gianniB ha scritto:giusta la problematica, ritengo però che l'uso "amatoriale" delle fotografie non vendute a terzi, ma inserite in un concorso dove è previsto un premio renumerativo, non debbano essere considerate attività economica derivante dai diritti d'immagine. La declaratoria del Comune è espressamente specifica per attività commerciali quali calendari, pubblicazioni scentifiche, riviste ecc... penso però che nel momento in cui la foto viene acquisita dalla Prometheo e da questa eventualmente venduta a terzi allora scattino i diritti d'autore evocati dal Comune... l'unica speranza è che non vinca nessuna foto con ponti di Calatrava....
marsi ha scritto:Bhe la Prometheo pubblica la foto sul suo sito ... forse non sarà a fini commerciali (anche se è da vedere)
ma è pur sempre una bubblicazione.
p.s. lo sapevate che si può fotografare la torre Eiffel solo di giorno
in quanto i "giochi di luce" in notturna sono coprti da diritti d'immagine !?
In merito all'opportunità di introdurre nel nostro ordinamento giuridico l'istituto del «panorama freedom» per consentire ai gestori di siti internet privati la pubblicazione di immagini di opere d'arte contemporanee e non, al fine di favorire ed accrescere in Italia ed all'estero la conoscenza del nostro patrimonio culturale, occorre procedere ad alcune precisazioni preliminari.
Pur non essendo espressamente disciplinata nel nostro ordinamento, la libertà di panorama ossia il diritto spettante a chiunque di fotografare soggetti visibili, in particolare monumenti ed opere dell'architettura contemporanea, è riconosciuta in Italia per il noto principio secondo il quale il comportamento che non è vietato da una norma deve considerarsi lecito.
In altre legislazioni, invece, tale diritto è disciplinato diversamente a seconda dell'interesse che si ritiene di tutelare prevalentemente (si pensi, ad esempio, alla legislazione belga ed a quella olandese che consentono di fotografare liberamente solo gli edifici mentre è necessaria la richiesta di un permesso per le sculture ove costituiscano il soggetto principale della fotografia; oppure a quella tedesca secondo cui è possibile invece fotografare anche le sculture pubblicamente visibili per usi commerciali; infine a quella statunitense che, similmente a quella italiana consente di poter utilizzare le fotografie scattate in luoghi pubblici o aperti al pubblico per qualunque scopo, salvo che si tratti di opere d'arte non stabilmente installate in un luogo pubblico poiché in tal caso è necessaria l'autorizzazione del titolare).
In Italia, non essendo prevista una disciplina specifica, deve ritenersi lecito e quindi possibile fotografare liberamente tutte le opere visibili, dal nuovo edificio dell'Ara Pacis al Colosseo, per qualunque scopo anche commerciale salvo che, modificando o alterando il soggetto, non si arrivi ad offenderne il decoro ed i valori che esso esprime.
Massimo Di Bello ha scritto:Un caso simile l'abbiamo affrontato qualche tempo fa per il comune di Lucca,
poi felicemente risolto dopo che abbiamo contattato direttamente il comune: viewtopic.php?p=329445#p329445
Se pensate che sia utile, possiamo provare a contattare anche il comune di Reggio Emilia, per dirimere anche la questione sui ponti di Calatrava
Massimo Di Bello ha scritto:Questo è un tema dibattuto, anche perché in Italia non c'è una esplicita legge che parli del "diritto di panorama" (della possibilità di pubblicare foto di soggetti che sono in luogo pubblico)
Nel 2008 c'è stata un'interrogazione parlamentare, a cui il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali ha così risposto:In merito all'opportunità di introdurre nel nostro ordinamento giuridico l'istituto del «panorama freedom» per consentire ai gestori di siti internet privati la pubblicazione di immagini di opere d'arte contemporanee e non, al fine di favorire ed accrescere in Italia ed all'estero la conoscenza del nostro patrimonio culturale, occorre procedere ad alcune precisazioni preliminari.
Pur non essendo espressamente disciplinata nel nostro ordinamento, la libertà di panorama ossia il diritto spettante a chiunque di fotografare soggetti visibili, in particolare monumenti ed opere dell'architettura contemporanea, è riconosciuta in Italia per il noto principio secondo il quale il comportamento che non è vietato da una norma deve considerarsi lecito.
In altre legislazioni, invece, tale diritto è disciplinato diversamente a seconda dell'interesse che si ritiene di tutelare prevalentemente (si pensi, ad esempio, alla legislazione belga ed a quella olandese che consentono di fotografare liberamente solo gli edifici mentre è necessaria la richiesta di un permesso per le sculture ove costituiscano il soggetto principale della fotografia; oppure a quella tedesca secondo cui è possibile invece fotografare anche le sculture pubblicamente visibili per usi commerciali; infine a quella statunitense che, similmente a quella italiana consente di poter utilizzare le fotografie scattate in luoghi pubblici o aperti al pubblico per qualunque scopo, salvo che si tratti di opere d'arte non stabilmente installate in un luogo pubblico poiché in tal caso è necessaria l'autorizzazione del titolare).
In Italia, non essendo prevista una disciplina specifica, deve ritenersi lecito e quindi possibile fotografare liberamente tutte le opere visibili, dal nuovo edificio dell'Ara Pacis al Colosseo, per qualunque scopo anche commerciale salvo che, modificando o alterando il soggetto, non si arrivi ad offenderne il decoro ed i valori che esso esprime.
http://banchedati.camera.it/sindacatois ... bd81491a3e
Anche se in rete c'è tutta una discussione su come interpretare queste parole e se quanto detto da un sottosegretario fa fede o meno...
In linea di massima secondo me se non fai un diretto uso commerciale (ad esempio produci scatole di "Biscotti del Ponte" e ci metti sopra la foto), non ci dovrebbero essere problemi.
Un caso simile l'abbiamo affrontato qualche tempo fa per il comune di Lucca,
poi felicemente risolto dopo che abbiamo contattato direttamente il comune: viewtopic.php?p=329445#p329445
Se pensate che sia utile, possiamo provare a contattare anche il comune di Reggio Emilia, per dirimere anche la questione sui ponti di Calatrava
Massimo Telo ha scritto:Sarebbe opportuno contattare anche il Comune di Venezia, dove c'è il ponte da me fotografato.
Grazie.
arzan ha scritto:Massimo Telo ha scritto:Sarebbe opportuno contattare anche il Comune di Venezia, dove c'è il ponte da me fotografato.
Grazie.
Trattandosi di opere dell'ingengo recenti, il diritto, anche di uso dell'immagine, spetta all'ideatore, quindi a Calatrava, per 70 anni.
A Reggio, tale diritto è stato in parte ceduto al comune.
Nei casi che citava Massimo, siamo fuori da questa fattispecie in quanto 70 anni son passati abbondantemente ...
Massimo Di Bello ha scritto:arzan ha scritto:Massimo Telo ha scritto:S
Be' il nuovo edificio dell'Ara Pacis non ha 70 anni, ed è quello citato dal sottosegretario
("Progettato dall'architetto Richard Meier, il complesso è stato inaugurato e aperto al pubblico dopo sette anni di lavori, il 21 aprile 2006")
arzan ha scritto:«Ricordo un caso a riguardo — dice l’avvocato Rosini — un reporter aveva fatto un servizio su una chiesa del ’200 e si è ritrovato nei guai per aver fotografato anche il portone che era stato restaurato di recente».
Massimo Di Bello ha scritto:arzan ha scritto:«Ricordo un caso a riguardo — dice l’avvocato Rosini — un reporter aveva fatto un servizio su una chiesa del ’200 e si è ritrovato nei guai per aver fotografato anche il portone che era stato restaurato di recente».
bisognerebbe anche vedere come è andato a finire questo "caso"
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