirreno palagio principesco (ed eranvene parecchi) che con esso potesse in ricchezza e delizia e lusso rivaleggiare.