Risultato voto a scrutinio: 7.84 (Scrutinio: 4102°; Totale: 18143°)
Turni (n.Voti/n.Sfide): 1° = 5/12 (42%); 2° = 3/13 (23%); 3° = no; 4° = no;
Il grande quadrato del castello, cinto a sua volta da un più grande quadrato recintato (bassa corte), è ubicato sopra un terrazzamento naturale del Ticino. Riprende la classica tipologia a impianto quadrangolare dei castelli viscontei di pianura. Circondato da fossato, è però privo di torri angolari: una situazione che è forse possibile spiegare con la prevalente destinazione residenziale dell’insieme. Oggi presenta una pianta a “U”, derivata dalla perdita dell’ala settentrionale, in analogia a quanto successo al castello di Pavia. Oltre alla bellissima e grande bifora mostra resti di un ponte levatoio sull’ingresso. È rimasta anche la merlatura bifida, con spazi intermerlari molto ridotti.
Pur essendo destinato prevalentemente a funzioni residenziali, era anche uno dei grandi castelli viscontei che difendevano lo scacchiere difensivo occidentale dello Stato di Milano, prima visconteo e poi sforzesco: una lunga catena di fortificazioni che andavano da Bellinzona, attraverso Locarno, Arona, Angera, fino a Pavia, rendendo di fatto impossibile per un nemico varcare il Ticino e penetrare nel cuore dello Stato, il territorio tra il Ticino e l’Adda. Fu fatto innalzare forse verso la metà del XIV secolo da Luchino Visconti, e poi ampliato, quasi certamente, nel XV secolo da Filippo Maria Visconti. Risale a quest’epoca la costruzione della gigantesca bifora che costituisce l’orgoglio della costruzione. Venuta meno la sua ragione difensiva, fu assai rimaneggiato e anche notevolmente danneggiato nei secoli successivi. Solo negli anni ‘80 è stato oggetto di una serie di interventi di restauro.
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