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Straordinario complesso monumentale che consente di leggere la storia degli insediamenti religiosi dell’area, sepolti e ricostruiti su più livelli, in relazione alle periodiche inondazioni generate dalle pendici del vicino Monte Somma.
Secondo un’antica leggenda locale, a tutt’oggi indimostrata, là dove oggi sorge il santuario, un tempo vi era un tempio romano dedicato a Giove Sommano, successivamente trasformato, nei primi secoli dell’era cristiana, in luogo di culto della nuova religione.
A riprova, però, che in ogni leggenda vi è un fondo di verità , la piccola cappella situata all’interno del santuario, al livello più basso dello stesso (10 metri circa sotto il livello stradale) è da ritenersi parte di un’antica vasca vinaria d’epoca romana. Quest’ultima presenta, sulla volta a botte, la chiara imboccatura d’un pozzo da cui è derivata la denominazione, sia del santuario, sia dell’immagine sacra riprodotta sulla parete della cappella: la c.d. “Madonna del Pozzo”. Essa, ancora ben conservata nonostante la notevole umidità dell’ambiente ipogeo, gode di una meritata fama miracolosa ed è all’origine dei pellegrinaggi presso l’omonimo santuario.
Al di sopra della cappella ipogea vi è poi una chiesa, anch’essa sotto il livello stradale, realizzata nel 1333 da Roberto d’Angiò. Quest’edificio sacro, che oggi appare come una cripta sotterranea, ha svelato, al di sotto degli affreschi quattrocenteschi, a loro volta successivamente ricoperti da pitture settecentesche, affreschi dei secoli XI-XII, rivelando che la costruzione è stata realizzata rimaneggiando un’altra preesistente.
In uno degli estremi della chiesa cripta vi è un ambiente coperto da due volte a crociera. Quest’ultimo era presumibilmente il portico anteriore, ovvero la zona d’accesso della chiesa, successivamente interrato dalle lave d’acqua e fango provenienti dall’esondazione di un vicino alveo.
La chiesa cripta ha subito un primo pesante intervento di rimaneggiamento nel 1500 (il secondo risale al XVIII secolo) quando la Regina Giovanna d’Aragona provvide all’edificazione, al di sopra della stessa, dell’imponente convento e della magnifica chiesa di Santa Maria del Pozzo ancor oggi visibile. Quest’ultima è preceduta da un portico a tre archi, di tipo rinascimentale, che rappresenta ciò che rimane della facciata originale, più volte rimaneggiata nei secoli successivi.
L’unica navata è ricoperta da una straordinaria capriata di legno e la zona absidale rappresenta l’altra zona del monumento riportata alle originali linee tardo gotiche da un restauro d’inizio secolo.
Il chiostro, annesso alla chiesa, fu, a differenza della chiesa stessa eretta in stile gotico, realizzato secondo i dettami dell’arte rinascimentale. Lo stesso si presenta però, attualmente, con pesanti rimaneggiamenti rococò compiuti nella seconda metà del settecento.
Nel chiostro si può ammirare, infine, un imponente affresco rappresentante le Nozze di Cana, realizzato nel 1721 e riportato agli antichi splendori da un recentissimo restauro realizzato grazie al contributo dell’associazione di volontariato “Arcobaleno” di Somma Vesuviana.
All’infaticabile ed emerito operato di quest’ultima si deve anche il restauro del portale cinquecentesco, ligneo e lapideo, del santuario.
http://www.laportadelvesuvio.it
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