26 Settembre 2009 alle 01:12

Il castello di Verres

di ermesassi (Verrès, Valle d'Aosta. Castelli e Fortificazioni. Categoria A)

Verrès - Il castello di Verres


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Il castello di Verrès domina l’antico borgo dall’alto di un promontorio di roccia alla sinistra del torrente Evançon. Non poteva esserci luogo più adatto per un castello che, oltre al paese, volesse controllare un tratto di valle centrale, la mulattiera della valle di Challand-Ayas e quella che, passando sul fianco del Mont Carogne, unisce Verrès ad Isollaz, frazione di Challand-Saint-Victor. Quest’ultima mulattiera costituisce ancora oggi una delle vie d’accesso al castello: quella che parte dalla scalinata di piazza Emile Chanoux dove una nicchia ospita dal 1991 il busto bronzeo di Ibleto di Challant. L’altra via d’accesso è la stradina asfaltata che parte dalla zona del campo sportivo diretta verso il villaggio di Omens. Ad un certo punto la si deve però abbandonare per portarsi sulla vecchia mulattiera, un ramo della quale giunge ai piedi dei bastioni cinquecenteschi del castello nel punto dove si apre l’ingresso formato da un bel portale preceduto un tempo dal ponte levatoio principale ed affiancato ancora oggi da uno secondario riservato ai pedoni.
Sul portale campeggia - tra lo stemma del conte Renato di Challant e quello che unisce le armi di Renato e di Mencia di Portogallo sua seconda moglie - un’iscrizione latina, incisa a caratteri gotici nella pietra per dirci che “nell’anno di Cristo 1536, l’illustrissimo Renato, conte di Challant, barone di Beauffremont, Virieu-le-Grand, Aymavilles e Coligny, signore di Châtillon, Saint-Marcel, Issogne, Valangin, Montalto, Graines, Verrès e Ussel, cavaliere dell’ordine dell’Annunziata e maresciallo di Savoia, questa fortezza, edificata da Ebalo di Challant, abbellì all’interno e munì all’esterno di strutture belliche”.
Penetrati all’interno, si ha a sinistra il portone che immette nel parco dove si trovano le scuderie ed il cui perimetro è interamente percorso dai bastioni dotati di cannoniere. Di fronte invece una salitella porta al corpo di guardia sotto cui si trovano le prigioni. Si arriva così davanti all’ingresso vero e proprio del castello. La possente mole cubica voluta da Ibleto rivela da qui, dopo aver dominato il paesaggio durante il nostro percorso di avvicinamento, la sua perfetta muratura in blocchi di serpentina, alleggerita da finestre tra le quali spiccano le splendide bifore ogivali del primo piano. In alto l’edificio è coronato dalla caditoie e dall’opera in mattoni che, poggiando su beccatelli di pietra ed aprendosi nelle feritoie delle saettiere, protegge il cammino di ronda ricavato nello spessore del muro. A filo dello spigolo che sovrasta l’ingresso nei bastioni si aprono verso l’esterno, in corrispondenza dei vari piani, tre porte che danno nel vuoto. Collegate probabilmente da una scala di legno, erano forse una specie di uscita di sicurezza.

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