GUIDA  Lubriano/Castello di Seppie

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Il Castello di Seppie

Il Castello di Seppie sorge su uno sperone tufaceo proteso nella valle dei Calanchi, a tre chilometri ad est della città. Il nome "Seppie" deriverebbe dal longobardo Saepis, termine usato per indicare una barriera muraria oppure una recinzione.

L'origine del castello, risale al V-VI secolo d.C. Finite le vicende della guerra greco-gotica, venne ampliato in età longobarda, ma la grande ristrutturazione di Seppie avvenne nel 1074, per opera degli antenati dei Monadelschi. Il castello rimase per tutto il Medioevo in mano ai Monaldeschi della Cervara che qui trovarono spesso rifugio, nei periodi in cui venivano cacciati da Orvieto a causa delle lotte intestine di questa città per la presa del potere.

Un documento orvietano del 1341 cita il Castello di Seppie "…tunc fuit bandita obsidio ad Seppiam. Et illi de Seppio tenebant ibi malandrinos, qui cpiebant cives comitatenses, et extrahebant dentes,incidebant auricola et faciebant eos redimere." Seppie, era dunque diventato un covo della prepotenza monaldesca, che da qui spesso tentava di riappropriarsi del potere nel comune orvietano.

Nella metà del XV secolo, i monaldeschi vendettero il castello a monsignor Angelo Geraldini di Amelia. Il nipote di costui, Antonio, nella biografia dello zio, descrive il castello di Seppie: "Eit quoque castellum Seppi, in aprico clivo prope Balneumregium et Lubrianum sito, quod principium dominii fuerat et sede nobilibus de Cerbaria Monaldensibus cognomitatis. Magna profecto eiusdem castelli fortuna, quod semper in celebre nobilium dominum iure esse debeat.".

In seguito il castello passò alle suore del monastero di San Bernardino di Orvieto, che avevano in custodia la chiesa pievana del castello dedicata ai SS. Valeriano e Cecilia. Nel XVII secolo il castello ritornò ai Monaldeschi dell'Aquila, per poi passare ai Bourbon del Monte e dunque ai Boncompagni-Ludovisi.

Subì ingenti danni con il terremoto del 1695, in seguito al quale il castello venne adattato ad abitazione per i contadini. Attualmente restaurato, è di proprietà privata essendo stato adibito a miniappartamenti per vacanze.